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Quel venticello leggero leggero

Fa caldo… ma non troppo.
Anzi per dirla tutta c’è un venticello leggero che arriva direttamente in faccia e fa solo piacere.
A papà Ovo fanno male le gambe ma ci stà: questa mattina sveglia alle 6 e ¼ per fare 30 km: l’ultimo “lungo” prima del break delle vacanze; che poi continua a preparare maratone anche se quest’anno poi…
Però il parco era sempre li ad aspettare ed il giro è stato molto bello: 4 km per arrivarci, poi si costeggia il campo di golf, si scende alla seconda di Lesmo, poi si risale, si va alla prima, si costeggia curva grande, poi la prima variante, dentro nel pit, su e giù per i sottopassi e si esce puntando alla villa reale, si costeggiano i giardini, e si risale per i campi, si torna sull’asfalto fino al Mirabello e si zigzaga sul pratone del Papa, si segue il ruscello con le sue anse e poi si torna a casa.
Bello e stancante.
Una doccia, qualche mestiere in casa. Poi papà Ovo esce a montare la tenda giusto per vedere se dopo trent’anni è ancora accettabile visto che vorrebbe usarla per una notte con gli ovetti prima o poi e incredibilmente è tutta ok. Legge le mail, in sottofondo musica rilassante, sfoglia il corriere online; una telefonata agli Ucas e si diverte un poco con i fornelli.
Per oggi pomeriggio prevista gran sessione televisiva: filmetto e GP… Povero lui, deve recuperare le forze. Vorrebbe leggere poi questo libro che, per inciso lo affascina parecchio, se solo questo venticello smettesse di soffiargli addosso, facendolo socchiudere gli occhi… che poi… perchè resistere?… quasi quasi papà Ovo cede al sonno di una pennichella!

Papà Ovo non è impazzito.
E’ che mamma Ova e tutti gli Ovetti hanno raggiunto lo zio A. per un weekend al mare.
Pare si siano divertiti un po’ tutti: sarà perché è il primo sprazzo di normalità estiva in questo anno così disgraziato, sarà perché si possono fare i primi bagni (e Pica ci ha tenuto a dire che per la prima volta andrà al mare senza ciambella, braccioli o tavolette di sorta… peccato che poi la prima onda l’abbia ribaltata e la nostra principessa non l’abbia presa proprio bene bene), sarà che il Monno è riuscito a portare suo zio in una lunghissima camminata, sarà che l’Ovetta ha trovato la sabbia bellissima… molto più bella degli anni passati (eh.. cosa fa la fantasia), sarà infine che mamma Ova, dopo mesi di didattica a distanza e poi esami a distanza sempre, non ha toccato nemmeno con un dito e per tre giorni di file un ipad o un computer, in una agognata disintossicazione.

Insomma: le vacanze degli Ovetti sono (finalmente) davvero cominciate e tutti al mare sono proprio felici! Oh.. che poi lo sarebbe anche papà Ovo… se solo riuscisse a svegliarsi dalla pennichella pomeridiana sdraiato in giardino, con il sole a farla da padrona, e quel venticello leggero leggero….

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Allenamento

In settimana mamma e papà Ovo, per evitare l’ennesimo fine settimana di spiaggiamento tra il divano (fronte tv) e il letto (fronte libri) con annessi capricci e bisticci, hanno proposto ai cuccioli una gita in montagna per affrontare un sentiero che, di riffa o di raffa, ci era sempre sfuggito.

Sabato mattino ore 8,00
I nostri eroi partono puntualissimi per un’oretta abbondante di strada che li porterà alla partenza del sentiero; l’oretta e mezza abbondante virerà presto sulle due ore stante che in molti hanno avuto la stessa idea.

Ore 10,00
Arrivati in posto, onde evitare di sbagliare sentiero, papà Ovo ferma un autoctono per chiedere informazioni sul reale punto di partenza.
La risposta è lapidaria: “Guardi che il secondo tratto del sentiero è franato; non si può fare”… “Ah…ehm….. bimbi, credo che faremo solo il primo tratto”…. “Veramente non farà nemmeno quello”….”Scusi? E perché no?”…”Ci stanno facendo i lavori e lo stanno facendo saltare con la dinamite.”
Le motivazioni dell’autoctono hanno completamente convinto l’intera Ovo-family.
Il morale della truppa appare basso ma è solo un secondo: “Mi scusi ancora… un consiglio… visto che siamo qua: cosa ci consiglia?”… “Potete andare in Val Codera”. “Interessante, ci vuole molto? E’ difficile?”
Qui l’autoctono offre la parte migliore di sè potendo dipanare la sua conoscenza del territorio: “il sentiero è molto bello, all’inizio è un po’ difficile perché va su parecchio, poi c’è un falsopiano e si arriva tranquilli: un’ora e mezza ci vuole tutta”
Papà Ovo, facendo un po’ la tara al valligiano regola il percorso sulle due ore: si può fare. “Bimbi: si parte!”

Ore 11
La prima ora di cammino (quella che il valligiano aveva definito come “duretta”) si rivela un susseguirsi senza fine di gradoni di roccia di altezza difforme caratterizzati dall’unica nota in comune di riuscire a spezzare il fiato, le gambe e la resistenza di ognuno.
Pica, da “diesel” qual è passa il tempo in una lamentela continua al suono sommesso di “noncelafaccioètroppoduramifamaletuttosonostanca…ecc…ecc…”; il Monno riesce comunque a parlare in continuazione, mamma e Ovetta arrancano nelle retrovie, papà Ovo ascolta il Monno ma non riesce a rispondere per mancanza di fiato.

Ore 12
La seconda ora di cammino (quella che il valligiano aveva definito come “altopiano”) non si è palesata… almeno a noi.
Al contrario i gradoni “spezzagambe” sono continuati senza sosta e la famiglia si è spaccata in due: nel plotone di testa il Monno che attinge forze dal parlare in continuazione, Pica in un lento degradare della cantilena lamentosa e papà Ovo che obnubilato dalla stanchezza risponde monosillabi a caso per fingere di stare ad ascoltare il Monno; nelle retrovie mamma e Ovetta si tirano alternativamente la volata ad ogni gomito di roccia sperando di vedere l’agognato altopiano.

Ore 13 
La terza ora di cammino (quella non prevista nè dal valligiano nè da papà ovo) ha alternato i soliti gradoni in salita ad altrettanto ripidi gradoni in discesa; poi… assolutamente inaspettati, si sono palesati ben 50… forse anche 100 metri di pianoro: giubilo tra i marciatori che sono quindi arrivati dopo tre ore di cammino a Val Codera, uno dei pochi paesi Italiani tutt’ora non raggiunti da una strada.
Qui lauto pasto, gran bevute, qualche foto e rilassamento vario.

Poi, con calma ma non troppa, e in solo un’ora e mezzo i nostri eroi sono riusciti a tornare giù, aiutati questa volta dai temutissimi “gradoni” che invece in discesa non sono così male. Il Monno non smette di parlare nemmeno in discesa, Pica ormai cammina senza smettere un secondo e senza lamentarsi, papà scende comunque mano nella mano con Pica (papà dammi la mano che se no cado) dicendo “si” o “no” in maniera casuale al Monno, mentre l’Ovetta si fa raggiungere da qualche crampetto e mamma Ova aiuta la primogenita. 

Riassunto dell’escursione:
4,5 ore
13,5 km
750 metri di dislivello positivo

Ma in fondo è solo un allenamento…
Santiago de Compostela aspettaci: dal 9 al 23 Agosto.. gli Ovetti saranno in cammino!

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Che la forza sia con noi

Lunedì
Si parte con il botto con l’Ovetta, Pica e il Monno che, in questo ordine, tagliano il traguardo di fine anno scolastico: niente super festeggiamenti, niente ultima campanella, una sensazione di felicità a metà… un mix strano di sensazioni per un anno scolastico strano.
L’Ovetta scopre solo all’ultimo giorno che il suo temutissimo professor M., spauracchio di tutta la classe, è giunto sulla soglia della pensione e, quindi, una manciata di insperata felicità.
Pica festeggia in videoconferenza con tutta la classe eccezionalmente riunita per cui, all’ora preposta, tutta la famiglia Ovetti le ha dovuto lasciare “banda larga a go go”… perché devono essere ben chiare le priorità.
Il Monno ha salutato anche lui in sessione pomeridiana al gran completo;  ma solo dopo aver fatto sessione mattutina di studio regolarissimo perché le sue maestre non mollano un millimetro.

Martedì
Papà Ovo si sveglia prestino, fa colazione in solitaria, va in garage, accende la macchia e parte: non sarebbe nulla di speciale se non che “questa prassi” non si vedeva da oltre 100 giorni.
Farà andata e ritorno a San Marino in un senso di stupore e meraviglia; chiamando 4 volte casa per sapere se “Va tutto bene?.. no perché… dico… io non ci sono… tutto ok?”
Nel frattempo gli Ovetti si spiaggiano sul divano e a mamma Ova comincia a salire la tensione.

Mercoledì
Papà Ovo bissa: andata e ritorno fino a Trento e Treviso.
Nei due giorni inanella 1250 km. Tantini in senso generale, tantissimi dopo 10 settimane di nulla assoluto. Torna a casa sfatto e trova Pica e Monno spiaggiati sul divano come il giorno prima mentre l’Ovetta lo accoglie con 39 di febbre (che può essere calo di tensione post scuola o Covid… si vedrà); mamma Ova coltiva la sua tensione.

Giovedì
E’ il gran giorno di mamma Ova e del suo esame all’università.
Per l’occasione la docente si munisce di computer, ipad collegato al computer come schermo secondario, marito sulle retrovie dotato di computer terziario, divieto assoluto di usare alcun byte di internet a tutta la famiglia. Per altro il Monno e Pica stando spiaggiati per il terzo giorno sul divano non necessitano di alcunchè, esattamente come l’Ovetta seduta in pianta stabile sul WC, sebbene praticamente sfebbrata.L’esame fila via liscio per la felicità di tutti.

Venerdì
Giornata più rilassata: approfittando della posizione addivanata di Pica e del Monno e della momentanea botta di audacia dell’Ovetta nel pomeriggio viene trasmesso sugli schermi di casa Ovetti un film nuovissimo, mai visto e dalla trama inaspettata: “Guerre Stellari”
Mentre per il Monno si tratta del secondo passaggio (e si trattiene a stento dal raccontare la trama in anticipo alle sorelle in maniera odiosissima), per Pica e l’Ovetta si tratta di una prima assoluta: Pica va via alla grande cogliendo immediatamente chi è importante (“Ma non uccidono la principessa, vero????”) e chi no (“ah beh.. se i parenti di Luke sono morti adesso lui può andare in giro che lo voleva fare anche prima, vero?”); per l’Ovetta qualche momento di tensione pura ma tutto sommato “la forza” era con lei…

Sabato & Domenica
Mentre l’Ovetta si alza prima timidamente e poi con convinzione dal WC e mentre Pica e il Monno abbandonano il divano, gli Ovo genitori elaborano il P.E.S. (Piano Estivo Sopravvivenza); ovvero dove diavolo mandiamo i bimbi prima di andare in vacanza.
Poi papà Ovo parte con le iscrizioni (quelle che si possono fare): il piano, più o meno, è fatto; da domani si comincia e per otto settimane, in un modo o nell’altro, o PES o …muerte!

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