I dinosauri e TATATATA

Dopo che nelle scorse settimane la gita del Monno è stata più volte posticipata (causa maltempo) fino ad essere cancellata, dopo che la gita dell’Ovetta quest’anno non è stata nemmeno messa in calendario causa “grave crisi finanziaria dell’euro-zona” (eh si… non è una battuta, molte famiglie si sarebbero sentite un po’ sotto pressione…), dopo che in qualche modo siamo riusciti a convincere l’Ovetta ed il Monno che la gita si sarebbe comunque fatta “appena arriva il tempo bello e con un po’ (volutamente termine molto vago) di amici”; ecco, si diceva, dopo tutto ciò, oggi era il giorno della gita.

Ore 9,30
Papà Ovo, Monno ed Ovetta escono di casa in direzione parco di Monza. Cielo terso, temperatura molto buona.
Ore 10,00
Ritrovo all’ingresso del parco. Le mamme si riconoscono in quanto attaccate ai pantaloni hanno degli Ovetti; i papà invece sono quelli con megazaini sulle spalle (pregasi notare che la gita non prevede un pernotto in trasferta anche se la dimensione degli zaini lo lascerebbe supporre). A poco a poco gli Ovetti prendono confidenza e cominciano a staccarsi dai pantaloni delle mamme, proprio quando è in arrivo il trenino… che si ferma giusto in tempo per non far finire in tragedia la gita.
Il Monno sgrana gli occhi davanti al trenino  ma acutamente fa notare che non è lo stesso treno che si trova alla stazione ferroviaria al mare.
Ore 10,30
Dopo festoso trasbordo fino al centro del parco a bordo di lussuoso trenino, l’allegra combriccola viene scaricata davanti all’ingresso della fiera “i dinosauri in carne ed ossa”: meta della giornata.
Si segnalano le prime cadute (con conseguente pianto), le prime sgridate (con conseguente pianto) ed i primi smarrimenti di bimbi (con conseguente ritrovamento e pianto). Papà Ovo avverte i primi segni della calura, ma ancora accettabili.
Ore 11,00
I bimbi vengono in modo pressoché automatico divisi in due gruppi: da una parte i treenni, quattrenni e cinquenni alunni della scuola materna vengono presi in consegna ed accompagnati lungo i vari laboratori della fiera; dall’altra i micronanetti vari (fratellini e sorelline) del primo gruppo che rimangono attaccati ai propri genitori.
In mezzo il Monno: fiero con i suoi “quasi tre anni”.
Lui non ci pensa troppo e parte, mano nella mano a sua sorella, con il gruppo dei grandi.
Primo laboratorio: “tutti i bimbi prendano una paletta e si mettano a cercare fossili di dinosauri”… il Monno rimane unico senza paletta… poi prontamente recuperata da papà Ovo
Secondo laboratorio: “tutti i bimbi disegnino il fossile appena trovato”… e tutti disegnano il loro bel fossile… tranne il Monno che opta per una serie di cerchi concentrici multicolor.
Terzo laboratorio: “E adesso tutti i bimbi si mettano le mani in tasca, prendano due belle alucce di fantasia, se le mettano dietro la schiena e volino dietro a me”…. E via un nugolo di bimbi che corre dietro alla maestra… “Monno che c’è?” “Non zo le tacche” “Fa niente se non hai le tasche, fingi di metterle e vola dietro la maestra” “Ma non zo volare” “Corri… va bene uguale”.
Ore 12,00
Proprio mentre il caldo comincia a farsi sentire davvero, la… all’orizzonte, ecco stagliarsi la mitica carrozzina di Pica e poco dietro ecco Mamma Ova. Famiglia al completo, pitstop picnic.
Ore 13,00
Grazie ad un caldo via via più opprimente il baracchino dei gelati viene preso d’assalto; l’Ovetta opta per un ghiacciolo alla fragola che lappa via in un secondo; il Monno per uno “arancione arancionissimo” che finisce equamente distribuito tra la pancia, le mani e la maglietta.
Ore 14,00
Mentre la seconda parte della gita sta per cominciare, papà Ovo da le consegne a mamma Ova e attraversa il parco in senso opposto con Pica che crolla stincata dal caldo ancor prima di essere arrivata in macchina. Breve viaggio verso casa Ovetti dove i 35°C fanno meno paura.

Pare che nel pomeriggio i vari genitori abbiano passato il tempo cercando di reidratare ognuno i propri nanetti, in compenso l’Ovetta ha giocato con tutti i suoi amici e il Monno si è fatto una cultura sui “dinozauli: ci sono quelli che assomilano alle tattaughe e quelli che assomillano agli elefanti… ma sono più gossi e senza denti”
Alle ore 16,00 uno straccio di mamma Ova rientra a casa e si getta, insieme a due cose sporche da far paura che si sarebbero poi rivelati i figli, in doccia.

In serata i figli hanno optato per un sano relax sul tappetone in cameretta, una abbondante cena con pianto colossale da stanchezza e una nanna al minuto 2 dopo aver toccato il cuscino… questo per l’ovetta ed il Monno, si intende.
Pica invece, dopo un riposino ristoratore, si è presentata bicolor: cosciotti e braccina del solito color “latte tenue”, faccia rossiccia, gote e gambotte belle rosse da abbronzatura fantozziana.
A cena poi, il sorriso sdentato della cucciola ha lasciato, per un momento solo per un momento, spazio a qualche cosa di più: mamma e papà Ovo non sono certi ma dopo serrato conciliabolo danno il lieto annuncio che la prima parola di Pica pare esser stata “TATATATA” (e non “PAPAPAPA” come hanno creduto all’inizio visto che la stessa ha enunciato la sua massima appena visto arrivare la pappa).

Insomma: la giornata della gita è stata un successo; e TATATATA a tutti.

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