Correva l’anno 1975, era settembre, a dire il vero non ricordo la data.
Ricordo però che, per qualche strano calcolo troppo complicato per me (che avevo solo 6 anni), se quella macchina rossa (ma proprio quella mi raccomando, non quell’altra visto che di macchine rosse ce n’erano due) fosse arrivata fino in fondo (e non importava in che posizione… o quasi) allora noi avremmo vinto il campionato. (Beh… si dice “noi” ma ovviamente si intende “io”: io avrei vinto il campionato, io sarei stato il più veloce, io avrei festeggiato con mio papà).
Della corsa, ricordo solo che partimmo forti.
Seduti sul divano con le finestre aperte io e papà facevamo il tifo, o forse il tifo lo facevo io e lui mi dava manforte… ma questi son dettagli.
Le finestre aperte erano essenziali perché la gara si disputava a Monza e con le finestre aperte da casa nostra si sentivano i rombi del motore che ricreavano un effetto surround assolutamente all’avanguardia per l’epoca; si vedeva in tv e si sentivano i rombi dalla finestra ed eravamo due anni prima che qualcuno ci rubasse l’idea ed inventasse il dolby surround!
A metà corsa eravamo secondi e io ero contento … ma non contentissimo, verso la fine della gara la macchina rossa era prima!… ma era la seconda macchina; invece quella che dovevamo tifare noi era terza.
Con grande atto di fede nella spiegazione che mi aveva fatto papà, mi costrinsi ad essere contento anche se avevo una gran paura che “terzo” non fosse sufficiente.
Poi arrivò il traguardo, il telecronista cominciò ad urlare che tutto era stato fantastico, strepitoso, bellissimo, che Niki Lauda era campione del mondo e che la Ferrari era campione del mondo. Anche mio papà balzò in piedi felice ed a me piaceva vederlo contento ma il più felice di tutti ero io: avevo vinto!… Braccia al cielo!
Poi venne l’amore per Gilles Villeneuve, la brutta fine, i tempi bui, Schumacher… ma questa è un’altra storia…
Questa mattina, papà Ovo, il Monno e l’Ovetta si sono alzati presto per andare in piscina come tutte le domeniche.
Però si sono alzati un pochino prima e, in silenzio per non svegliare Pica, si sono messi sul divano insieme a mamma Ova per guardare i primi giri del GP.
L’Ovetta, refrattaria alla TV, segue con passione le “brumbrum gare” (nome che le diede quando aveva tre anni) ed il Monno ovviamente esterna tutto il suo animo da tifoso che non può mai perdere… ma che in realtà perde sempre almeno guardando le brumbrum gare.
E sì, perché mentre per il calcio il Monno ha avuto carta bianca e deciso di tifare Juve “perché vince” (come dice lui) e “comunque fino a dodici anni posso cambiare” (sempre come dice lui per tenersi una porta aperta quando la vecchia Signora vivrà tempi più bui), nella formula 1 papà Ovo ha esternato da subito i suoi gusti ed il cucciolo si è sentito in obbligo di andargli dietro… beccando sin ora sonore mazzate sportive.
Grande disappunto allora quando una mezz’oretta dopo, con la macchina rossa in testa papà Ovo ha quindi spento la TV per avviare la comitiva verso la piscina.
Nell’ora successiva l’Ovetta ha dato di bracciate, ha mostrato il suo stile libero, ha abbozzato una “rana”, ha dato il meglio di sè con il dorso e si è tuffata con sonore spanciate.
Anche il Monno si è divertito: ha recuperato anelli sul fondo della piscina, ha trasportato palline da una parte all’altra, ha scherzato con le maestre spruzzandole, ma ogni tanto alzava la testa cercando papà Ovo al di là del vetro e, quando lo vedeva, gli urlava un “COME VA LA BRUMBRUM ROSSA?” che papà Ovo leggeva sul labiale prima di alzare il pollice per indicargli che eravamo in testa. Il cucciolo capiva, stringeva i pugnetti in segno di gioia (contenuta) e si ributtava a cercare anelli in fonda alla piscina.
Poi, appena finita l’ora di nuoto, mentre si rimetteva l’accappatoio insieme ai suoi amici, ha ricercato papà Ovo, l’ha rivisto e gli ha rifatto la stessa domanda. Sempre al di là del vetro, l’anziano genitore ha risposto ancora con il pollice alzato e gli ha urlato “È FINITA, ABBIAMO VINTO!”.
E allora il Monno, costumino rosso, cuffia azzurra e accappatoio blu è esploso in un sorriso enorme, ha cominciato a saltellare come un matto e ha buttato le braccia al cielo urlando tutta la sua gioia perché finalmente aveva vinto… e sì perché ha vinto LUI,…. ovviamente.
Tutto come quarant’anni fa.
Mapa
29 Mar 2015Si proprio come 40 anni fa storia ed emozioni si ripetono