Clausura

Il piano
All’inizio di dicembre, pensando alle vacanze di Natale, papà Ovo aveva esposto la road map di casa Ovetti sul fronte vacanziero.
Il piano prevedeva:
una giornata di assoluto svago pre Natalizio in assoluta solitudine, seguita dalla classica due giorni di tour de force tra Natale e Santo Stefano; poi un trittico di giornate da passare in totale dedizione ai due cuccioli impegnati con i nuovi giochi arrivati per Natale.
Poi, intorno al 30 o 31 dicembre, si sarebbe organizzato il cenone come sempre a casa di amici e la seconda parte delle vacanze si sarebbe divisa fra qualche giorno in montagna e un insieme di visite ad amici vari. Infine sarebbe arrivato l’8 gennaio, il giorno prima del rientro al lavoro… e una depressione pre-lavorativa sarebbe calata su papà Ovo.
Un piano variegato, assolutamente non noioso, totalmente approvato da mamma Ova.

Il primo intoppo
Una quindicina di giorni prima di Natale, come narrato qui, il Monno viene colpito da varicella.
E come se nulla fosse, papà Ovo rinuncia alla sua giornata di totale solitudine pre Natalizia: poco importa – pensa – … mi rifarò più avanti.

Il secondo, tragico, intoppo
Dopo aver svalicato la due giorni Natalizia, dopo aver visto il Monno rinascere dalla varicella e dopo essersi immolati in una tre giorni di soli giochi – soli giochi – soli giochi con i cuccioli (chiaro?),  gli Ovo genitori erano pronti per la seconda parte della vacanza allorquando l’Ovetta chiede: “Mamma? Che cos’è quetta bollicina?”
La “bollicina” in questione ha provocato le seguenti reazioni:
1)        costatazione immediata di varicella anche per l’Ovetta (pare che il Monno abbia riso sotto i baffi che non ha… ma questo non è confermato)
2)        telefonata alla Pedi Nazi che, senza nemmeno smettere di mangiare il panettone, ha sentenziato qualche cosa tipo: “Non avevate nessuna possibilità di scamparla, ne riparliamo tra 2 settimane, per ora state in casa, buone feste”.

I piani dell’Ovetto family hanno quindi subito delle piccole variazioni.
1)    Il cenone di capodanno con amici ed Ovetti vari è stato sostituito dalla visione di un film – “Rio” per la precisione – a casa, solo mamma Ova e papà Ovo in compagnia dello zio A.
Giusto per completezza, lo zio A colpito da gastroenterite nei suoi giorni di ferie italiani si è unito al lazzaretto Ovetti giusto per non stare da solo anche lui.
Non dimentichiamo però che per ravvivare la serata, ogni tanto si ricevevano visite virtuali ma rigorosamente tramite skype o facetime.
2)   La tre giorni di soli giochi – soli giochi – soli giochi (chiaro?) è stata estesa per qualche altro giorno: otto per l’esattezza! Portando il periodo di clausura ad un totale di 11 giorni (su 14 di vacanza).
3)   Non si sono avute più notizie di giorni in montagna nè di visite vere ad amici.

In compenso, un periodo di clausura totale di così lunga durata ha evidenziato alcuni aspetti di cui non sospettavamo:
1)            il numero di volte in cui riesci a ripetere alla cucciola “NON TI GRATTARE” è almeno pari al numero delle volte che la stessa Ovetta ti chiede di rileggere i libri che ha ricevuto da Babbo Natale… cioè tende ad infinito.
2)            Il numero di volte che il Monno vuole ascoltare il suo trittico di canzoni preferite “Tatta” “Emmel” “Cacca” (La bella tartaruga +  Elmer l’elefantino variopinto + Mi scappa la pipì papà) è anch’esso tendente all’infinito.
3)            Dopo qualche giorno i due Ovetti tendono a scambiarsi i desideri: cioè l’Ovetta vuole ascoltare le canzoncine ed il Monno vuole leggere i libri; come immaginabile tutto ciò non porta ad un miglioramento della condizione generale.
4)            Impari che la casa del Playmobil sarebbe da costruire in 90 minuti (come da libretto da istruzioni) ma tu riesci a metterci 4 giorni… tanto per far passare il tempo.
5)            Impari che il puzzle da 60 oppure quello da 36 ma anche quello da 24 non sono poi male da costruire… tanto per far passare il tempo.
6)            Impari tutta la programmazione di sky.

Epilogo
Questa mattina, con un tempismo eccezionale, l’ultima bollicina dell’Ovetta si è seccata; la piccola non è più infettiva, giusto in tempo per rientrare all’asilo.
Questo pomeriggio, con un tempismo eccezionale, la depressione pre-lavorativa ha colpito papà Ovo come da previsioni.
Questa sera, con un tempismo eccezionale, l’Ovetta ha chiesto nuovamente che gli venisse letto il libro di Elmer.
“Ancora? Ma non ti sembra abbastanza?”
“No”
“Ma te l’ho letto negli ultimi 10 giorni almeno 3 volte al giorno e tua madre ha fatto altrettanto. Direi che può bastare, no?”


“Facciamo un lipassino” (Caro genitore, vabbe, non rileggerlo, facciamo solo un ripassino!)

Buon Anno a tutti, domani si ricomincia.

Gli Ovetti in versione anti grattata da Varicella, ma a loro piace credere di esser Nanetti di Biancaneve (Cucciolo e Mammoloper la precisione)

This Post Has One Comment

  1. Ricordo la varicella a casa nostra. Se la prende per primo l’Insegnante a 40 anni d’età, dopo 15 giorni attacca Shukor grande (che allora aveva un anno). Io ero incinta di Shukor piccola, ma avevo già avuto la varicella da ragazza. Un dottore diceva che non c’era problema per me e la bambina, un altro invece che comunque era meglio stare alla larga. Conclusione: mio marito è rimasto segregato 40 giorni in una camera in cui la porta si apriva solo per passargli i pasti! Ora Shukor piccola non si prende la varicella neanche a metterla appiccicata ai varicellosi per una settimana! Che sia rimasta immune?

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