“Monno?” (Ovetto?)
“…”
“Vuoi mamma o papà?” (O per caso sarebbe di tuo gradimento aver qui presente uno dei nostri genitori?)
“…”
“Petta, Eia plima canta una cansone” (Beh, in codesto caso lascia che mi permetta prima di cantarti una canzone in modo da alleviarti, per quanto possibile, il senso di abbandono causato dall’assenza dei sopracitati assenteisti genitori)
A questo punto comincia una dolce versione unplagged de “La bella taltaluga” (La bella Tartaruga), alla fine della quale…
“Monno?” (Ovetto?)
“Ngghgh” (Stavo dormendo che vuoi?)
“Non ti pleoccupale dopo mamma alliva” (tesoro, non preoccuparti, più tardi vedrai che nostra madre entrerà da quella porta”
“Ngghghh” (A dire il vero io stavo dormendo, non ero preoccupato)
“Piccoino, non ti pleoccupale, Eia ti canta una atla cansone” (Piccolo fratellino mio, vedi di non rabbuiarti, la tua dolce sorellina provvederà a cantarti una nuova canzoncina)
“Ngghhgh…” (Veramente io ci tenevo a continuare a dormire)
A questo punto comincia una dolce versione unplagged de “Taltaluga taltaluga” sulle note di “Fra martino campanaro” al termine della quale…
“Monno?” (Ovetto?)
“Ngggghhhhhh” (Che cavolo vuoi ancora?).
“Non avel paula, stai quantillo, dopo papà alliva” (Non temere, stai tranquillo, papà sta sicuramente arrivando).
“Ngggghhhhhhhhhh!” (Non sono preoccupato! Come te lo devo dire?).
“Adesso Eia canta una altla cansoncina” (Adesso ti diletto con un’altra mia hit).
“NGGGHHH!!!NGGNGHGNGHNGH!!!!!!”
Non è dato sapere come il dialogo proseguirebbe, fatto sta che da una settimana circa l’Ovetta si sveglia con un senso materno smisurato verso suo fratello il quale, dal canto suo, avrebbe invece una smodata voglia di continuare a ronfare.
Biecamente i due Ovo genitori si sganasciano dalle risate fino a quando avvertono nel pargolo un’intrinseca voglia di saltare le sbarre del lettino per poi avventarsi su sua sorella; in quel momento in casa Ovetti una nuova giornata ha inizio.