Questione di genetica

Quando in bicicletta si recò all’appuntamento era una giornata limpida e fresca come spesso capita in autunno.
Lasciò la bici davanti alla vetrina del negozio ed entrò.
Lui gli andò incontro: un signore distinto e tranquillo ma che comunque lo mise subito a suo agio.
Lo fece passare nel retro del negozio dove teneva lo “lo studio-laboratorio” e lo fece sedere su uno sgabello con davanti uno specchio a tre piani (come quelli per i truccarsi per intenderci) e un tavolo anche lui a specchio.
Poi gli spiegò tranquillo e sereno come avrebbe dovuto fare e gli disse che comunque quel giorno lo avrebbe aiutato lui.

Lui non sapeva, ma nemmeno papà Ovo sapeva, che quel pomeriggio sarebbe stato lunghissimo e difficilissimo; non sapeva che papà Ovo ne sarebbe uscito distrutto fisicamente e lui con qualche dubbio sulla sua professionalità.
Per le successive tre ore (TRE !) cercò di spiegargli (e fin qui nessun problema… nella teoria papà Ovo era forte) e poi di infilargli le lenti a contatto !
Quel povero ottico di paese le provò tutte con una pazienza infinita: lottò contro gli occhi di papà Ovo (perennemente chiusi), la sua bocca (perennemente aperta vai a sapere perché), i muscoli tesi di tutta la faccia e altri tic nervosi che papà Ovo non aveva mai avuto e non avrebbe mai più avuto.
Crediamo sia stato il culmine della carriera professionale dell’ottico (perché alla fine ce la face!) ma quando papà Ovo uscì era già buio e il ritorno in bici per quei 500 metri scarsi che conosceva a memoria fu drammatico visto che non riusciva a tenere aperti gli occhi.

La storia di papà Ovo e delle lenti a contatto durò qualche settimana… forse un paio di mesi scarsi… diciamo che l’amore non sbocciò… e papà Ovo capì di avere un rapporto abbastanza strano con tutto quello che riguarda gli occhi.

Settimana scorsa l’Ovetta ha deciso di provare a mettere le lenti a contatto.  
Papà Ovo, dall’alto della sua esperienza, ha fatto tutto quello che era in suo possesso per sostenere ed aiutare la cucciola: le è stato lontano.
Sfortunatamente pare che i geni paterni siano passati alla primogenita che nelle ultime sere lotta stoicamente coadiuvata da mamma Ova per far si che quelle fottut… lenti entrino.
Occhi chiusi ? ….anche lei.
Tic nervosi sconosciuti?…. anche lei.
Bocca inspiegabilmente spalancata ? ….. anche lei.

La cucciola combatte, però, a papà Ovo, chiuso nell’altra stanza da dove ogni tanto urla il suo supporto “Forza Ovetta!”, pare che la battaglia non stia volgendo a nostro favore nemmeno stavolta.

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