Felicità

L’Ovetto,… il Monno… o il più piccolo di casa… che dir si voglia è da sempre riconosciuto come un bimbo “ufficialmente” buono.

Qualsiasi cosa gli accada intorno, lui non si scompone mai.

Dove abbia preso questo aplomb tipicamente inglese bene bene non si sa, però le prove risultano evidenti ad ogni occasione.
L’Ovetta piazza un capriccio colossale con pianto isterico incluso?
Nessun problema, lui dall’alto del suo seggiolone la guarda stupito, incapace di capire cosa posso essere successo di così grave per scatenare una reazione così poco consona ad un lord.
La sua cameretta si riempie di piccoli Ovetti venuti in visita che, festanti, decidono che lanciarsi lego addosso urlando a più non posso e correndo da un capo all’altro della stanza è l’azione più normale che possa esistere?
Nessun problema, lui incurante dei lego che gli volano tutti intorno, afferra un orsacchiotto e si dedica anima e corpo a ciucciarlo completamente finché lo stesso non risulta ricoperto da uno spesso velo di bava.
Mamma Ova lo butta sott’acqua per poi riprenderlo e lanciarlo per aria in una piscina piena di Ovetti under 12 mesi urlanti o gaudenti?
Nessun problema, lui sbatacchia giusto un pochetto gli occhioni quasi a scusarsi di non essere perfettamente presentabile nel suo fantastico costume arancio acceso, e poi torna a ciucciare il giocattolo di turno.

Ultimamente poi, all’Ovetto è spuntato un dente (causa tra l’altro di un pianto notturno disperato che lo stesso ha voluto condividere con mamma e papà Ovo); il dente ha subito trovato un ruolo attivo nelle pratiche giornaliere del nostro. Infatti ora non c’è pappa alcuna che non venga abbondantemente masticata usando appunto quell’unico dente  appena spuntato.
Incurante del fatto che la pappa in questione sia semiliquida, che non contenga fibre, ne pezzi masticabili, il dente lavora a pieno ritmo e non si ferma neppure allorquando un po’ d’acqua viene versata tramite apposito biberon… “ho il dente? Lo uso! Sempre meglio masticare anche l’acqua!”

Ieri sera il Monno stava eseguendo il consueto “sound check” prima della nanna: in pratica l’Ovetto si concentra e vocalizza una serie infinita di “TTTa Tta DDDDDa DaD DaaTTT TTTad” giusto per controllare ogni sera di essere ancora in grado di fare gli stessi suoni.
Improvvisamente passa davanti a lui la cosa più bella che abbia mai visto, l’oggetto che da sempre agogna ma che i genitori continuano incessantemente a negargli, il manufatto che ogni sera tenta disperatamente di raggiungere senza successo: la mega-tazza da te di mamma Ova.
Lui si volta, la guarda, la brama e comincia a saltellare sul culotto esprimendo il suo più vivo sentimento d’affetto per la stessa: “MMMmmmmMMMmMMMM !!!!!!”
Questa volta però gli Ovo genitori cedono alle lusinghe e gliela avvicinano.

Lui ammutolisce, incredulo che questa volta sia veramente alla sua portata.
Poi allunga una manina a sfiorarla, quindi l’altra manina e con un gesto fulmineo la impugna come se fosse l’azione che ha sempre compiuto in vita sua.
Ora guarda mamma e papà… tanto per assicurarsi che possa veramente fare una cosa del genere.
Infine decide che abbassare la tazza per vederne il contenuto sarebbe banale; lui no, decide di issarsi sul culotto fino ad innalzare la faccia sopra la tazza; finalmente ci guarda dentro (chiaramente è vuota) ed infine lentamente si abbassa fino a far scomparire il faccione dentro la stessa.

Negli istanti successivi il Monno ha prima sbausciato completamente il bordo interno della stessa, poi ha estratto il suo dentino ed ha masticato un pochetto il bordo stesso, infine ha rialzato il faccione e fregandosene altamente del suo caratteristico aplomb ha sfoggiato un sorriso galattico di soddisfazione: voi si che sapete farmi felice!

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