Turisti per caso

Mercoledì 28 maggio Anno Domini 2014.
L’intera scuola dell’Ovetta e del Monno si appresta ad andare in gita.

L’evento è epico… pardon, volevo dire “Epico” con la “E” maiuscola.
Le 24 ore precedenti sono state vissute in maniera molto diversa dai protagonisti.

Da una parte, la navigata cinquenne, già alla sua personale terza esperienza di gita, viveva la vigilia con un nervosismo ed un’eccitazione smisurata.
Dall’altra, il Monno, ignaro di quanto in agguato, viveva in modo un po’ spaesato ed un poco spaventato l’eccitazione della sorella maggiore.
Appuntamento al mattino ore 8,40 TASSATIVE (come riportato sul cartello affisso all’entrata della scuola da più giorni); ed alle ore 8,40 puntuali i due gitanti con la partecipazione straordinaria, per l’occasione, di entrambi i genitori si presentavano ai rispettivi fiocchi.
Al Fiocco Rosso, una fila smisurata di genitori ben incolonnati per le ultime raccomandazioni alle maestre lasciava tempo a papà Ovo di raccogliere alcune delle più belle “perle” che una maestra possa ascoltare mezz’ora prima di partire insieme a 25 Ovetti tutti under seienni.
Tra queste spiccavano: “Ho dato il braccialetto a mio figlio,… sa quello per non vomitare…. Lui vomita sempre… anche tre volte in dieci km… ma non si preoccupi… sa lui come metterselo… anche se non funziona mai…. divertitevi.” oppure “Ho messo il maglione a mio figlio… non glielo tolga… a meno che faccia caldo… allora glielo tolga… però le metta quello a mezze maniche che le ho dato nella sacca… quello giallo però… che quello rosso è di riserva…. divertitevi.” o anche “Guardi mio figlio sta benissimo… però non fa la cacca da quattro giorni… non credo che la farà oggi… però lo spero… magari ne facesse tanta… divertitevi.”
Le maestre assicuravano tutti con ampi gesti di rassicurazione e totale attenzione, per poi molto probabilmente e più che giustamente adottare la tecnica del “come la và, la và”.
Al Fiocco Rosa, invece si viveva già un’aria da “rompete le righe” con bimbi in ogni dove e maestre con sorriso stampato in viso che ripetevano a se stesse “ce la facciamo… ce la facciamo” (ma per onor del vero parevano anche crederci davvero).

Alle ore 9,00 la viabilità di Ovetti-town veniva bloccata.
225 Ovetti, 20 maestre, 4 pulmann (di cui uno a doppio piano…. Grandissima ed immensa fortuna a coloro che avrebbero avuto il privilegio di salirci), 10 alpini volontari e 3 bidelle coattate partivano di gran carriere con destinazione la mitica, lussureggiante, esotica… Colico. (per la precisione agriturismo Fuentes vicino al centro commerciale).

Rientro previsto per le ore 16.30
Ed alle 16.30 papà Ovo era sul posto… e c’era quasi solo lui.
E’ poi venuto a sapere che qualche informatissima mamma aveva reclutato (probabilmente dietro minacce) una non meglio identificata “gola profonda” che, da quel di Colico, mandava notizie (sempre tranquillizzanti) affinchè le stesse mamme potessero vivere in maniera meno ansiosa la gita del figlio.
E detta “gola profonda” aveva avvisato del ritardo dei gitanti e tale madre aveva dato inizio ad un tam-tam cittadino per portare la notizia del ritardo in ogni angolo dell’Ovetti-town.
Beh, quasi in ogni angolo visto che papà Ovo, e pure mamma Ova, ne erano totalmente ignari.
Nei quaranta minuti successivi l’attenzione si è potuta concentrare quindi sui vigili che facevano togliere le macchine dal posto ove sarebbero dovuti arrivare i bus…. Sulle nuove macchine che tornavano a occupare detti posti…. Sui vigili che tornavano spazientiti a chiedere di rimuoverle…. Sulle nuove macchine che tornavano… sui vigili che tornavano (ed imprecando) chiedevano di nuovo di toglierle e così via: roba da farti diventar simpatici i vigili!

Alle 17.05 ecco l’arrivo dei bus.
Rapido trasbordo di tutti i nanetti ai rispettivi fiocchi ove poi maestre sfatte ma stoicamente ancora in piedi riconsegnavano Ovetti comatosi ai rispettivi genitori (o anche ad altri genitori… valeva tutto).
Al Fiocco Rosso: “Monno! Ti sei divertito?”
Il Monno fissa un punto nel vuoto.
“Monno? Sei stanco?”
Il cucciolo si scuote. “Sì, è stato bello. Ho visto le caprette, anche due cavalli. Mi piace il miele col formaggio e a Colico si sta benissimo perché non fa mai caldo e non sudo.”
“Bene son contento che ti sia piaciuto (e complimenti per il tuo solito riassuntino esaustivo). Ti è piaciuto anche il pullman?”


Niente da fare.
Il Monno è tornato a guardare un punto fisso davanti a sè (e continuerà a farlo fino al momento in cui andrà a letto).
Al Fiocco Rosa: “Ovetta! Ti sei divertita?”
“Siiiii! E’ stato bellissimo! Ho muggito non la pecora, quell’altra con le corna. E ho anche accarezzato un pony che si chiama Snow che vuol dire neve in inglese.”
“Bene! Immagino tu volessi dire che hai munto le caprette. E ti è piaciuto anche andare in pullman?”
“Siii!! Non ha vomitato nessuno… del mio fiocco. Invece tre dell’altro fiocco; ma a noi non importava perché non erano del nostro fiocco”.
“Capisco (notevolissimo spirito di altruismo…).”
“E poi l’ovetta I. che sedeva accanto a me ha russato tutto il viaggio di ritorno… dai lei è una piccola, mica potevo svegliarla, no?”
“No, certo. Hai fatto bene (correzione: altruismo ma solo per gli amici).”
In sottofondo si sente un gruppo di maestre commosse e stralunate complimentarsi a vicenda “Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta!”

Oggi, quattro giorni dopo la gita, i ricordi sono ancora ben vivi. Le caprette, i cavalli, il formaggio, i biscotti, il miele, il pullman, il cappello, la passeggiata ma soprattutto: “Come si stava bene a Colico!”

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