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La coperta rossa

Qualcuno di voi si ricorderà che il Monno partì per il suo primo campus WWF con in valigia una scaramantica quanto magica coperta di pile rosso da usare per la finale degli europei di calcio.

“Monno, ma poi la coperta l’hai usata?”
“Sì certo, mamma”
“Già immaginavo. E gli altri ragazzi cosa ne dicevano?”
“Mi prendevano in giro.”
“Eh… era un rischio effettivamente.”
“No, era più un rischio non usare la coperta, mamma. Quando abbiamo vinto, hanno capito il potere della coperta rossa.”
“Monno, ti confesso che anche le tue sorelle avevano riti scaramantici, Pica ha fatto i giri in giardino come facevi tu, Ovetta non voleva vedere i rigori come nella semifinale.”
“Secondo me, tutti gli italiani avevano scaramanzie, magari non lo dicono… però come la coperta rossa non c’è nulla.”

Con queste premesse, non sarà difficile immaginare come il Monno e le sue sorelle abbiano affrontato la visione delle Olimpiadi. I cuccioli erano in montagna con gli Ucas, nella settimana più piovosa e fredda delle ultime estati ma, non potendo mettere nemmeno il naso fuori casa, hanno avuto abbondante tempo per seguire dirette e differite di ogni tipo di disciplina olimpica… ma … errore strategico… senza la coperta rossa, lasciata in modo leggero e superficiale a casa. 

Ciò premesso, di fronte al sollevamento pesi, così come al judo, o al nuoto, o al tiro con l’arco, il Monno ,in quanto noto esperto di sport, pronosticava i risultati, spiegava le regole, dissertava sulle scelte tecniche ma, nel suo intimo, invocava la potenza della coperta rossa; Pica, in quanto patriottico esemplare di bambina, studiava il medagliere con attenzione e si alzava in piedi ogni volta che sentiva l’inno italiano; Ovetta, in quanto appassionata di persone e storie, mal celava l’emozione come se facesse lei la gara in prima persona. Insomma, ogni gara in cui vi fosse un atleta vestito di azzurro è stata vissuta con una sofferenza, un’eccitazione, un tifo e un calore che … nemmeno uno vincesse i 100 metri alle olimpiadi!

E infatti…

Venerdì i tre Ovetti sono rientrati all’ovile. Giusto in tempo due giorni prima della partenza per le tanto sospirate vacanze. E giusto in tempo per vivere una grandissima emozione collettiva. 

Domenica. Ora di pranzo a casa Ovetti. 
Le finali di atletica leggera, salto in alto e 100 metri, da Tokio, non si possono perdere.
Papà Ovo è ko per la seconda dose del vaccino ricevuta il giorno prima. Giace semi-dormiente sul divano. Mamma Ova si arrabatta per preparare il pranzo e le valigie per la partenza con un occhio alla televisione, pronta a lasciare ogni cosa per assistere alle gare. Gli Ovetti sono schierati davanti allo schermo già da un’ora, in pole position. 

Attesa spasmodica… “ti prego Monno stai fermo, non vediamo lo schermo, trova una posizione e tranquillizzati”. 
Emozione palpabile… l’Ovetta sorride con gli occhietti lucidi: “Pensa ai suoi genitori, staranno in super ansia”.
Commenti tecnici di alto livello … Pica non riesce a stare in silenzio (mai): “Papà quello lì, che non è italiano, ha proprio centrato l’asticella, non è stato capace, mi sa.” 
Attenzione rigorosa ai minimi dettagli … scaramantici, ad esempio Mamma Ova sarà costretta a guardare tutti i salti in alto in piedi nella stessa posizione perché “… dai mamma non puoi cambiare proprio adesso, lo vogliamo far vincere, no?” 
Conti precisi di misure e tempi … Monno rispolvera le sue classifiche: “Con il primato europeo arrivavamo terzi, ce la possiamo fare.”
Frasi di grande valore olimpico … “Io direi che questo deve proprio sbagliare il salto, così prendiamo noi la medaglia.” Pica dixit.
Appropriazione indebita … di meriti “Che poi questa medaglia ce la meritiamo anche!” “Noi? Ma insomma loro che saltano e corrono se la meritano” “Sì vabbè ma la vinciamo tutti comunque.”
Tifo sfegatato… “DAI DAI DAI, Forza! Dai FORZA!”

Ed infine un urlo, anzi due fortissime urla si alzano da casa Ovetti. “Sììììììììììì” 
Tutta l’Ovetto town avrà sentito il loro urlo. Tutti in piedi ad abbracciarsi, anche Papà Ovo risorto per un attimo dal suo giaciglio di dolore. Due volte. Due “Sììììììììììì”. In meno di un quarto d’ora.
Il Monno quasi piange. Pica saltella. Ovetta balla. 

ORO e ORO!

Grandissimi ragazzi! Grazie Gianmarco e grazie Marcel!

Sappiate che … “La coperta rossa c’è!” sempre pronta sul nostro divano, ma voi non ne avete davvero bisogno.

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Cinque cerchi

Che i grandi eventi sportivi affascinino tutti i componenti della famiglia Ovetti è risaputo: partendo da mamma e papà Ovo fino al Monno e all’Ovetta e perfino a Pica (anche se in dose minore), quando il braciere Olimpico viene acceso, le giornate in casa Ovetti vengono stravolte.

E così è stato anche quest’anno.
Da un paio di settimane infatti è prassi passare una buona mezz’ora dopocena per vedere le gare della giornata (visto gli orari impossibili delle dirette) il che, di per sè, è già un buon successo visto che l’Ovetta vince la sua particolare ritrosia alla TV. Così una serata tipo diventa….

“Forza bimbi! Fate le procedure che guardiamo le olimpiadi !!!”
I tre nanetti scattano dalla sedia ed entrano in modalità autogestione: l’Ovetta dall’alto della sua esperienza gestisce il traffico impedendo che tutti vogliano sedersi contemporaneamente sul water, oppure si vogliano lavare i denti sempre contemporaneamente… il che sembra banale ma non lo è.
Poi corsa in camera dove le femminucce si svestono in un lampo e si mettono il pigiama mentre il Monno si perde via per un qualsiasi motivo.
Segue riordino della cameretta con le immancabili grida “Monno aiutaci anche tu!!!!”; grida peraltro ineccepibili visto che nel frattempo l’Ovetta sta rassettando tutti i giochi di tutti, Pica sta sistemando la sua bambola a letto (e non fa null’altro) e il Monno… beh.. sta cercando il modo di non far nulla…

“Forza bimbi che ho acceso!”
I tre nanetti si scapicollano sul divano; poi il Monno viene rispedito di sopra visto che si presenta in mutande e maglietta del pigiama al contrario e a diretta domanda “ma i pantaloni?” il cucciolo prima mette una faccia basita (tipo “credo me li abbiano rubati”) e poi viene colto dal sospetto che forse, ma solo forse, non si sia nemmeno degnato di prenderli dal portapigiama.

A seguire in questi giorni si è visto:
1) lo sci nordico (o sci di fondo): che ha acquistato valore dopo che i pargoli hanno visto dal vivo un paio di sci da fondo nelle scorse domeniche in montagna.
2) lo sci alpino nelle specialità “slalom gigante – slalom speciale” con Ovetta e Monno stupiti che gli atleti non facessero mai “ ma proprio mai!” lo spazzaneve e Pica che cerca di insegnare a sua madre il suo particolare spazzaneve “Mamma devi tenere le gambe così e anche le braccia larghe ! Eh sì, se no, non è lo spazzaneve, capito mamma ?”
3) il pattinaggio di figura con l’Ovetta in estasi completamente rapita dalla bellezza dei gesti e il Monno stravaccato sul divano un po’ annoiato visto che non ci sono record tempistici da battere.
4) lo sci alpino nella specialità discesa libera che ha scatenato la gioia del Monno: “Vanno a uovo papà!” e che si è visto “azzurro in erba”.
5) lo slittino/bob/skeleton che sono stati definiti “un po’ pericolosini” dalle femminucce e “bellissimi perché ci sono anche i millesimi di secondo! I millesimi…. Capito?” dal Monno.
6) lo short track e il pattinaggio di velocità con Mamma Ova e Ovetta a decantare la superiorità della squadra italiana femminile, il Monno a rodersi il fegato e Pica che ad ogni medaglia intonava il suo particolare inno di quando è felicissima: “tanti auguri a te!….” che non c’entra nulla ma che canta sempre quando è felice.
7) il biathlon che non ci ha detto particolarmente bene ma ha entusiasmato tutti e ci ha fatto scoprire un’Ovetta scatenata nel “tifo contro”… che non sembra tanto da lei ma… davvero, era scatenatissima!

Poi, anche se la guarderemo solo martedì sera prossima, ci sarà la cerimonia di chiusura, il braciere si spegnerà, all’Ovetta probabilmente scapperà una lacrimuccia, il Monno comincerà a chiedere quando facciamo il tabellone dei mondiali di calcio e Pica, se contenta, ci canterà un bel “tanti auguri a te!…”

Tokyo 24 luglio 2020… ci saremo!

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Il tifo è una cosa seria

Lunedì, praticamente appena sbarcato, papà Ovo è dovuto andare in trasferta in trentino.
A parte l’arrabbiatura solenne a papà Ovo era sfuggito il particolare che quel giorno si sarebbe giocata Italia – Spagna in pomeridiana e cioè in un momento in cui anche ai cuccioli sarebbe stata permessa la visione dell’evento.
A casa intanto l’evento viene seguito con stati d’animo differenti a seconda del bimbo e in particolare:

Pica – Se ne sbatte altamente. Trova particolarmente buffo il fatto che non si stia a giocare in cameretta ma che i fratelli preferiscano il salotto. A lungo andare si spazientisce e comincia a reclamare la loro attenzione il che infastidisce, e non poco, il fratello maggiore.

L’Ovetta – essendo “grande”, essendo stato dato loro il permesso di vedere la TV ed essendo anche mamma Ova davanti al teleschermo, capisce che l’evento è importante… ma davvero non ne coglie il perché.
In pratica è la versione settenne della classica fidanzata che vorrebbe uscire a fare shopping mentre la sua altra metà del cielo assiste alla finale di Champions; per brevi tratti cerca di capire un poco delle regole basi del football con risultati disastrosi: la strada verso “io da una parte e il calcio dall’altra” è già segnata.

Il Monno – un perfetto maschio italico in miniatura. Si siede sul divano ma scopre che stranamente “scotta” troppo e DEVE alzarsi, correre, incitare, imprecare urlare, aver paura, tifare,ecc…ecc… tutto insieme.
Quando l’Italia segna corre in cucina pugnetti al cielo e urla tutta la sua gioia, quando sua sorella maggiore chiede “perché non è gol adesso?”, la guarda con sufficienza e le spiega che cosa sia un calcio d’angolo, quando sua sorella minore cerca di richiamare la sua attenzione spalmandosi sopra di lui e impallando la TV, ecco, solo allora, stacca un secondo gli occhi dal monitor, la guarda in faccia e le sussurra dolce: “Pica,… davvero… non adesso…. È importante!”

A metà del secondo tempo, papà Ovo riesce finalmente ad arrivare in hotel e, incredibile ma vero, accendere la televisione e sdraiarsi sul letto senza perder conoscenza istantaneamente come in realtà avviene da ormai una settimana senza soluzione di continuità.
A quel punto, un occhio puntato al televisore con le immagini della partita, chiama casa.

“Ciao Ovetta, tutto bene?”
“Sì, qui stanno tutti guardando la tv, c’è la partita. Credo che l’Italia stia vincendo. Tu cosa stai facendo?”
“Guardo la partita anche io.”
“Ah! Anche tu? (tono di sconforto e desolazione) Vabbè…. Ci vediamo domani?”
“Sì, certo mi passi Pica?”

“Ciao Pica. Tutto bene?”
“Sì. Sto guardando la TV ma il Monno vuole guardarla tutta lui. Tu sei ancora a domani?”
“No Pica, non sono più in nuova zelanda, sono in Italia come te.”
“E quando torni?”
“Domani pomeriggio, va bene?”
“Si, pomeriggio quando è pomeriggio da te o da me?”
“Pomeriggio per tutti e due. Mi passi Monno?”

“Ciao Monno tutto bene?”
“SI’ STO GUARDANDO LA PARTITA E GIOCA L’ITALIA E LA SPAGNA E L’ITALIA VINCE UNO A ZERO E HA SEGNATO COSÍ ADESSO TE LO SPIEGO E C’ERA UNA PUNIZIONE E IL PORTIERE L’HA PARATA MA POI UN GIOCATORE DELL’ITALIA L’HA TIRATA IN PORTA E IL PORTIERE ERA ANCORA STRAVACCATO E NON L’HA PARATA E ABBIAMO FATTO GOOOOOOL E ALLORA SIAMO UNO A ZERO HAI CAPITO PAPÀ???”
“Sì, ho capito, mi sembra che tu ti stia divertendo direi.” (in quel momento l’Italia raddoppia)
“SI’ PAPÁ MI STO DIVERT…. GOOOOOOOL ABBIAMO FATTO GOL PAPÁ TE LO RACCONTO ERAVAMO IN ATTACCO E UN GIOCATORE HA TIRATO LA PALLA SOTTO LE GAMBE DEL DIFENSORE E UN ALTRO GIOCATORE HA TIRATO IN PORTA E IL PORTIERE È CADUTO PER TERRA MA NON L’HA PRESA E ALLORA SIAMO DUE A ZERO, PICA SPOSTATI CHE NON VEDO LA TV, HAI CAPITO PAPÁ?”
“Sì, sì, ho capito.”

Il calcio delle grandi occasioni è approdato a casa Ovetti.

PS: il Boss è in città! Avevo promesso tanto tempo fa (si legga qui) che nel caso fosse successo avrei portato l’Ovetta… ma l’Ovetta ha declinato l’invito.
Papà Ovo invece si rimetterà in sesto giusto in tempo per il duplice evento, negli ultimi giorni ha attraversato mezzo mondo, è atterrato giusto in tempo per andare in trasferta, non sa bene a che ora deve andare a letto e porta avanti “500”, mamma Ova invece nelle ultime tre settimane ha corretto compiti, scrutinato esami, ascoltato diplomandi, portato avanti tre Ovetti e tamponato quattro Ucas: e… non si dica che “Born to run” sia solo il titolo di una canzone…

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