Il treno

Ogni località estiva, ogni estate, ogni giorno passato in vacanza ha un luogo simbolo che deve essere visitato sempre e comunque.

Per alcuni bimbi è il parco giochi.
Per molti bimbi è la spiaggia con la sabbia, il secchiello e la paletta.
Per la stragrande maggioranza dei bimbi è la gelateria.
Per quasi tutti i bimbi è il mare.

Per il Monno è la stazione dei treni.

Detta stazione si compone di un edificio (totalmente inutile visto che gli uffici sono sempre chiusi e la macchinetta per i biglietti perennemente guasta) posto adiacente al binario 1; una banchina posta adiacente al binario 4 ed un sottopasso collegante il tutto e passante anche per i binari 2 (treni per Genova/Milano) e 3 (treni per La spezia).

Nelle lunghissime ore trascorse in stazione, il piccolo ha sviluppato una conoscenza abbastanza dettagliata del luogo e dei treni , alla fine ha suddiviso il tutto in 3 categorie:

1)        Teno Tatauga: treno velocissimo che passa davanti agli occhi del bimbo senza degnarlo di uno sguardo; si contraddistingue per l’alta velocità che il piccolo simula con un “FIUFIUFIU” ed un veloce agitarsi di manina.
Al passare di un “Teno Tatauga” è d’obbligo prendersi tutti per mano e agitarsi urlando “CIAOOOOO” in modo che tutti gli astanti si possano girare. Il “Teno Tatauga” deve il suo nome alla canzone mito del piccolo Ovetto (“la Tartaruga”, appunto) ed espressamente nella frase “…come un siluro filava via / che mi sembrava un treno sulla ferrovia…”

2)        Teno Pano: treno che arriva in stazione a moderata velocità onde potersi fermare; un “Teno pano” è di default “STANCO” e giunge in stazione fermandosi proprio per potersi permettere una pennichella.
All’arrivo di un “Teno pano” è d’obbligo salutare tutti i passeggeri indistintamente e varie volte, causando ilarità tra i viaggiatori. Il “Teno Pano” deve il suo nome, ovviamente, al fatto che arrivi in stazione… piano.

3)        Teno Pocco: treno che staziona da tempo immemore sul binario morto della stazione; il “Teno Pocco”, che deve il suo nome al fatto di essere “Sporco” non viene usato da nessuno proprio a causa delle sue scarse condizioni igieniche. Il fatto che il cucciolo creda che solo i treni parcheggiati siano sporchi è indice che il piccolo non viaggi spesso sui treni italiani.

Special guests sono stati i “Teno Nanna” con cuccette per dormire e i “Teno Brum brum” con bisarca, treno ammiratissimo e rarissimo da osservare.

Con cotanta ammirazione per il mezzo ferroviario e con cotanta conoscenza del mezzo stesso, la notizia che mamma Ova sarebbe rientrata a casa per una visita programmata alla Pica-Ovetta e sarebbe poi ritornata in giornata al mare, il tutto via treno, è stata presa come un’immensa fortuna capitata a mamma.

Dopo essere andati quindi tutti in processione per accompagnare mamma sul treno, dopo averla abbondantemente salutata al finestrino, dopo aver aspettato una mezz’oretta tanto per vedere che il treno non tornasse indietro (improbabile), dopo aver rassicurato sul fatto che la mamma aveva si preso un “Teno Pano” ma che avrebbe cambiato subito per un “Teno Tatauga” onde poter ritornare in giornata, dopo esser tornati nel pomeriggio in stazione, tanto per dare un’occhiata; ecco dopo tutte queste cose potete ben capire come sia stata presa la notizia che il treno che stava riportando indietro mamma… si era rotto!

“Teno mamma otto?”  (Si è rotto il treno della mamma?)
“Sì Ovetto, ma fammi parlare con mamma che devo capire se posso fare qualche cosa”
“Teno mamma otto? Teno Tatauga o teno Pano?” (Si è rotto il treno della mamma? Ma si tratta di quello che va piano o di quello che va veloce? Orsù padre, non mi lasciare nell’ignoranza)
“Si è rotto il treno tartaruga, però adesso fammi parlare con mamma, d’accordo?”
“Magari teno stanco, magari teno Pocco!” (Magari si trattava di un treno Stanco, di quelli sporchi, hai presente?)
“No Ovetto, sono sicuro che non si tratta di un treno (solo) sporco, è proprio rotto”
“Teno mamma otto… Mannazza! Mamma non tonna? Teno non tonna? Andamo in stazione a vedere? (Ohibo! Par proprio che il treno di mamma si sia rotto… mannaggia! Ma allora mamma non torna? E poi, ora che ci penso… nemmeno il treno torna? Bando alle ciance, andiamo in stazione a controllare!)
“No, no, no, Ovetto, adesso si deve andare a nanna, vedrai che domani quando ti svegli mamma sarà qui (spero)”
“Vabbe, però mamma teno otto” (va bene, ti assecondo ma guarda che il fatto è grave e non andrebbe sottovalutato come vorresti fare tu mandandomi a dormire).

L’indomani mattina mamma Ova era presente, la stazione dei treni era sempre là ed i treni sono continuati a passare: per gli Ovetti era tutto a posto.

Il fatto che mamma Ova sia arrivata alle 2 meno un quarto di notte con circa 4 ore di ritardo e per di più in taxi pagato (per ora) da noi, non è evento che meriti altrettanta attenzione da parte deli Ovetti.
Beati loro!

Lasciaci il tuo commento...

Close Menu