Polvere di stelle

Avvicinandoci al Natale in casa Ovetti…

Lunedì
Il Monno esplode in una miriade di bolle rosse varicellose ma, fermo ai suoi ideali, non si lamenta più di troppo; osserva invero sua sorella che esce di casa al mattino con chiara invidia.
L’Ovetta si reca insieme ai suoi compagni di classe al teatro cittadino, onde prendere dimestichezza con il luogo del suo debutto teatrale.

Martedì
Il Monno al suo settimo giorno di varicella lamenta chiari sintomi di cedimento; va a prendersi le scarpine, cerca di mettersele, indica la porta e quando capisce che non proprio non vi è speranza, scoppia a piangere.
L’Ovetta spiazza l’intera famiglia Ovetti recitando senza alcuna richiesta la sua poesia di Natale…. Nessuno di noi era al corrente che vi fosse questa possibilità.

Mercoledì
Il Monno sublima all’impossibilità di uscire di casa con un nuovo mezzo di comunicazione: Youtube via Iphone! Non scherza il piccolo! Il tutto per alternare all’infinito il suo pezzo preferito (La tartaruga) alla new entry dell’anno (Elmer l’elefantino)… in video e poi ancora e poi ancora e poi…
L’Ovetta affronta il gran giorno: in mattinata prova generale e sound-check al teatro. Alle 16,30 (20 minuti dopo che le Ucas si erano impadronite del cancello del teatro stesso onde esser le prime ad entrare) la piccola fa il suo ingresso nella sala dove di lì a poco 780 tra genitori, Ucas e invitati vari (oltre a qualche migliaio di fotocamere) assisteranno alla prima recita della piccola. Un’ora e dieci di Ovetti vari che si divertono come pazzi, un angioletto biondo che si muove come un’attrice nata, orgoglio di mamma e papà all’eccesso, Ucas a mezz’aria.

Giovedì
Il Monno è sull’orlo della pazzia: praticamente in pianta stabile davanti alla porta d’ingresso, si sposta solo per la Tatta (la canzone della tartaruga), per Emmel (l’elefantino Elmer), per l’APPPPELO (l’albero di Natale che si illumina alle 18) e per Bapppo COCCO (Babbo Natale che porta il cioccolatino serale); per il resto medita la fuga nottetempo.
L’Ovetta affronta l’ultimo giorno di scuola con la visita di Babbo Natale “Ma quello velo sai, mica pel finta, e c’aveva anche un saccone enolme enolme con dentlo tutte le calamelle che mi ha dato” (Ohibò, padre di poca fede: ti rendo edotto del fatto che si trattava dell’unico ed originale Babbo Natale dotato di tutto punto incluso enorme sacco pieno di caramelle che fortunatamente ha deciso di elargire a piene mani).

Venerdì
Il Monno, constatata la presenza di bollicine rosse varicellose solo vecchie e rinsecchite, ottiene il nulla osta per una due ore di trasferta dai nonni; si veste di tutto punto come se dovesse partire per un lungo viaggio e rientra in casa due ore dopo stremato e sfinito… proprio come se avesse fatto un lungo viaggio.
L’Ovetta si sveglia e chiede di fare piano dato che con lei hanno dormito anche “un bimbo di nome Gesù, suo papà Giuseppe e sua mamma la Madonnina di nome Malia”; per la cronaca quella stessa notte “Bobo non ha dolmito pel niente” (Bobo, ovvero il mio orsacchiotto del cuore, non ha chiuso occhio per tutta la notte).

Sabato (Vigilia)
Il Monno, coperto da macchioline  rinsecchite, vaga per centri commerciali felice come non mai, reclama all’infinito Tatta ed Emmel sul telefonino di mamma, indica il suo APPPELO ed il caro Bapppo COCCO, mangia come un leone e corre come un pazzo per la casa; è ufficialmente guarito e credo che sotto sotto guardi sua sorella come a dirle…. “Tra poco tocca a te”.
L’Ovetta “sente” il Natale alle porte.
Alla sveglia: Papà? Ma oggi alliva Babbo Natale? (Papa? Ma è forse oggi il dì fatidico della venuta del signore con la barba folta?)
A mezzogiorno: Mamma? Visto che non c’è la neve, le lenne possono andale in cantina, vero? (Mamma? Date che condizioni climatiche avverse, sappi che nel caso noi si potrebbe offrire un giaciglio in cantina per quelle povere bestiole delle renne di Babbo Natale).
Prima di addormentarsi: Mamma? Licoldati di lasciare una polta apelta, o magali una finestla che va bene lo stesso, così Babbo Natale può entlale. (Cara Madre, so che tu non pensi a queste cose, rammenta ciononostante di lasciare aperto un pertugio onde poter permettere a quel signore vestito di rosso ed un filo sovrappeso di entrare nella nostra umile dimora).

Domenica (Natale)
ehm… no, scusateci, ma questo post è stato scritto nella notte di Natale.

Mamma Ova sta tirando fuori tutti i pacchetti nascosti per casa, gli Ovetti dormono il sonno dei giusti, domani sarà una lunga, lunghissima giornata, ne parliamo settimana prossima.

Per ora Buon Natale, di cuore, a tutti voi dalla famiglia Ovetti e se volete sentire gli auguri direttamente dall’Ovetta cliccate qui: 1112 Eli Poesia Natale!

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