Il tifo è una cosa seria

Lunedì, praticamente appena sbarcato, papà Ovo è dovuto andare in trasferta in trentino.
A parte l’arrabbiatura solenne a papà Ovo era sfuggito il particolare che quel giorno si sarebbe giocata Italia – Spagna in pomeridiana e cioè in un momento in cui anche ai cuccioli sarebbe stata permessa la visione dell’evento.
A casa intanto l’evento viene seguito con stati d’animo differenti a seconda del bimbo e in particolare:

Pica – Se ne sbatte altamente. Trova particolarmente buffo il fatto che non si stia a giocare in cameretta ma che i fratelli preferiscano il salotto. A lungo andare si spazientisce e comincia a reclamare la loro attenzione il che infastidisce, e non poco, il fratello maggiore.

L’Ovetta – essendo “grande”, essendo stato dato loro il permesso di vedere la TV ed essendo anche mamma Ova davanti al teleschermo, capisce che l’evento è importante… ma davvero non ne coglie il perché.
In pratica è la versione settenne della classica fidanzata che vorrebbe uscire a fare shopping mentre la sua altra metà del cielo assiste alla finale di Champions; per brevi tratti cerca di capire un poco delle regole basi del football con risultati disastrosi: la strada verso “io da una parte e il calcio dall’altra” è già segnata.

Il Monno – un perfetto maschio italico in miniatura. Si siede sul divano ma scopre che stranamente “scotta” troppo e DEVE alzarsi, correre, incitare, imprecare urlare, aver paura, tifare,ecc…ecc… tutto insieme.
Quando l’Italia segna corre in cucina pugnetti al cielo e urla tutta la sua gioia, quando sua sorella maggiore chiede “perché non è gol adesso?”, la guarda con sufficienza e le spiega che cosa sia un calcio d’angolo, quando sua sorella minore cerca di richiamare la sua attenzione spalmandosi sopra di lui e impallando la TV, ecco, solo allora, stacca un secondo gli occhi dal monitor, la guarda in faccia e le sussurra dolce: “Pica,… davvero… non adesso…. È importante!”

A metà del secondo tempo, papà Ovo riesce finalmente ad arrivare in hotel e, incredibile ma vero, accendere la televisione e sdraiarsi sul letto senza perder conoscenza istantaneamente come in realtà avviene da ormai una settimana senza soluzione di continuità.
A quel punto, un occhio puntato al televisore con le immagini della partita, chiama casa.

“Ciao Ovetta, tutto bene?”
“Sì, qui stanno tutti guardando la tv, c’è la partita. Credo che l’Italia stia vincendo. Tu cosa stai facendo?”
“Guardo la partita anche io.”
“Ah! Anche tu? (tono di sconforto e desolazione) Vabbè…. Ci vediamo domani?”
“Sì, certo mi passi Pica?”

“Ciao Pica. Tutto bene?”
“Sì. Sto guardando la TV ma il Monno vuole guardarla tutta lui. Tu sei ancora a domani?”
“No Pica, non sono più in nuova zelanda, sono in Italia come te.”
“E quando torni?”
“Domani pomeriggio, va bene?”
“Si, pomeriggio quando è pomeriggio da te o da me?”
“Pomeriggio per tutti e due. Mi passi Monno?”

“Ciao Monno tutto bene?”
“SI’ STO GUARDANDO LA PARTITA E GIOCA L’ITALIA E LA SPAGNA E L’ITALIA VINCE UNO A ZERO E HA SEGNATO COSÍ ADESSO TE LO SPIEGO E C’ERA UNA PUNIZIONE E IL PORTIERE L’HA PARATA MA POI UN GIOCATORE DELL’ITALIA L’HA TIRATA IN PORTA E IL PORTIERE ERA ANCORA STRAVACCATO E NON L’HA PARATA E ABBIAMO FATTO GOOOOOOL E ALLORA SIAMO UNO A ZERO HAI CAPITO PAPÀ???”
“Sì, ho capito, mi sembra che tu ti stia divertendo direi.” (in quel momento l’Italia raddoppia)
“SI’ PAPÁ MI STO DIVERT…. GOOOOOOOL ABBIAMO FATTO GOL PAPÁ TE LO RACCONTO ERAVAMO IN ATTACCO E UN GIOCATORE HA TIRATO LA PALLA SOTTO LE GAMBE DEL DIFENSORE E UN ALTRO GIOCATORE HA TIRATO IN PORTA E IL PORTIERE È CADUTO PER TERRA MA NON L’HA PRESA E ALLORA SIAMO DUE A ZERO, PICA SPOSTATI CHE NON VEDO LA TV, HAI CAPITO PAPÁ?”
“Sì, sì, ho capito.”

Il calcio delle grandi occasioni è approdato a casa Ovetti.

PS: il Boss è in città! Avevo promesso tanto tempo fa (si legga qui) che nel caso fosse successo avrei portato l’Ovetta… ma l’Ovetta ha declinato l’invito.
Papà Ovo invece si rimetterà in sesto giusto in tempo per il duplice evento, negli ultimi giorni ha attraversato mezzo mondo, è atterrato giusto in tempo per andare in trasferta, non sa bene a che ora deve andare a letto e porta avanti “500”, mamma Ova invece nelle ultime tre settimane ha corretto compiti, scrutinato esami, ascoltato diplomandi, portato avanti tre Ovetti e tamponato quattro Ucas: e… non si dica che “Born to run” sia solo il titolo di una canzone…

This Post Has 3 Comments

  1. Poraccio il papà!
    Peccato sia già finita l’avventura europea! Ci rifaremo con le olimpiadi, io avevo già programmato di fare 15 giorni no-stop davanti alla tele con i miei bimbi, ma mi sono accorta tardi che in quei giorni saremo in Islanda!!!!

  2. Ho letto il tuo vecchio post riguardante il Boss…..il 21 giugno 1985 c’ero anche io nel prato ed anche io avevo 16 anni. Da quel giorno, appena posso vado ai suoi concerti….e stasera sarò a San Siro. Solo noi fans sappiamo cosa vuol dire un concerto di Bruce!!!
    Maria

  3. Noi lunedì scorso non abbiamo visto la partita perchè troppo impegnati a sfondarci di corse sui trochi di Gardaland. Io al quarto giro consecutivo con 0 minuti di coda ho mollato il colpo: sono troppo vecchia!
    Peccato la festa sia già finita…..

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