Un Natale speciale #1

Quest’anno niente Babbo Natale.

 

Dal 2002 era una prassi: l’ultimo sabato (o domenica) prima di Natale, nel classico centro commerciale sotto casa faceva la sua comparsa il Babbo Natale più smilzo della storia.

 

Quest’anno no.

 

La voglia c’era, le motivazioni anche, ma metti insieme la crisi imperante ed il fatto che parte del ricavato NON sarebbe andato in beneficenza ma da altre parti…. Beh! Alla fine non me la son sentita di mettere le mani in tasca alla gente.

In compenso mi è venuta in mente una piccola lettera scritta proprio il giorno dopo aver fatto la mia prima comparsa da Babbo nel 2002. Anche quello era un Natale difficile; la Fiat aveva appena annunciato la cassa integrazione per un sacco di gente proprio come ora molta gente (che conosco) sta perdendo il proprio posto di lavoro. Ecco, quella piccola lettera la ripropongo al Babbo, quello vero,… non si sa mai…

23 dicembre 2002

Caro Babbo Natale,
so che sei estremamente impegnato, accipicchia se lo so, ma vorrei rubarti un poco del tuo prezioso tempo per raccontarti quanto mi è successo ieri pomeriggio.
Come sicuramente ti ricorderai mi avevi chiesto di aiutarti nel regalare un sorriso a tutti i bimbi che, loro malgrado, avrebbero dovuto accompagnare i rispettivi genitori a fare le ultime spese di Natale… chissà poi perché visto che ai regali ci pensi tu!
Già che c’ero mi sono preso la libertà di spillare quattro soldini ai di loro genitori,… che tanto di soldini ne avevano a sufficienza, così da far felice anche il caro Boss (per comprar le nuove amulanze, ndr), anche se poi, detto tra di noi, forse mica se lo meriterebbe.
Dicevo,… tutto vestito di rosso, con 4 cuscini nei punti giusti, una barba spelacchiata e una temperatura interna di 65 gradi mi avvicino al banchetto per munirmi di caramelline (aggratis per i bimbi) e di stelle di natale (nonaggratis per i genitori) ma scopro che non ce la faccio a portare tutto; mi guardo in torno e mi cerco una renna che mi aiuti. In men che non si dica sono già in pista bello (si fa per dire) come il sole con il mio fido Pietro detto Filippo, perché la faccia da Pietro non ce l’ha ma come Filippo fa un figurone, pronti a regalare ed a farci donare.
Dopo 2 metri 2 ci si attacca addosso una zecca di quelle chetiattaccanounbottonechenonfiniscepiù, e ce la scolliamo solo alla fine del primo giro… senza ovviamente aver battuto chiodo.
Con una mossa a sorpresa seminiamo la zecca e ripartiamo sempre fiduciosi ma dopo pochi passi ci accorgiamo di non essere soli: una Babba Natale in minigonna, paillets e sorriso da ventenne a tutti e trenta e passa i denti ci fa concorrenza…sleale direi…anzi slealissima!
Caro Babbo, vediamo di capirci: da una parte una Babba ventenne minigonnata, dall’altra un Babbo finto grasso e nasone con una renna alta un metro ed uno sputo! Va bene che ti do una mano e forse non lo merito ma non è che devi per forza complicarmi sempre la vita!
Quel che c’è di buono è che comunque dopo un conciliabolo resosi assolutamente necessario Babbo e renna decidono le seguenti mosse:
1. Puntare sulla simpatia innata della coppia
2. Cambiare zona ed allontanarsi dalla Babba
Mi piace pensare che il primo punto sia stato quello fondamentale ma gradirei non tornare più sull’argomento.

(segue)

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