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Tradizioni Natalizie

E’ ovvio; ogni famiglia ha le sue tradizioni Natalizie.
La loro semplice presenza rende speciale l’atmosfera del Natale ogni anno che passa.
Le aspetti, poi piano piano si avvicinano, infine arrivano e, anche se sono sempre uguali a loro stesse, ti piacciono sempre come se fosse la prima volta.

Sì, perché le tradizioni Natalizie alla fine sono sempre belle e la famiglia Ovetti ha le sue.

Per esempio ogni anno per tutto dicembre un babbo di Natale di legno con tanti cassettini pieni di M&M poco dopo cena fa risuonare il suo OH-OH-OH-OH attirando a sè i cuccioli sparsi in ogni dove per casa. Quest’anno poi il tutto era reso ancora più comico da Pica che sgomitava per arrivare prima dei suoi fratelli e dispensava i cioccolatini solo dopo aver assunto la sua dose di cioccolato prima di tutti.

Oppure la sera della vigilia i tre cuccioli preparano un frugale pasto per le renne che arriveranno nottetempo. E allora ecco il Monno portare una tazza di latte dalla cucina al salotto (mamma Ova prega di non vedere il latte finire per tutto il pavimento), ecco l’Ovetta portare un piattino di biscotti subito dietro, ed ecco infine Pica chiudere la fila anche lei con un piattino su cui sta un bellissimo biscotto… a dire il vero un biscotto troppo bello… talmente bello che la piccola non resiste e ne addenta un pezzo! Subito redarguita dai fratelli, molla il biscotto e lo ripone sul piattino, ne manca un pezzo ma tant’è:” ‘ste renne non saranno così pignole, vero?”

O ancora la mattina di Natale quando non si muove una mosca fin quando papà Ovo non entra in cameretta. La sera precedente era stato fatto notare che non vi erano informazioni sull’orario in cui Babbo sarebbe passato MA si sapeva che se avesse trovato un bimbo sveglio non avrebbe lasciato alcun regalo. E papà Ovo avrebbe potuto entrare anche a mezzogiorno e “quei tre”, noti per svegliarsi 364 giorni all’anno tra le 7.57 e le 8.01, non si sarebbero mossi di un millimetro. Salvo poi scattare come molle allorquando l’augusto genitore, entrato in cameretta, sussurra: “Siete svegli?” “SIIIIIIIII !!!!!!!!!”

E poi ci sarebbero ancora mille e mille altre tradizioni che piano piano si creano e sono alla fine un tassello di ogni famiglia; tradizioni tutte bellissime… tutte… tutte?… beh! Quasi tutte… già… quasi tutte!

Perché è vero che è ormai tradizione ma negli ultimi 4 anni (quattro!!!) immancabilmente gli Ovetti si ammalano a catena e riescono a far saltare qualsiasi evento / vacanza / gita / festa che papà Ovo e mamma Ova decidono, stoltamente e senza tener conto delle tradizione, di organizzare.
Tre anni fa fu la varicella, due anni fa la gastroenterite, l’anno scorso un megavirus debilitò l’Ovetta per 12 giorni con punte di 6 vomiti al giorno.
Quest’anno, meno di 24 ore dopo la fine della scuola, il Monno decide di annunciare a casa di amici che “Mamma ho freddo… freddissimo… anche con il maglione”.

Il ciclo dell’Ovo-scarlattina era cominciato.
L’Ovetta si sarebbe accodata la sera di Natale e Pica giusto stasera ha deciso di andare a letto con 38,9°.
Nessun problema, mancano ancora tanti giorni all’Epifania qualche cosa c’inventeremo e sopravvivremo anche a queste feste che passeremo in casa… come da tradizione di Natale.

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Lo spuntino lasciato per Babbo Natale e le renne (si noti il biscottino azzannato da Pica)

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Le vacanze degli Ovetti #2

(segue dalla scorsa settimana)

L’Ovetto:
Insieme all’Ovetta, anche lui comincia con una mezza settimana al mare con gli Ucas e una seguente mezza settimana con gli Ucasbis in montagna inframezzata dalla settimana piscinacentrica.
Poi, ma forse anche prima, decide che la sua estate sarà all’insegna dei numeri e delle classifiche.
Per andare da casa fino in Abruzzo ci sono 5 pezzettini di strada, poi stiamo 8 giorni con 9 notti, si mangiano 3 biscotti ogni mattina e a pranzo se c’è la pastasciutta si chiede anche il tris o il qua-tris. Si bevono 2 bicchieri d’acqua e si fanno 4 o 5 bagni al giorno.
In Toscana si arriva con una strada che si divide in 3 pezzettini e si contano le torri di una vecchia città (San Gimignano)… ma il numero me lo sono dimenticato e si dorme nel lettone grande con l’Ovetta per 2 notti.
Anche in Liguria si arriva con 3 pezzettini di strada e si va ogni giorno a guardare i treni (di cui ha intimamente paura) che di solito arrivano in numero: 4 treni piano, 3 treni veloce, 2 frecce bianche, 3 vivalto e 6 treni in transito.
Mamma e papà Ovo stanno cercando di disinnescare questa mania per i numeri… per ora invano.
In compenso, decide di aver paura delle alghe, ma solo quelle nel mare, se sono in spiaggia no, e difende i suoi castelli di sabbia dall’attacco del terribile mare nemico a colpi di palettate (in pratica ogni volta che un’onda rischia di minacciare una sua costruzione, il nostro prode sferra poderose palettate contro l’onda in arrivo). A suo dire il metodo funzione… noi siamo abbastanza scettici.

Pica:
Per la quasi duenne è stata un’estate di grandi novità.
Per la prima volta in un mare dove si può fare il bagno senza paura di affogare (toh, che bello in questo posto mi danno abbondanti porzioni di pastasciutta e carne o pesce a richiesta), per la prima volta in giro per i colli toscani (toh, che buone le bruschette e i pici con ragù), per la prima volta davanti ad un mare con le onde alte alte che fanno quasi paura (toh, che buona la focaccia liscia, ma anche quella coi pomodori, quella con le olive quella con la mozzarella, etc…etc…).
Insomma Pica per la prima volta ha goduto di ben tre settimane filate filate con tutta la famiglia e se l’è proprio goduta per davvero, anche perché c’era sempre un fil Rouge culinario gastronomico a cui la piccola proprio non sa resistere.
Giustamente conosciuta come “la bimba dal vasino rosso”, per il vasino che appunto le sta sempre in un raggio d’azione ben limitato, la piccola ha ultimamente sviluppato un certo senso di “non inferiorità” nel senso che qualsiasi cosa i due fratelli fanno… lei non deve e non può esser da meno; il che francamente a volte è davvero difficile.
Particolarmente apprezzata dalla cucciola una cena toscana in cui nell’ordine ha degustato antipasto toscano, zuppetta, pappardelle al ragù (mezza porzione), bis di pappardelle al ragù (porzione intera), torta al limone e bis di torta al limone: chapeau!

Per finire…
le vacanze dell’Ovetti family sono andate benone.
Anche grazie a (in ordine di apparizione) a:
Maria, Elio, Cristina, Giulia e Arianna…. Vi basti sapere che il Monno ha decretato la vacanza con voi la migliore di tutto il lotto.
Luisa, Giada e Greta…. le animatrici facenti funzione di mamme.
Pierangelo, Isa e Manuele…. da Torino con i loro cuscini in microfibra d’acron
Giorgia con mamma e papà… da Roma…. prima o poi riusciremo a vederci più di 24 ore.
Marina e Beppe… una cucina intera a nostra disposizione.
Michele, Valentina e Chiara… ma abitando a 10 km di distanza dobbiamo vederci a Marina di Massa???
Nick, Stella, Bea e Francesca… ben due giornate strappate alla spiaggia ligure…. Mega grazie da papà Ovo.
Laura, Alessia, Giada e i loro nonni… ovvero come vivere in 11 in una roulotte (!!!)
Claudia, Alessandro, Lara e Lorenzo… il dejavù dell’amichetta del cuore di mamma Ova.

E adesso sì,… si torna alla normalità.

Domenica – ore 21,35 – Ovetti appena messi a letto
PATAPONCRACK !!!!
“Ueeeeeee!!!!!!!”
Gli Ovo genitori si scapicollano in cameretta: “Che succede???”
“Sono caduta!”
“???… Ovetta? MA… Come hai fatto a cadere dal letto a castello?”
“Ueeeeee!!!!”
“Va be’, di questo parliamo dopo; adesso andiamo in pronto soccorso”.
Sì,… siamo tornati alla normalità.

(Comunque l’Ovatta sta bene)

Monno e paletta contrastano il mare

Monno e paletta contrastano il mare

 

 

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Una nube a pois

Mercoledì
“Ciao Ovetta, io sono arrivato appena arrivato a Perugia. Tutto bene?”
“Io sì, anche il Monno. Invece Pica ha delle bollicine sulla schiena”
“(NOOOOOO!!!!! La sfiga delle sfighe ! La jella suprema ! La sfortuna che col cavolo che è cieca ! La legge di Murphy che colpisce senza pietà ! ecc…ecc… il Monno ha passato la varicella alla sorella…) ehmmm… tesoro, mi passeresti la mamma?”

Giovedì
“Ciao Monno, io sono appena arrivato a Pescara e tra poco passo a trovare il nostro albergo dell’estate e te lo saluto va bene? Però mi dici come sta Pica?”
“Zao papà. Salutami l’abbeggo. Io e l’Ovetta stiamo bene. Pica pange un po’ e ha tantizzime bollizine.”
“Ehhh…. Esagerato (spero), vuoi dire che ha qualche bollicina, vero?”
“No no… ne ha mille milla” (numero tendente ad infinito nel lessico Monnesco… ma se ne intuisce universalmente il significato).

Venerdì
“Ciao bimbi eccomi a casa appena arrivato da Roma.”
Ed ecco arrivare  l’Ovetta… che salta al collo a papà Ovo.
Ed ecco arrivare il Monno… che salta al collo a papà Ovo.
Ed ecco arrivare…. Sì…. Sotto le bolle si riconosce…. È Pica (credo).
Trascina i piedini fino all’andito, poggia il suo libretto dell’occasione sulla gamba del genitore, manda comunque un sorriso di sghimbescio (che suona ancora più strano tra le bollicine che le ricoprono il faccino) e poi si accascia con la testolina tra le gambe di papà Ovo.
Il tutto si potrebbe tradurre con “caro papà, sono davvero contenta che tu sia tornato (vedi… ti sorrido anche) e mi piacerebbe anche che tu mi leggessi una storiella (un’altra volta ancora, oh… sì) ma è che proprio non mi sento molto in forma: ti dispiace se mi faccio un piccolo riposino qui tra le tue gambe? Solo qualche secondo, giusto per riprendermi… non so cosa mi stia succedendo ma sai, … sono proprio stanchissima in questi giorni”

Sabato (mattina)
“Dunque mamma Ova, facciamo il punto della situazione.
Io resto a casa con Pica che, ormai isterica, cerca di sopportare onorevolmente il suo quarto giorno di isolamento e clausura.
Nel frattempo tu con gli altri due Ovetti (entrambe già varicellati e quindi esclusi dal rischio contagio) vai alla festa dell’ovetto A. (festa peraltro già rimandata causa festeggiato vomitante il mese scorso).”

Sabato (sera)
“Ciao mamma Ova, come è andata? (leggasi: sei sopravvissuta ad una mandria di bimbi di età mista urlanti per un intero pomeriggio?)”
“… meglio lasciar stare… sappi che i tuoi figli pattinavano nel soggiorno dell’Ovetto A.”
“Ah ! bene. Ehmmm… lo so che sembra assurdo ma forse anche qui abbiamo ancora qualche ULTERIORE problema di salute; se infatti riesci a guardare tra una vescicola e l’altra della piccola (il che non è per nulla facile) a me sembra che sia pure arrossata.”
“???… fammi vedere?… ma ha anche la febbre!”

Domenica (mattina)
“Ciao mamma Ova. In piscina è andato tutto bene; all’Ovetta stanno insegnando ad andare sott’acqua e al Monno stanno insegnando ad andare nell’acqua alta. E cosa ti hanno detto in pronto soccorso?”
“Che Pica ha fatto reazione alla medicina che gli abbiamo dato per combattere la varicella (che peraltro non sembra aver fatto un granche visto chè è un bollicina unica).
“Che fortuna!”

Domenica (pomeriggio)
“Pronto papà Ovo?”
“Si.”
“Ciao sono M. la mamma dell’ovetto A., il festeggiato di ieri che insieme a sua sorella l’ovetta S. ha ospitato una ventina di altri Ovetti per una festa under diecienni.”
“Dimmi cara.”
“Ecco volevo informarvi che oggi l’ovetto A. ha la febbre e l’ovetta S. oltre alla febbre ha anche la varicella. Adesso informo le altre venti famiglie che ieri abbiamo contagiato alla grande.”
“Ah! Beh, direi che qui stiamo già dando alla grande.”

 

Tutto ciò per dire che:
1)        una nube fantozziana carica del virus varocelloide pare seguire costantemente la famiglia Ovetti negli ultimi dieci giorni… la popolazione lombarda è avvisata.
2)        domattina molto prima dell’alba papà Ovo partirà per Valkiakosky (sperduta località finnica) con la stessa voglia con cui andrebbe ad un concerto di Heavy Metal.
Solo che il concerto non durerebbe tre giorni.
Non sa in che stato troverà la famiglia al suo ritorno.
L’unica speranza è portare con sè la nube fantozziana e riuscire ad abbandonarla nella steppa finnica.

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