A te…
A te che frequenti la quinta elementare e ti senti grande, che aspetti con una certa frenesia il prossimo anno e conosci almeno di fama già la metà dei professori e ti vedi sfrecciare in sella alla tua bici la mattina verso la scuola media. A te che temi le alzatacce mattutine, che ti trascini senza parlare e spesso con gli occhi chiusi per un buon quarto d’ora dopo la sveglia, a te che sei una dormigliona ma alla fine il 3senso del dovere è più forte e sei puntuale.
A te che ancora non ti capaciti che le puntate di Friends siano finite, perchè Rachel e Monica e gli altri erano davvero tuoi amici, e continui a inventare le loro storie con i lego, in infinite trame di storie. A te che riservi un angolino della tua giornata ai tuoi giochi, sempre, fossero anche pochi minuti al giorno, come un modo per staccare la spina, per ritrovare il tuo mondo.
A te che guardi con ammirazione l’Ovetta ma la osservi crescere in modo ironico, perché ancora non capisci gli eccessi dell’adolescenza. A te che le insegni le coreografie dell’oratorio, a te che ascolti le sue scelte musicali con un misto di curioso interesse e perplessità, a te che chissà come conosci tutti gli intrighi e le storie degli amici dell’Ovetta. A te che erediti i suoi vestiti tutti scuri, mentre tu vorresti indossare anche qualche colore ogni tanto.
A te che quando i nostri amici Ucraini sono tornati ti brillavano gli occhi e li hai abbracciati con gioia perché eri davvero preoccupata per loro; a te che non riesci a capire cosa possa essere la guerra e soprattutto perché ci sia, a te che ascolti i racconti dell’ovetto A. e della sua mamma con l’incredulità della tua età. A te che vivi le cene parlate in inglese ma continui ad intervenire in italiano. A te che hai imparato a dividere spazi e tempo con gli altri con una naturalezza che solo tu puoi avere, con il sorriso e la felicità di farlo.
A te che quest’anno su un piccolo camper hai viaggiato in lungo e in largo per gli stati uniti, hai dormito al caldo, dentro o fuori da un sacco a pelo, scarpinato sotto un sole cocente, viaggiato per giorni, mangiato accampata in ogni dove, senza mai lamentarti, senza mai rinunciare a vedere un luogo o ad affrontare un percorso. A te che temi di non ricordare tutti i paesaggi che vediamo, che temi di dimenticare i luoghi e le persone, ma poi ne racconti particolari e situazioni così speciali che solo tu ricordi. A te che non esiste altro modo di viaggiare se non tutti insieme.
A te che hai progetti fantasiosi e grandi, che vorresti andare in Africa e salvare gli immigrati che affrontano le traversate del Mediterraneo “perché in fondo bisognerebbe solo avere una barca”. A te che la tua casa è un porto sicuro e non è un problema ospitare.
A te che bisticci con il Monno per i giochi, perché accetti facilmente di perdere con lui ma ogni tanto le sue mille regole aggiunte a quelle del gioco ti fanno impazzire, a te che quando una pagina di scienze e storia è davvero dura, vai dal Monno a farti aiutare e lui arricchisce così tanto il contenuto che a te sembra tutto più facile. A te che non capisci come il Monno faccia a marciare, ma quando gareggia studi i suoi avversari, i loro tempi e sei la sua prima fan.
A te che hai paura dei cani e per esorcizzarla sostieni che ne vorresti uno ma deve essere bianco, con il pelo ricciolino, buono, piccolo, amante dei bambini, non deve abbaiare, né allontanarsi, né saltare, né correre, praticamente un peluches. A te che hai imparato a rispondere a chi ti chiede perché hai paura, “È così, cosa ci posso fare? Però non ho paura dei coccodrilli; ne vuoi uno tu?”
A te che per la prima volta e con una certa paura hai affrontato la settimana in campeggio con l’oratorio senza mamma e papà, con la sua amica del cuore. A te che sei partita con il sorriso, che dormivi con tre felpe e nel sacco a pelo per il freddo, che gustavi con gioia il cibo del campeggio, a te che consolavi qualche compagna che sentiva la malinconia di casa ma al telefono ti sentivamo strafelice e contenta. A te che nei viaggi cammini come un’adulta, con il tuo sacco a pelo nello zaino e parli ininterrottamente perché la fatica alla tua età è un concetto relativo. A te che poi la sera “tramontano i piedi” come dici tu e poi allora finalmente dormi come un angioletto.
A te che odi gli spinaci e le melanzane, a te che non ami i dolci, ma piuttosto un buon piatto di pasta al ragù. A te che hai le idee chiare, sai cosa ti piace, dichiari i tuoi gusti con semplicità, a te che scrivi un diario con i pensieri delle giornate più belle. A te che non ami studiare italiano, ma poi “quando ho un tema, mi concentro fortissimo e scrivo tutto quello che penso”. A te che hai quaderni ordinati e tieni con cura le tue mille penne colorate, a te che apparecchiare la sera è un compito troppo noioso. A te che non dimentichi mai nemmeno un giorno di dire “ti voglio bene”, a te che cerchi il tuo posto in mezzo a tante persone con determinazione e coraggio, a te che sai essere critica e pungente, a te che hai fiducia nel mondo e nutri un’incrollabile speranza nel domani, a te che ci guardi con gli stessi occhi puliti e brillanti di quando sei nata, a te che stai diventando grande e ne sei fiera più che mai, …
si, proprio a te, Buon Compleanno Pica !