Correva l’anno 2019.
Era aprile
E gli Ovetti insieme ad una famiglia di Ovoamici avevano deciso di camminare lungo il sentiero Francescano tra Assisi e Gubbio.
Fu una bellissima esperienza (il post lo potete leggere qui) e subito ci venne la voglia di continuare quel cammino.
Correva l’anno 2020
Era gennaio,… forse febbraio
E gli Ovetti amici si presero anche la briga di inventarsi una maglietta personalizzata per la seconda tappa del cammino, da farsi presto… anzi prestissimo: nel giro di un paio di mesi al massimo.
Poi… beh… poi venne la pandemia e la seconda parte del cammino di San Francesco, insieme con le magliette celebrative, finirono in un cassetto.
Giovedì abbiamo aperto quel cassetto e siamo partiti tutti insieme per questo viaggio a lungo rimandato; ora, visto che siamo appena tornati, siamo un pochetto sporchi, abbiamo i polpacci urlanti, le vesciche sul tallone (oh si!) e siamo anche un filo stanchini, il post di oggi sarà veramente un riassunto breve breve.
Giovedì:
Partenza con calma dopo aver sistemato il cane degli Ovo amici allo “SheratonBau” (canile a cinque stelle dove comunque il quadrupede non apprezza esser sistemato).
Tappa mangereccia a metà strada con pranzo un filino pesantuccio (ma serve per le faticacce dei prossimi giorni) e arrivo in quel di Gubbio dove un Don particolarmente schietto ci assegna le camere (divisione per famiglie), ci offre la benedizione la mattina seguente (ma non mi fate svegliare troppo presto però) e tratta male mamma L. per il divertimento di tutti gli altri.
Segue pendolo per lasciare la macchina all’arrivo e pizza in compagnia.
Venerdì:
Si parte subito con il tappone megagalattico. (28 km circa)
Non bastasse pure la pioggia e una temperatura non particolarmente amichevole.
Bisogna anche dire che fino a mezzogiorno ce la caviamo egregiamente, poi a mezzogiorno comincia a nevicare, e il tallone di papà Ovo lo mette in seria difficoltà.
All’arrivo un Don particolarmente simpatico e loquace ci assegna le camere (divisione per sesso) e una lezione di storia sopraffina a cui papà M. non tiene testa per il divertimento di tutti gli altri.
Cena insperata anche a base di tartufo… perché viaggio povero sì ma visto che si può….
Sabato
Tappa intermedia (14 km circa) caratterizzata da un paio di salitone che mettono in prima difficoltà mamma Ova e l’Ovetta. Tengono alla grandissima invece il Monno e Pica.
Si nota il solito pranzo in condizioni avverse con un vento gelido sprezzante e fiocchi di neve e grande ovazione per il casale a destinazione vendutoci come un posto gelido ed invece caldo, accogliente e con un ospite gentilissimo che ci omaggia di vino, grappa e formaggio.
Ci dividiamo le stanze tra genitori da una parte e cuccioli dall’altra e non ci resta che tradizionale serata tutti insieme persino con un ottimo risotto dello chef M.
Domenica
Tappa teoricamente facile (14 km circa quasi tutta in discesa)
Ma tra il mal di schiena di uno, il tallone dell’altro, le vesciche di una terza e il pollicione di una quarta, forse la tappa più sofferta. Però non nevica almeno!!!
Anche perché, ahimè, si sa che il tutto sta già per finire, ci sono davanti 4 ore di macchina, una montagna di vestiti sporchi, noi stessi sporchi e sudati, il lavoro che bussa alle porte, la scuola che riprende, e soprattutto il TG che rimanda quelle immagini orribili e…
… e allora bisogna un poco rimettere insieme questi giorni e pensarci con un poco più di calma.
Ripensare alla risate, al tempo lento, alle chiacchiere, alle facce sorridenti e rilassate degli Ovetti e anche degli adulti, ai ragazzi che crescono e tutti e cinque una gran bella gioventù. Ripensare a quello che è importante davvero e a quel simbolo del Cammino di San Francesco che ci ha accompagnato per tre giorni e che in questo periodo sembra davvero un simbolo predestinato con quei colori che sono entrati prepotentemente nelle nostre viste in quest’ultima settimana: il giallo e l’azzurro.
Sì, proprio quei colori…. ma capovolti, come lo è stata la nostra vita negli ultimi tre spensierati giorni…
