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ehi vieni su, dai!

Dopo le punte febbrili di Pica di settimana scorsa, questa settimana, in ordine, dapprima è caduto il Monno sotto i colpi di una febbriciaccola persistente ed insulsa (max 38°… roba da dilettanti) e successivamente è caduta l’Ovetta (che invece ha fatto le cose in grande viaggiando sui 40°).

Così, giovedì mattina, quasi all’ora di pranzo mamma ova ha deciso di sfidare nuovamente la fortuna chiamando la NaziPedi.
Ottenuto un mirabolante appuntamento, Mamma Ova si dirige in perfetto orario (onde evitare di sfidare le ire della Pedi), guidando il suo pandamonio rosso, verso l’ambulatorio della suddetta NaziPedi.
Sui sedili posteriori, l’Ovetta e il Monno, febbricitanti, fra tosse e raffreddore parlottano fra di loro di compagni e giochi.
Fino a quando il Monno non interviene con una domanda “innocua” quanto tenera:
“Mamma quella è la casa della maestra E. Chissà, magari quando rientro a scuola rientra anche lei.”


“Monno, hai voglia di vedere la maestra E., vero?”
“Sì molto, è da tantissimissimo tempo che non la vedo.”
“Monno, lo sai che la mamma della maestra E. non sta bene, e lei deve accudire per un po’ la sua mamma? Lo sai, ve lo ha spiegato anche lei stessa un giorno all’asilo, ricordi?”
“Sì lo so mamma. Poverina, mi spiace. Non è ancora guarita la sua mamma?”
“Amore, quella nonnina è molto malata.”

Il Monno si zittisce (cosa assai rara a dire il vero), (orsù genitore vuoi dire che esiste una malattia più grave di quelle che attaccano noi ovetti, e che dura più di una settimana? Forsanche più grave dei due punti che mi hanno dato in testa?).
Il Monno appare un poco spaesato, si volta e guarda ,come a chiedere lumi, sua sorella che interviene forte dei suoi sette anni:

“Ma quanto molto malata?”
“Così malata che sta soffrendo tanto, e anche la maestra E. soffre perché è la sua mamma ed è triste.”

Il pandamonio rosso è fermo al semaforo. L’Ovetta incalza.
“E quindi cosa succede?”
“Succede che se una persona sta tanto male, e soffre tanto, magari dopo un po’ il Signore la chiama in cielo con lui.”

Mamma Ova entra nel parcheggio di fronte all’ambulatorio. E’ conscia che oramai la conversazione sta prendendo binari seri e metafisici.
“Mamma?”
“Dimmi Monno.”
“Cioè il Signore dice qualcosa del tipo “ehi vieni su!”??”
“Magari qualcosa di questo tipo, forse sì.”
“E perché?”
“Perché questa persona non può più guarire o sta davvero malissimo e allora il Signore le dice di andare a stare in cielo dove non c’è più il dolore della malattia e si sta tutti bene.”


“Monno, a cosa pensi?”
“E come ci si va in cielo? Con un aereo?”
“No, questa è una cosa difficile da spiegare, anche per i grandi è difficile. Diciamo che il corpo malato lo lasciamo sulla terra, mentre i pensieri e le emozioni, le cose belle che ti sono successe, i sorrisi e le persone che ti vogliono bene vanno su in cielo.”

“Avete capito? E’ difficile, vero?”

Il trio entra nell’ambulatorio e saluta con un generico buongiorno un paio di mamme e altrettanti ovetti raffreddati e tossicchianti.
“Quindi quando muori, va in cielo il tuo cuore?”
L’intera platea della sala d’attesa si volta con occhi sbarrati verso i nuovi entrati: Mamma Ova percepisce distintamente sguardi a metà fra il “sono curiosa di vedere come ne esci” e il “maaaaa ti sembra il caso di dire certe cose?”.
“Vanno in cielo tutte le cose che ti hanno fatto stare bene, i tuoi pensieri belli, i momenti felici.”
“Come quando è nata Pica? O quando ho fatto la recita del diploma all’asilo? O quando Monno è andato allo stadio con papà?”
“Certo, Ovetta! Quei momenti non moriranno mai.”
“Ma poi si può tornare giù sulla terra?”
“Eh…no. Monno, non si può.”
“Sì. Io lo so che la vita è una sola” sentenzia da filosofa in erba l’Ovetta, togliendosi la sciarpa.

“Accidenti, allora la vita è una sola?”
“Già Monno.”
Il Monno si slaccia la giacca a vento, si accomoda sulla sedia in sala d’attesa.
“Allora bisogna proprio godersela questa vita.”
“Già, hai ragione!”

Tutte le mamme in sala d’attesa sorridono, anche Mamma Ova.

Mezz’ora dopo, Mamma Ova con gli ovetti risale in auto, ha una duplice ricetta di antibiotico in borsa. E pensa… “Quasi quasi faccio la strada lunga, e non passo di nuovo di fronte alla casa della maestre E.
Per oggi ho già dato!”

PS: ieri primo giorno di Ovetti family febbre free ! Evvai!!!

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Cof cof

Lunedi mattina… sul presto…
“Pica… svegliati…. Dobbiamo andare a scuola”
“mmmmm….”: la cucciola si rigira nel letto, …tutto normale.
“Pica stiamo facendo tardi”
“mmmmm….”: la cucciola si ri-ri-gira nel letto… tutto normale.
“Pica, adesso ti alzo io, va bene?”
“mmmmm… sì”: la cucciola, da principessa consumata, da il suo assenso ad essere alzata di peso e trasportata direttamente sul vater… tutto normale.
“Oh issa! Ecco, adesso andiamo sul vater…. ma… aspetta un pochetto… mi sembri caldina…”. No, questo non è normale.
Seguono nell’ordine

  • Misurazione temperatura
  • Constatazione della temperatura 37,5 ore 7,47
  • Allerta Ucas di “reperibilità” (“Muoversi! Veloci! Avete 10 minuti per arrivare! Cosa fate? Domande? Ma siete pazzi! State perdendo tempo! Vi restano solo 9 minuti e mezzo!)
  • Stravolgimento routine mattutine (Il Monno non la prende mai bene, l’Ovetta entra in modalità “mammina” o “sorellona” che dir si voglia).

Bollettino medico del lunedì sera
“Paziente stabile, febbre scarsa (37,7 max), appetito mediocre (nella scala Pichesca sarebbe meglio dire scarso)”
Bollettino medico del martedì mattina
“Notte passata molto bene, condizioni stabili.”
Bollettino del martedì sera
“Nulla da segnalare… condizioni stabili, il paziente comincia a dare segni di irritazione dati dalla clausura protratta.”
Bollettino del mercoledì mattina
“Lieve incremento della temperatura (38°), accenno di tosse, notte turbolenta, diminuzione dell’appetito.” Leggasi: gli Ovo genitori hanno fatto la staffetta con il letto della cucciola la quale dimostra di esser malata grave dal fatto che non mangia più.
Bollettino del mercoledì sera
“Ulteriore lieve incremento della temperatura (38,5), tosse conclamata, zero appetito”.
Gli Ovo genitori vanno a dormire alle 22,00 sapendo che la nottata non sarà facile”
Bollettino del giovedì mattina
“Temperatura a oltre 39° (di mattina!), tosse secca e continuativa, occhi chiusi anche a comando, notte… non pervenuta (nel senso che non si è chiuso occhio)”
Papà Ovo dopo una siffatta nottata decide che è giunto il momento di abbandonare la baracca e s’inventa una trasferta di lavoro (meglio una due giorni tra Siena e Bolzano piuttosto che un’altra notte qua); mamma Ova decide di consultare la PediNazi che, ascoltati i sintomi esclama “la febbre poteva andare peggio, non la definirei ancora “importante”. Comunque è ammalata metà della popolazione sotto i 6 anni, ora non ho tempo per voi, venite in studio alle 17,45 non un minuto in ritardo. Click!” (ora vi ricordate perché la chiamiamo PediNazi)
Bollettino di giovedì sera
“Temperatura oltre i 40°C, occhi perennemente chiusi, naso gocciolante, testa ciondolante e attitudine ad addormentarsi in piedi; fame…what’s fame?”
La PediNazi ha visitato la cucciola, le ha controllato il controllabile, l’ha fatta piangere, ha innalzato lo stato della febbre da “mediocre” a “importante”, ha appiccicato una coccarda con scritto “campionessa di coraggio” sul maglioncino della cucciola, ha sentenziato: “continuate così, per domenica passa, altrimenti chiamatemi domenica sera che partiremo con gli antibiotici… ma non mi chiamerete.” E ha spedito fuori in un amen Pica e mamma Ova onde poter riprendere a visitare Ovetti stramalati senza soluzione di continuità.
Alla sera, papà Ovo tenta di incoraggiare la piccola per telefono: “Pica combatti la febbre, dai che se forte!” “Papà io ho conbuttuto, davvero, ho conbuttuto!”
Bollettino di venerdì mattina
“Temperatura oltre i 40,5°C, occhi-testa-voce-equilibrio-appetito… non pervenuti.”
Mamma Ova stralunata, papà Ovo (che era in trasferta) pure perché non è riuscito a dormire non si sa perché.”
Bollettino di venerdì pomeriggio
“Temperatura stabile oltre i 39°C e paziente ormai sull’orlo dell’isteria causa confinamento nelle quattro mura di casa; al rientro di papà Ovo la piccola si lancia con la sua solita allegria verso il genitore appena rientrato… salvo accorgersi che si fa troppa fatica e deviare verso il divano per un riposino”.
Bollettino di sabato mattina
“Febbre per la prima volta in decisa ritirata (solo 38° alle 9 di mattina); morale della piccola in ripresa (dovuto al fatto che finalmente a casa ci sono anche mamma, papà e i fratelli)”
In compenso la tosse impera e la cucciola si diverte a tossire in piena faccia agli astanti. Papà Ovo, in nottata, riesce a mancare il bicchierino dello sciroppo con relativo abbondante sversamento ma, essendo le tre di notte ed essendo particolarmnete rintronato, se ne accorge solo dopo aver versato mezzo contenitore; in mattinata si nota un vago odore di Tachipirina-sciroppo per tutta la cucina.
Bollettino di sabato sera
Per tenere alto il morale della truppa, l’intera famiglia Ovetti si siede sul divano per la visione dell’intera performance della recita di Natale (starring Pica e Monno, con brevi carrellate anche sull’Ovetta); Pica sembra interessata, ogni tanto si gira verso suo fratello e gli tossisce in faccia; poi, al termine, balza giù dal divano e corre in direzione cameretta.
“??? Pica dove vai?”
“A letto!” (quando una bimba di tre anni si precipita a letto senza nemmeno dirtelo forse non è ancora proprio a posto a sposto, ecco.)

Poi, domenica mattina, come predetto dalla PediNazi, il termometro si ferma a 36,5 e li rimarrà per tutta la giornata (ecco perché malgrado sia Nazi ci teniamo questa Pedi), gli occhi si riaprono, la piccola si sbafa un panino per aperitivo e la tosse… no, quella c’è ancora ma non si può avere tutto dalla vita.
Insomma, “brava Pica: hai conbuttuto bene!”
Sì…
però…
Monno perché non mangi?
“Ho un po’ freddino.”



38°C
(sigh si ricomincia!)

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Tutto bene,… grazie

Bollettino medico di lunedì 12
Pica si sveglia con gli occhi a mezz’asta e la goccia al naso; anche mamma Ova accusa una certa temperatura sopra il normale.
Papà Ovo deposita il Monno e l’Ovetta alle proprie scuole e fugge per evitare il contagio (ottima la scusa della trasferta di lavoro).
Nel pomeriggio, mamma Ova e Pica si tengono strette strette davanti all’aereosol.. tra una tachipirina e l’altra cercando di abbassare i 38°C che li accomunano.

Bollettino medico di martedì 13
Mentre papà Ovo decide di tornare indietro (malgrado l’istinto di sopravvivenza gli dicesse di prolungare la trasferta sine die), Pica raggiungeva picchi ammirevoli (39,2°C) da cui mamma Ova raddoppiava tachipirina (per entrambe) e aereosol in teoria per la cucciola ma in pratica per tutte e due.
Pregasi notare che per stare buona buona a fare l’aereosol la piccola pretende la visione su tablet di: “la vecchia fattoria” + ”la pappa col pomodoro” + “una zebra a pois” +”mi scappa la pipì” + “girotondo” + “Carletto” + “il ballo di Simone” + “I Watussi”: non fosse altro che per questo anche mamma Ova peggiora.

Bollettino medico di mercoledì 14
La famiglia Ovetti dichiara lo stato di crisi: interviene la prima pattuglia di Ucas; al secolo nonno Motore e nonna Patriottica che si prendono cura di Pica mentre mamma Ova si reca al lavoro, nonostante il malessere conclamato. Pica, appena vede i nonni, si accoccola a loro e starnutisce loro in faccia.

Mamma Ova rincasa a fatica giusto per portare Pica dalla nazi-pedi.
La suddetta nazi-pedi annuncia che nemmeno di influenza si tratta ma solo di sindrome parainfluenzale… e preannuncia 4 o 5 giorni di febbre alta… Mamma Ova, con il morale sotto i tacchi e la febbre a 38, decide che l’indomani non ce la può proprio fare ad andare in università.
In serata nonna Patriottica rincasa con un senso di vago malessere: Pica ha colpito.

Bollettino medico di giovedì 15
La pattuglia di Ucas intervenuta il giorno prima si sveglia con 39°C e fanno a gara a chi sta peggio. Alla restante coppia di Ucas (nonno Etto e nonna Clava) viene impedito di avvicinarsi a qualsiasi membro della famiglia: nel caso dovesse cadere anche papà Ovo sarebbero l’ultimo difesa prima del viaggio a Lourdes.
Il Monno, di ritorno da scuola informa che “a scuola ho fatto tante cose belle e anche la cacca molle”.
Cala un senso di depressione imminente.
Prima di andare a letto, il cucciolo replica altre sei volte… non le cose belle fatte a scuola… no… l’altra cosa; in compenso Pica non va in bagno da… mah?!

Bollettino medico di venerdì 16
Ci si trova in una situazione di stallo.
Pica continua ad avere la febbre, continua a fare il “fon” (l’aereosol) e continua a non andare in bagno.
Mamma Ova si è ormai affezionata al suo termometro ben fisso sui 38°C mentre il Monno va in bagno solo la sera ed informa gridando a squarciagola “ho fatto la cacca dura!!!”… salvo poi smentirsi qualche minuto dopo “ho rifatto la cacca molle”.
Papà Ovo, sprezzante del pericolo, non annulla il suo calcetto settimanale che si tiene sotto un vento battente e una pioggia sferzante: tanto è più sano stare ovunque piuttosto che in casa.

Bollettino medico di sabato 17
E’ il grande giorno di Pica: al mattino sfebbrata, al pomeriggio sfebbrata, alla sera sfebbrata e, ciliegina sulla torta decide di far visita al bagno con grande successo e tripudio di tutta la famiglia che si ritrova a fare la ola davanti al vasino ricolmo. (bisogna sapersi accontentare nella vita).

Bollettino medico di domenica 18
E’ il giorno del Monno nel senso che prima si accascia sul tappetone, poi si trascina in piscina, infine decide di aver freddo e da ultimo va a letto con qualche lineetta… così, giusto per cominciare bene una nuova settimana.
E mamma Ova? Lei si prova la febbre, il termometro le risponde 38 (come sempre nell’ultima settimana) e lei decide di cambiare vita: niente “thè serale”, decide di farsi un “goccetto” e si butta sul rhum… no, meglio qualche cosa di più forte… facciamo un whisky, no, meglio esagerare… tequila? No, qualcosa di più alternativo ancora: ecco un bicchiere di acqua tonica! Il massimo che possa reggere prima di andare a dormire… con 38°C, of course.

Per il resto?
Tutto bene, grazie.

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