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Buon compleanno Ovetta #12

A te,

a te che hai qualche difficoltà coi pennuti perchè “mi guardano male!” e proprio non ce la fai ad affrontare o anche solo a scorgere in lontananza un temutissimo gabbiano o a una pericolosissima papera e ti disperi in preda alla paura più incontrollata, anche se il resto del mondo ti guarda come fossi un’aliena e ride.

a te che sproniamo a scegliere, qualsiasi cosa, ma che tu scelga perché è più facile lasciare agli altri questa incombenza e fai fatica ad assumerti la responsabilità di una qualsiasi, anche sciocca, scelta. E quest’anno hai scelto – forse – di lasciar perdere la ginnastica e buttarti nella squadra di nuoto.

a te che hai indossato gli occhiali, sei diventata una “quattrocchi”; senza problemi e con naturalezza, hai guardato tutte le montature e hai trovato quella che più ti si confaceva.

a te che hai affrontato i primi giorni della scuola media con un pizzico di sana paura ma anche con tanta tanta curiosità. E finalmente, sì! Finalmente!  hai trovato una classe tranquilla e un ambiente sereno dove ascoltare gli insegnanti è finalmente la normalità.

a te che hai il tuo mazzo di chiavi di casa e torni da scuola da sola in bicicletta e spesso anche pranzi da sola in autogestione. E in questa autogestione sono compresi gli spuntini pomeridiani a base di pezzettini di cioccolato di ogni tipo, basta che sia cioccolato. 

a te che sei sempre il punto inarrivabile per Pica, fonte di ammirazione per le sue amiche, che sistemi i suoi pasticci, che canti con lei in cameretta, che fate la doccia insieme, controllandovi shampoo o il balsamo o vi scambiate l’accappatoio.

a te che odi i contrasti e non sai addormentarti la sera arrabbiata con nessuno, a te che ti lamenti di mettere in ordine sempre da sola ma poi non vuoi l’aiuto dei tuoi fratelli, a te che dormi con un orsacchiotto Bobo da quando sei nata e gli parli e lo coccoli perché è un pezzetto importante di te. 

a te che al mattino per percorrere 1 km in bicicletta bisogna uscire 40 minuti prima perché, in quel km, bisogna aspettare tutte le amiche e chiacchierare sui fatti delle ultime 12 ore, sugli avvenimenti più importanti dell’Ovo city, sui compagni di classe, sugli amici dell’oratorio, sui parenti di quattrodicesimo livello…

a te che porti a casa ottimi voti e ti impegni tantissimo. A te che conservi piccoli o grandi rituali prima della verifica di storia o il compito di matematica, che fai il programma delle materie da studiare e il programma degli esercizi e il programma dei giorni che mancano e poi anche il programma dei programmi e questo ti rassicura molto. A te che hai sorriso di sollievo quando il tuo unico incubo ovvero il prof di ginnastica ha annunciato che va in pensione, a te che leggi libri gialli fra Agatha Christie e Conan Doyle e anche i fantasy e hai scoperto gli audiolibri in inglese che sono proprio il top. 

a te che sei sempre la confidente e amica assoluta del Monno e parlate fra di voi in modo ai più incomprensibile, a te che sorridi quando ti prende in giro perchè sai che ti conosce bene, a te che dici al Monno di svegliarti alle 8 anche di domenica perché così potete giocare a carte o leggere insieme prima del risveglio di tutta la famiglia, a te che cancelli sempre la playlist del Monno perché lui ascolta musica troppo classica per te. 

a te che alterni giornate di coccole a giornate di malumore, momenti di felicità estrema a momenti di pianto improvviso, attimi di sorrisi a attimi di musi lunghi, in modo assolutamente casuale, e nemmeno tu non sai spiegare cosa succede; ma senti che stai cambiando e i contorni si fanno più sfumati e le linee sempre meno diritte. 

a te che parli con mamma Ova del tuo futuro, della scuola superiore, dei viaggi che vorresti fare e le idee si accavallano più velocemente di quanto tu stessa riesca a dire e, con stupore genuino, scopri energie che non pensavi di avere, talenti ai quali non davi peso, capacità che stai costruendo.   

a te che anche il tuo corpo sta diventando grande e sei cresciuta tantissimo e scegli i vestiti con cui andare a scuola, a te che sei buona e credi sempre nel lieto fine, a te che guardi qualche film con papà Ovo ed è sempre motivo di grande tensione ma anche di soddisfazione per aver superato un piccolo limite, a te che fai riflessioni serie e con cui si parla di tutto, a te che ogni giorno cerchi sempre di più di capire come gira il mondo, e spalanchi gli occhi quando qualcosa ti meraviglia, a te che sorridi e sei bellissima,…

…sì, proprio a te,
buon dodicesimo compleanno Ovetta!

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Marines

Con l’inizio della scuola media, l’Ovetta ha dovuto cominciare a conoscere una selva di nuovi professori.
Ovviamente, come giusto che sia, ci sono i preferiti, i “buoni”, quelli “vecchietti”, quelli “troppo forti”, quelli “Sì,.. beh…” e poi c’è lui! Il temibilissimo professor M., docente di una materia che ai più farà correre un brivido lungo la schiena: scienze motorie o per il vetusto papà Ovo … educazione fisica o meglio ancora ginnastica.

Papà Ovo ha realizzato quindi che il grosso dello scoglio, nelle relazioni personali Ovetta-corpo docente, aveva come ostacolo maggiore il prof di educazione fisica e ne è stato intimamente felice. Poi, nella settimana scorsa, ha pure conosciuto detto professore che, in maniera molto onesta, ha ammesso i suoi modi bruschi, forse un po’ rudi, ma comunque tesi a “svegliare” questi ragazzi e a dargli i primi rudimenti di quante più attività fisiche possibile. Papà Ovo l’ha promosso, se non altro memore dei suoi professori di educazione fisica il cui impegno era inversamente proporzionale alla classe d’insegnamento.

Mercoledì scorso, si è tenuta la lezione con “corsa campestre e valutazione” il cui riassunto, interamente dedotto dal racconto dell’Ovetta si può qui riassumere.

“Prima il professore ha sistemato i maschi a piccoli gruppi ai vertici di un grosso rettangolo che poi erano gli 800 metri della campestre, poi ci ha detto quale era il percorso e ci ha dato il via.
Tutte le mie compagne sono partite a razzo, io invece no. Poi, a metà del primo lato, sono tutte scoppiate e io ho iniziato a superarle tutte e alla fine del primo giro ero in testa.
E’ stato tutto molto bello perché anche i miei compagni facevano il tifo per me; beh… a parte quando mentre correvo ho dovuto dire a Mp e MF dove dovevano mettersi a fare l’angolo perché stavano andando a farfalle.”
“E quindi hai vinto?”
“Si! Sono arrivata prima!”
“Brava Ovetta! E quanto ci hai messo?”
“Mmmm… 3 minuti e qualcosa.”
“Buon tempo, brava. E le tue amiche erano subito dopo di te?”
“Noooooo. Molte sono arrivate molto dopo di me… e hanno preso 4.”
“4? E in quanto sono arrivate le ultime?”
“7 minuti e mezzo”
“Azz!…. Pardon,…. Volevo dire, effettivamente…”
“Sì però Papà, non erano proprio le ultime.”
“In che senso?”
“7 minuti e mezzo è il tempo per le ultime che sono arrivate correndo, poi ci sono quelle che hanno camminato, non ce la facevano proprio.”
“… Non ce l’hanno fatta??? Ma davvero?” 
“E poi c’è stata quella che si è persa”
“????? Persa? Facendo due giri per un totale di 800 metri? Vale a dire 400 metri a giro? Circa 100 metri per lato? Come (diavolo) si fa a perdersi?”
“Boh! Però il prof a quel punto mi ha chiamato e mi ha detto: tu, che sei stata la più veloce, ti do 10, però adesso vai a cercare la dispersa.”


“Vabbè. Hai preso 10 Ovetta!!!! E hai anche ritrovato la compagna dispersa.” Al professor M(arines) onestamente … invece un sincero in bocca al lupo… lo aspetta un gran lavoro!

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Sulle ali della libertà

Due settimane fa, un martedì mattina, mamma Ovo, papà Ovo e l’Ovetta sono usciti di casa tranquillamente.
Insieme, i due genitori decisamente eccitati e la cucciola “superficialmente tranquilla”, hanno percorso il chilometro e mezzo che separa casa Ovetti dalla nuova scuola dell’Ovetta.

Eh già! Perché la cucciola (ma forse questo termine non si può più usare) è ora alle scuole medie!

La giornata in se è passata senza scossoni: l’Ovetta nell’attesa che aprissero i cancelli, si è rifugiata nel gruppo della sua vecchia classe elementare, tutti i 150 bambini con genitori al seguito sono quindi stati ricevuti nell’aula mensa (adibita per una cinquantina di persone circa ma non stiamo a guardare tutti i dettagli), sono stati smistati nelle varie classi dopo il pistolotto della preside (nemmeno tanto male a dire il vero) e una volta in classe hanno tutti cercato conforto in qualche viso famigliare (leggasi compagni delle elementari casualmente finiti nella stessa classe).
Qui una professoressa, dai modi gentili e garbati, ha spiegato loro cosa fare e cosa non fare …. Ma in realtà si vedeva benissimo che stava guardando i bimbi, ma stava parlando ai genitori e avrebbe tanto voluto dire “E CHE DIAVOLO NON MANDATELI A LETTO ALLE 23 CHE POI IL GIORNO DOPO SONO RINTRONATI, E TOGLIETEGLI QUEL ACCIDENTI DI CELLULARE DALLE MANI, ECC…ECC…” ma tutto in tono soft, molto tranquillo.

Nel pomeriggio, poi, una fiumana di telefonate sono arrivate all’Ovetta e lei ha risposto a tutti quasi stupita che questa novità avesse sortito una qualche attesa nelle persone a lei vicine.
Insomma tutto bene.

Sono passate due settimane, ecco un breve e non esaustivo elenco di quello che anche noi Ovo-genitori stiamo imparando:
1)        L’Ovetta si sveglia alle 6,50 ed ha improvvisamente capito quale lusso sia il potersi svegliare dopo le 8,30 il sabato: erano anni che cercavamo invano di spiegarglielo!
2)        Esce di casa in bicicletta alle 7,25 per trovarsi a metà strada con altre amichette: qui pare partano grandissime chiacchierate che, in mezz’ora, le portano giuste giuste in aula (tempo stimato senza chiacchiere… forse 10 minuti).
3)        La metà, meno uno, dei professori sono “simpatici e ci faranno lavorare tanto”.
4)        Quell’uno che manca alla metà di cui sopra è severissimo, antipaticissimo e terribile: visto la materia di cui si occupa francamente non siamo molto preoccupati, a meno di non ambire a qualche medaglia olimpica.
5)        L’altra metà degli insegnanti risulta al momento assente !!!
6)        Il rientro da scuola, sempre a dorso del velocipide e con le fidate amiche, pare essere molto più travagliato dell’andata: una delle fanciulle ha bucato già una volta ed ad un’altra è scesa la catena… non c’è male in soli 10 giorni!
7)        Circa la metà dei ragazzi NON ha un cellulare: ma …. allora….. “SI….PUÓ…FARE !!!” E qui Mamma Ova sorride assai.
8)        La “ragazza” arriva al venerdì pomeriggio in stato catatonico, uno straccio, un’ameba assoluta per sua stessa ammissione: pregasi notare che, al momento, vi sia pochino da studiare e i corsi “accessori” non sono ancora entrati nel vivo.
9)        La ventata di “libertà” le ha portato in dote un mazzo di chiavi (ma noi siamo tranquilli… sì… sì… certo….), la necessità ogni tanto di mangiare a casa da sola e, volendo, la possibilità anche di andare “in centro” per un gelato con le amiche. 

Domenica scorsa…
“Papà posso andare a mangiare un gelato con E. e C.?”
“Certo, guarda però che noi adesso usciamo.”
“Ok, allora io vado.”
“Ehmmm… Ovetta….”
“Sì papà?”
“Hai preso le chiavi?” 
“… Ops!”
“Ecco appunto.”
“Eh che non ci penso! Ok, adesso vado papà.”
“Ehmmm….”
“Che c’è????”
“Hai preso i soldi per comprarti il gelato?”
“…Ops!”

Margini di miglioramento ne abbiamo.

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