In balcone !

Da un paio di settimane Pica doveva fare una ricerca scolastica con tale I. sua compagna di scuola.
La cucciola ha ripetutamente cercato di trovare un pomeriggio in cui trovarsi con la sua amica ma, malgrado l’impegno e la costanza, i tentativi non hanno avuto successo.

La mamma non può portarla.
Non ha visto il messaggio sul cellulare.
Domani deve andare a trovare la zia.
Dopodomani non c’è nessuno che la può portare.
ecc…ecc…

Una sconsolata Pica giovedì ha espresso tutto il suo sconforto, e anche la sua preoccupazione per la ricerca scolastica non fatta, dandosi un ultimatum: domani le strappo un appuntamento! A qualsiasi costo!

Con cotanta belligeranza è quindi partita il venerdì verso il plesso scolastico e la famiglia intera, ad onor del vero, era già pronta al peggio visto che non erano state ancora usate le scuse tipo “ci sono le cavallette” oppure “mi è morto il gatto”.

Venerdì pomeriggio
“Mamma, papà, sono tornata.”
“Ciao Pica! Tutto ok? Sei riuscita a fissare un appuntamento con la tua amica?”
“SI!!!!! Anche se ad un orario strano.”
“?”
“Alle 12”
“Va beh… se fate tardi mangia con noi.”
“No… non avete capito. Ci troviamo alle 12 in piazza per andare in biblioteca.”
“Ma Pica la biblioteca chiude più o meno a quell’ora.”
“Lo so ma lei non se la sentiva di venire qua, si sentiva in ansia.”


“Però le ho detto che se la biblioteca chiude potrebbe venire qua, SENZA pranzare, ma facendo i compiti.”

“… B-brava… ottima strategia e cosa ti ha detto?”
“Si poteva fare ma preferirebbe fare i compiti in balcone!”

“… (a febbraio… in pianura padana… se poi ti va di jella e non c’è il sole voglio vederti!)… comunque brava!”

Sabato mattina alle 12 Pica si è presentata regolarmente in piazza e anche I. incredibilmente era li!
Papà Ovo, “casualmente” da quelle parti (in realtà pronto a consolare la cucciola nel caso dell’ennesimo bidone) allertava via cellulare la famiglia che a questo punto si preparava all’evento.
L’Ovetta, onde evitare di causare qualsiasi stress della fanciulla, usciva a correre colta da improvvisa voglia di macinare chilometri.
Il Monno, onde evitare qualsiasi stress della fanciulla, raggiungeva la soffitta in quanto desideroso di contare le travi del tetto.
Mamma Ova, onde evitare qualsiasi stress della fanciulla, si chiudeva in camera per correggere compiti in classe diventati urgentissimi.
Papa Ovo, onde evitare qualsiasi stress della fanciulla, per non rientrare contestualmente alle ragazze andava a prendere il pane flirtando prima con la panettiera e poi anche con il panettiere per tirarla in lungo.

Tutti e quattro mangiavano a spizzichi e bocconi per non attirare troppo l’attenzione e in casa regnava un silenzio un filo innaturale con bisbigli continui e occhiate a dirsi “sembra che vada bene!”

L’Ovetta I. alla fine, è sembrata normalissima, allegra, simpatica e tranquilla; non ha mangiato (glielo abbiamo offerto in modo soft per non crearle ansia) e non ha cercato di andare in balcone (anche perché non lo abbiamo); a tutti è restato il dubbio che magari la potessimo far sentire un pochino accolta più calorosamente… ma a dire il vero eravamo tutti un po’ in ansia!

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