Eppecchee?

Domenica mattina
“Ovetta oggi mangiamo la pasta con le vongole?”
“Eppechee?”
“Al papà e alla mamma piacciono, le vuoi anche tu?”
“Eppechee?”
“Cosa vuol dire “perché?”, devi dirmi se anche tu le vuoi o se preferisci qualche cosa d’altro tipo la ciccia o il pollo”
“Eppechee?”
“O insomma, basta! Vuoi le vongole o no?”
“Si, Eia piace gonvole”
(Per la cronaca poi mamma Ova e papà Ovo hanno mangiato pasta con qualche vongola, lei ha divorato vongole con qualche spaghetto di contorno).

Domenica pomeriggio
“Ovetta, andiamo a fare un giretto io e te?”
“Eppechee?”
“Tuo fratello sta facendo ancora il pisolino e allora intanto noi due potremmo andare a vedere i cavalli, ti va?
“Eppechee?”
“Beh, i cavalli sono belli, grossi e simpatici, magari andiamo a dargli la biada che poi è la loro pappa ed ad accarezzarli un po’; ti va?”
“Eppechee?”
“Oh insomma, basta! Vuoi uscire o no?”
“Si, dai, Eia piacciono cavalli e di più mucca”.
(Per la cronaca poi abbiamo passato 10 minuti davanti ai cavalli e mezz’ora davanti alle mucche).

Domenica sera
“Ovetta, è ora di andare a nanna, metti a posto un po’ i giochini”.
“Eppechee?”
“Perché se li lasci li poi passa la scopetta e te li porta tutti via”.
“Eppechee?”
“Perché non si può lasciare tutto in disordine, su, metti a posto anche la pallina, dai”
“Eppechee?”
“Perché anche lei è un giochino… ma… cosa stai facendo?… non si mette la pallina sotto i vestiti… anzi, per usare le tue parole… EPPECCHEE metti la pallina sotto i vestiti?”
“Eppecchee Eia adesso ha la tetta!”

Anche se la fase degli “eppecchee” è appena cominciata, io non credo che proverò più a ribaltare la frittata!

Lasciaci il tuo commento...

Close Menu