La recita

Mercoledi, 18 dicembre; IL giorno della recita.

Cielo terso e temperatura fredda… tutto ok.
Gaestroenteriti varie dei cuccioli rientrate già da una settimana… tutto ok.
Gastroenterite lampo di papà Ovo appena rientrata…tutto ok.
La situazione si presenta perfetta.

Ore 11
Nonna Clava informa che in nottata ha vomitato 6 o 7 volte ma “nessun problema… sono in formissima”.
… segue opera di convincimento affinché la stessa rimanga a casa onde evitare contagio di massa e popolazione brianzola costretta sulla tazza il giorno di Natale.
Sarà per il pressing, sarà perché la stessa nonna non riesce ad allontanarsi troppo dal bagno ma alla fine cede e rinuncia all’Evento.
(Già comprate alcune scatole di antidepressivi per poter far superare a nonna Clava tale delusione).

Ore 14
Gli Ovetti rientrano anticipatamente da scuola dopo le prove generali.
Tale rientro prematuro dovrebbe servire per breve pisolino che dovrebbe portarli in condizioni accettabili sino alla “prima”.

Ore 16
“Dai Monno che usciamo”.
“Ma tolniamo a scuola?”
“No, andiamo a teatro, oggi c’è la recita”.
“Ma ci sono già stato stamattina”.
“Sì, quelle erano le prove, adesso invece c’è la vera recita”.
“Ma con le maeste?”
“Si, certo”.
“E con i miei companni?”
“Si, certo”.
“E venite anche voi?”
“Si, certo”.
“Sono confuso”.

Ore 17
Consegnati i bimbi alle maestre (tese come per la prima di uno spettacolo alla Scala), i coniugi Ovetti prendono possesso dei loro posti.
Anche quest’anno, malgrado l’assenza di nonna Clava, ma grazie alla perseveranza di nonna Patriottica che presenziava dinnanzi alla porta del teatro con la solita ora di anticipo, agli Ovetti spettano i posti centrali della quarta fila.
Per la prima volta presente nonno Etto; anche quest’anno invece nonno Motore viene spedito a far compagnia a Pica a casa; ad onor del vero l’anno prossimo il primo biglietto spetterebbe di diritto proprio a nonno Motore, ma nel caso poi rimanesse esclusa nonna Clava e nonna Patriottica, la vita di nonno Motore sarebbe in serio pericolo; forse non gli conviene troppo.

Ore 18
La sala viene avvolta dal buio…

Atto primo / scena unica
Musica dolce in sottofondo.
Il palco è al buio.
Tranne una luce diretta puntata sullo sfondo.
Là dove ora, uno per uno, entrano i piccoli fiocchi di neve…
… che sono poi una dozzina di bimbi treenni tuttodibiancovestiti.
Si muovono piano piano, in testa un fiocchetto bianco, alzando ed abbassando le manine a cui sono legate due pom-pom bianchi tenuti insieme da un nastrino dello stesso colore.
In mezzo a loro, il Monno vaga, come gli altri bimbi, per il palco,… tutto bene… fin quando… PERDE I POM-POM in mezzo al palco!
Lui non se ne accorge, continua a vagare per il palco senza i pom-pom, poi si accorge che sta muovendo le manine inutilmente vuote, comincia a guardarsi intorno, cerca di qua e di là, si guarda sotto le ascelle (caso mai fossero finiti li) e alla fine decide di fregarsene bellamente e continua a far danzare in aria pom-pom immaginari.
Noi torniamo a respirare …. Già consci di una crisi di pianto scampata.
Ora i fiocchi di neve si posano a terra, il Monno si sdraia completamente e siamo certi che adesso si metta a dormire, visto la stanchezza imperante degli ultimi giorni.
Invece la musica finisce, tutti i bimbi si rialzano ben svegli (proprio tutti !) e lasciano la scena.
Applausi, sipario.

Un fiocco di neve a teatro

 

Atto terzo / scena unica / Gran Finale
Mentre duecento (!!) bimbi treenni, quattrenni e cinquenni vengono tenuti a bada da maestre ormai provate e stremate per tutto il palcoscenico, ecco che un piccolo gruppetto di angeli, passando per la platea, raggiunge il palco annunciando l’arrivo del bambin Gesù.
Tutti gli angioletti sono biondi, di sana costituzione e sorridenti; se non fosse stato per il “sorridenti”, questa selezione poteva andare bene anche per un corpo d’elite delle SS; nessun angioletto ricciolino e coi capelli scuri sarebbe stato tollerato.
Tra di loro… l’Ovetta.
Entra in scena con un sorriso a trentadue denti e sprizzando di felicità, passa in platea sfoggiando le sue alucce e la sua tunica immaccolata e sale sul palco con gli occhi brillanti. Katherine Hepburn non avrebbe tenuto la scena meglio.
Solo per un secondo si acciglia, quando la candela (a pile) si spegne, ma da attrice consumata qual è e con tutta l’esperienza delle sue tre recite all’attivo, non si scompone più di tanto e la riaccende in un secondo.
Poi un microfono le viene messo davanti, lei annuncia l’arrivo del bambinello ad un volume tale che pure i sistemi antisismici giapponesi pare abbiano rilevato onde sonore e parte la canzone Natalizia finale.
Applausi a scena aperta, richiesta di bis (fortunatamente rifiutata), sipario, luci in sala.

Un angioletto a teatro

 

Poi il teatro piano piano si svuota; dal palco arriva la richiesta affinché qualche papà si fermi per aiutare a trasportare le masserizie dal teatro alla scuola… e allora il teatro si svuota molto più velocemente.
Dieci minuti dopo, papà Ovo, appollaiato sul tetto di un pickup, trattiene un albero di natale con un piede, le scenografie con le mani e vari addobbi con la bocca sperando di non cascare mentre percorre le vie dell’Ovetto town.

Poi, finalmente, tutti insieme a casa,… in fondo tra solo una settimana è Natale.

A tutti voi, da mamma Ova, papà Ovo, dall’Ovetta, dal Monno e da Pica un augurio di buon Natale
(PS: Pica ci tiene ad augurarvi anche un TATATATATA… che non si sa mai).

This Post Has One Comment

  1. Prova recita superata alla grande ^_^ !
    Un augurio di tanta serenità e gioia anche a tuttissimi voi!

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