“Dov’è la pallalosa?” (qualcuno ha per caso visto la mia palla rosa?)
“Guarda che è sotto il cuscino”
“Eppelò Eia no vede” (E però io da qui non la vedo)
…
“Monno, cotta Eia, pumpum battta” (Fratello, ascolta tua sorella maggiore, portatrice di sana esperienza, smettila di sbatacchiare le manine producendo immondi suoni che danneggiano il mio si fine udito)
“Dai Ovetta, lascialo giocare tranquillo”
“Eppelò Eia no piace” (E però duole terribilmente ai miei delicati sensi)
…
“Ovetta devi andare in bagno?”
“Eppelò Eia no scappa pipì” (E però non mi scappa la pipì, che ci vado a fare in bagno?)
“D’accordo, allora non andare”
“Papà?” (Ehm… carissimo, posso disturbare?)
“Si?”
“Eia soffe scappa pipì” (Mi sovviene or ora che vi è la remota possibilità che mi scappi la pipì)
…
“Cucciola, è tardi, cominciamo “le procedure” per andare a nanna?”
“Eppelò Eia no ha sonno” (E però alla qui presente non è ancora giunto alcuno stimolo al sonno)
“Ovetta è tardi, di, cominciamo a prepararci”
“Eppelò Eia no capace” (E però, sebbene sia quasi incredibile, io proprio non ricordo come ci si prepara per andare a dormire)
…
“Ovetta questa sera mangiamo la pasta?”
“Eppelò Eia vuole ciccia” (Ohibò, proprio oggi che avevo deciso di pasteggiare a bistecca)
“D’accordo, allora ti faccio la ciccia… con le palline però (per palline leggasi “ceci”)”
“Eppelò Eia vuole pomodolo” (Ohibò, proprio oggi che avevo deciso di contornare la bistecca con del pomodorino fresco)
“E va bene, vada per il pomodoro, niente palline”
“Eppelò Eia no vuole ciccia con pomodolo, Eia vuole pasta” (Sai che c’è, vecchio genitore? Mi sono quasi convinta che un bel piatto di pasta sia proprio ciò che fa al caso mio)
“Adesso basta!!! Eppelò, eppelò, sono stufo dei tuoi eppelò!!!
Non cè mai nulla che ti vada bene, hai sempre qualche cosa da aggiungere dalla mattina alla sera!!!
Se ti faccio qualche cosa eppelò volevi qualcos’altro, se tuo fratello sta da una parte eppelò volevi che stesse da un’altra parte, se tua mamma vuole farti un giochino eppelò tu ne volevi un altro.
Adesso basta eppelò, ascolta un po’ quello che ti viene detto e basta, chiaro?!”
…
“Beh, perché mi guardi in quel modo?”
“Eppelò Eia no ha capito”