Le vacanze estive della famiglia Ovetti si sono (sigh!) concluse.
Qui di seguito un riassunto esaustivo:
Parte Prima
Dopo varie settimane in cui gli Ovetti passano dall’oratorio alla montagna con gli Ucas, dalla fattoria al mare con gli altri Ucas, mentre gli schiavi-genitori continuano a lavorare, finalmente arriva il momento delle vacanze tutti insieme.
La prima settimana viene passata presso un lussuosissimo “Family Hotel”.
La settimana in questione, altrimenti nota a papà Ovo come “la settimana dell’Imperatore”, è andata benissimo.
Gli Ovetti, appena arrivati in loco, si sono tuffati in mare e ne sono riemersi circa 8 giorni dopo.
Mamma Ova, sgravata dalle incombenze di pulizia varie e cucina, si è dedicata a nuotate con i bimbi, passeggiate sulla spiaggia e a mangiate di immense quantità di verdure generosamente cucinate non da lei.
Stante la famiglia in completo relax, papà Ovo (“l’imperatore”) ha alternato giochi in spiaggia coi bambini a immense mangiate di qualsiasi cosa gli ponessero davanti, a chiacchierate simpatiche con famiglie torinesi e pugliesi: non ha fatto null’altro!
Un trionfo.
Durante detta settimana, si svolgevano le seguenti attività non marine:
1) Gita alle grotte di Frasassi.
Le grotte sono state:
a) eccezionali per l’Ovetta “Papà, sono bellissime! Ma non capisco tanto la signora che ci spiega… quando sono grande mi ci riporti ancora?”;
b) eccezionali anche per il Monno “Mamma, sono belle ma fa un po’ freddino.” (effettivamente il cucciolo aveva le labbra blu … ma era buio… non ce ne siamo accorti proprio subito subito).
c) passabili per Pica “E’ buio!”
Incidentalmente papà Ovo aveva preparato tutto l’occorrente fotografico al meglio, stante il suo desiderio di cimentarsi con la fotografia in grotta…salvo poi scoprire che non si potevano fare foto.
2) Biciclettata dall’albergo al paese limitrofo “… per andare a mangiare un gelato tutti insieme! ”
Papà Ovo ha pensato: “Mah!”.
L’Ovetta ha detto “Vengo anche io e voglio pedalare su una bicicletta tutta mia.”
Papà Ovo ha pensato: “Mah!… ed è pure un po’ complicato.”
Pica ha detto: “Bici, bici. Mamma mi porta in bici!”
Papà Ovo ha pensato: “Mah!… povera mamma Ova.”
Giunge la notizia che “… sono circa 6 chilometri…”
Papà Ovo ha pensato: “Mah!… qui adesso è davvero dura.”
Il Monno ha detto: “vengo anche io e anche io voglio pedalare su una bicicletta tutta mia.”
Papà Ovo ha concluso: “Ora è proprio impossibile!”
Alle ore 14,00 un plotone baldanzoso si presentava sulla linea di partenza bicicletto-muniti.
In mezzo al gruppo si potevano notare:
a) l’Ovetta, sorriso a trentadue denti, orgogliosissima di essere in completo controllo della situazione in mezzo ai “grandi”.
b) Pica, soddisfattissima di essere scarrozzata da mamma Ova.
c) il Monno, concentratissimo in sella ad una “saltafoss” classicamente anni ’70, un poco troppo grande per lui e mai provata prima ma … tant’è.
d) Mamma Ova, pronta a scorrazzarsi in giro Pica e tutto il suo peso.
e) Papà Ovo, preoccupatissimo di dover evitar scontri tra il Monno e nell’ordine i passanti, gli altri ciclisti, le automobili, i tir, le piante, gli animali domestici, gli animali selvaggi, le mamme coi passeggini, i treni merci,…..
Pronti… partenza… via! E Pica, dopo una decina di pedalate, si addormentava all’istante.
Quaranta minuti dopo e sotto un sole a picco, il gruppo arrivava a destino.
Incredibilmente anche il Monno arrivava senza alcun problema e grazie anche al tifo ed all’incitamento di tutto il resto del gruppo (e di alcuni passanti sulla strada).
Dopo una breve sosta in cui tutti optavano per un buon gelato, ad eccezione del Monno che da buon atleta optava per dell’ananas fresco (!!!), il gruppo ripartiva per l’agognato hotel.
A metà della traversata, ecco l’irreparabile.
Da una parte il Monno concentratissimo ma in completo controllo, dall’altra un ragazzotto in bici in tranquillo relax, nel mezzo spunta la classica vecchina che incurante del “traffico” decide di attraversare la pista ciclabile.
Il Monno non fa una piega e tira diritto, il ragazzo si scansa dalla sua corsia (evitando la vecchina) ed invade la corsia opposta, il Monno non fa una piega e tira dritto, il ragazzo frena convulsamente, il Monno non fa una piega e tira dritto,… lo scontro è inevitabile.
Appena ripresosi dal patatrack, il Monno apostrofava il preocupatissimo ragazzotto redarguendolo: “Non è colpa mia… io ero sulla destra!”. Il ragazzotto, messo sulla difensiva dal cinquenne, abbozzava ed ammetteva la colpa e la tensione scemava all’istante.
I due si scambiavano un “High five!” e ripartivano serenamente (la vecchina nel frattempo si dileguava infischiandosene sonoramente di tutto il trambusto causato).
Rientro trionfante poco dopo: mamma, papà, Pica, Ovetta, Monno e saltafoss illesi!
Ovetta e Monno (in saltafoss) prontissimi per la biciclettata
(segue settimana prossima)
Impe
31 Aug 2015Bentornata famiglia!!!