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Buon compleanno Monno #6

A te,

A te che ogni cosa è una gara e ogni gara ha una classifica e ogni classifica deve essere ascoltata attentamente dal primo all’ultimo classificato (gara tra le macchine, tra le magliette, tra i cibi salati, tra le maestre ma solo quelle supplenti, ecc…ecc…).

A te che sai leggere (da parecchio ormai) e sai scrivere (da parecchio ormai), ma che quest’anno hai imparato a fare le tabelline (quasi meglio dell’Ovetta) e ora vuoi sapere dove trovare la vitamina A, B e B2: non ti sembra di esagerare?

A te che vai in bicicletta come un matto senza guardare mai avanti (e prima o poi t’impasti contro qualcuno) ma papà si dimentica sempre di alzarti il sellino e sei ridicolmente basso su quella bicicletta.

A te che quest’anno hai avuto la supplente, la supplente della supplente, la supplente della supplente della supplente… insomma, come dici tu stesso “sono stato un po’ sfortunatino ma anche fortunatino perché ho conosciuto un sacco di maestre”…. Già, è proprio lo spirito giusto con cui affrontare la vita.

A te che tifi juve ma siccome il tuo amico del cuore e supertifoso quest’anno non c’era… allora tifi anche un po’ inter perché l’altro tuo amico tifa inter.

A te che se l’Ovetta fa i compiti devi capire cosa studia anche tu (perché non puoi assolutamente stare indietro) e che cerchi poi di insegnare le stesse cose a Pica: tesoro, ma Pica ha tre anni! Non può imparare la tabellina dell’otto!

A te che finalmente quest’anno sei andato a correre e ti si è aperto un mondo. Che ci siano 40 gradi (raro) o -3 con neve di traverso in un campo di palta (più verosimile) poco importa: l’importante è correre la tua 400 metri classe esordienti C (la più piccola categoria tra le piccole categorie).

A te che quei 400 mt a volte sono lunghi e a volte sono corti a seconda del fatto che ci sia o meno una curva in mezzo (“papà questa volta era più lungo perché c’era una curva che faceva così, capito e allora erano 400 mt lunghi”).

A te che sei andato al cinema senza le sorelle, e il primo film ti è piaciuto molto, il secondo molto meno. E quando c’è lo sport in Tv che sia formula 1 o europei di calcio, è un evento vissuto con passione sfrenata e tifo da scaricatore di porto… da 6 anni (“Pussone sbaglia! Dai sbaglia!”).

A te che “questa storia che la mamma della maestra E. è andata in cielo proprio non mi piace….”

A te che “papà, adesso che vai due settimane in Nuova Zelanda io ho paura che non mi ricordo la tua faccia; allora ho fatto un disegno e lo metto sul frigorifero, così tutte le mattine lo vedo e mi ricordo come sei fatto”… ed è un disegno bellissimo!

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A te che se c’è da giocare non ti risparmi mai, e alla fine sei sporco, sudato, distrutto e …. Felicissimo.

A te che ogni lunedì mattina, ancora in pigiama, e con gli occhi semichiusi, studi e memorizzi il calendario della settimana con tutti gli impegni dei vari componenti della Ovo-famiglia. E guai se il foglio del calendario non è attaccato al frigorifero.

A te che ogni tanto la sera prima di andare a letto, ti viene la maliconia, e allora abbracci forte la mamma e fai la scorta dei baci e li metti tutti sotto il cuscino per affrontare la notte.

A te che “papà non hai messo la freccia per girare, …. Papà guarda che c’è il limite di 50,… papà qui non puoi superare,…. Papà ricordati il disco orario,… papà…”; ecco…. Prima o poi papà ti lascia giù.

A te che quest’anno andrai alle elementari, ma che quest’anno “Devo fare i compiti perché non so scrivere bene” “ma Monno, tu vai alle elementari proprio per imparare?” … ma tu ci guardi come dire “io devo saperlo fare PRIMA,… o stolti”.

A te che mangi come un bufalo ma non tocchi latticini perché te l’ha detto la Nazi-Pedi anche se adori il formaggio; a te che se hai tre caramelle te ne ingoi subito una ma le atre due le porti alle tue sorelle; a te che invece alle feste ingurgiti senza soluzione di continuità: patatine-brioche-torta-caramella-cocacola-succo-gommose-popcorn-echipiùnehapiùnemetta perché… “alle feste vale!”

A te che, che sei brillante, furbo, arguto, giocherellone, competitivo, a te che quando non ci vedi da un po’ di tempo ti avvicini senza troppe smancerie e poi ci abbracci fortissimo, a te che sai tutte le regole e per ogni cosa c’è una regola, a te che avevi paura di fare una gara di atletica sulle vie cittadine (“ma siamo sicuri che non ci siano le macchine?”), a te che rosichi perché tua sorella maggiore può andare all’oratorio e tu sei troppo piccolo e siccome lei è un “mito” allora ci vorresti andare anche tu, a te che quando siamo in giro tieni d’occhio Pica perché “mamma, non si sa mai,… la curo io”; a te che fai queste e altre mille cose,…

Sì, proprio a te,…

buon sesto compleanno Monno!

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Il tifo è una cosa seria

Lunedì, praticamente appena sbarcato, papà Ovo è dovuto andare in trasferta in trentino.
A parte l’arrabbiatura solenne a papà Ovo era sfuggito il particolare che quel giorno si sarebbe giocata Italia – Spagna in pomeridiana e cioè in un momento in cui anche ai cuccioli sarebbe stata permessa la visione dell’evento.
A casa intanto l’evento viene seguito con stati d’animo differenti a seconda del bimbo e in particolare:

Pica – Se ne sbatte altamente. Trova particolarmente buffo il fatto che non si stia a giocare in cameretta ma che i fratelli preferiscano il salotto. A lungo andare si spazientisce e comincia a reclamare la loro attenzione il che infastidisce, e non poco, il fratello maggiore.

L’Ovetta – essendo “grande”, essendo stato dato loro il permesso di vedere la TV ed essendo anche mamma Ova davanti al teleschermo, capisce che l’evento è importante… ma davvero non ne coglie il perché.
In pratica è la versione settenne della classica fidanzata che vorrebbe uscire a fare shopping mentre la sua altra metà del cielo assiste alla finale di Champions; per brevi tratti cerca di capire un poco delle regole basi del football con risultati disastrosi: la strada verso “io da una parte e il calcio dall’altra” è già segnata.

Il Monno – un perfetto maschio italico in miniatura. Si siede sul divano ma scopre che stranamente “scotta” troppo e DEVE alzarsi, correre, incitare, imprecare urlare, aver paura, tifare,ecc…ecc… tutto insieme.
Quando l’Italia segna corre in cucina pugnetti al cielo e urla tutta la sua gioia, quando sua sorella maggiore chiede “perché non è gol adesso?”, la guarda con sufficienza e le spiega che cosa sia un calcio d’angolo, quando sua sorella minore cerca di richiamare la sua attenzione spalmandosi sopra di lui e impallando la TV, ecco, solo allora, stacca un secondo gli occhi dal monitor, la guarda in faccia e le sussurra dolce: “Pica,… davvero… non adesso…. È importante!”

A metà del secondo tempo, papà Ovo riesce finalmente ad arrivare in hotel e, incredibile ma vero, accendere la televisione e sdraiarsi sul letto senza perder conoscenza istantaneamente come in realtà avviene da ormai una settimana senza soluzione di continuità.
A quel punto, un occhio puntato al televisore con le immagini della partita, chiama casa.

“Ciao Ovetta, tutto bene?”
“Sì, qui stanno tutti guardando la tv, c’è la partita. Credo che l’Italia stia vincendo. Tu cosa stai facendo?”
“Guardo la partita anche io.”
“Ah! Anche tu? (tono di sconforto e desolazione) Vabbè…. Ci vediamo domani?”
“Sì, certo mi passi Pica?”

“Ciao Pica. Tutto bene?”
“Sì. Sto guardando la TV ma il Monno vuole guardarla tutta lui. Tu sei ancora a domani?”
“No Pica, non sono più in nuova zelanda, sono in Italia come te.”
“E quando torni?”
“Domani pomeriggio, va bene?”
“Si, pomeriggio quando è pomeriggio da te o da me?”
“Pomeriggio per tutti e due. Mi passi Monno?”

“Ciao Monno tutto bene?”
“SI’ STO GUARDANDO LA PARTITA E GIOCA L’ITALIA E LA SPAGNA E L’ITALIA VINCE UNO A ZERO E HA SEGNATO COSÍ ADESSO TE LO SPIEGO E C’ERA UNA PUNIZIONE E IL PORTIERE L’HA PARATA MA POI UN GIOCATORE DELL’ITALIA L’HA TIRATA IN PORTA E IL PORTIERE ERA ANCORA STRAVACCATO E NON L’HA PARATA E ABBIAMO FATTO GOOOOOOL E ALLORA SIAMO UNO A ZERO HAI CAPITO PAPÀ???”
“Sì, ho capito, mi sembra che tu ti stia divertendo direi.” (in quel momento l’Italia raddoppia)
“SI’ PAPÁ MI STO DIVERT…. GOOOOOOOL ABBIAMO FATTO GOL PAPÁ TE LO RACCONTO ERAVAMO IN ATTACCO E UN GIOCATORE HA TIRATO LA PALLA SOTTO LE GAMBE DEL DIFENSORE E UN ALTRO GIOCATORE HA TIRATO IN PORTA E IL PORTIERE È CADUTO PER TERRA MA NON L’HA PRESA E ALLORA SIAMO DUE A ZERO, PICA SPOSTATI CHE NON VEDO LA TV, HAI CAPITO PAPÁ?”
“Sì, sì, ho capito.”

Il calcio delle grandi occasioni è approdato a casa Ovetti.

PS: il Boss è in città! Avevo promesso tanto tempo fa (si legga qui) che nel caso fosse successo avrei portato l’Ovetta… ma l’Ovetta ha declinato l’invito.
Papà Ovo invece si rimetterà in sesto giusto in tempo per il duplice evento, negli ultimi giorni ha attraversato mezzo mondo, è atterrato giusto in tempo per andare in trasferta, non sa bene a che ora deve andare a letto e porta avanti “500”, mamma Ova invece nelle ultime tre settimane ha corretto compiti, scrutinato esami, ascoltato diplomandi, portato avanti tre Ovetti e tamponato quattro Ucas: e… non si dica che “Born to run” sia solo il titolo di una canzone…

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Un breve domenica di tranquillità

Questa mattina, appena sveglio, papà Ovo è stato colto da improvviso senso di smarrimento.

Qualche cosa intorno a lui stonava… no, non è che stonasse,… è che era profondamente diverso dal solito… un chè d’impalpabile… ma una sensazione netta… decisa…

Sarà stato forse perché i suoi occhi si sono aperti spontaneamente, con calma, assaporando la luce piano piano sempre più forte che filtrava dalla finestra… e non con un ovetto a caso che urla a squarciagola “MI SCAPPA LA PIPÌ !!!!!!!” con conseguente scaracollarsi giù per le scale.

O forse sarà stato perché nessuna sveglia è suonata per svegliarlo… tanto più se puntata alle 6 con conseguente sveglia dei nanetti a tappe forzate, colazione immediata, e successivo trasbordo sui campi da sci generalmente al freddo ed insieme ad una mandria di papà con relativi pargoli al seguito.

O forse sarà stato perché gli sembrava che non vi fosse alcun impegno improrogabile a cui partecipare per tutta la mattinata… addirittura non era in previsione nemmeno una corsa campestre in un paese ignoto sotto un’acqua torrentizia al freddo e al gelo.

O forse sarà stato perché, a memoria, benchè appena sveglio, non gli sembrava che alcun bimbo fosse malato…nè Pica ormai ripresasi dalla Bi-influenza, nè il Monno stabilmente colpito da un mal di testa nelle ultime settimane che va e viene a seconda dello stato d’animo del cucciolo. E nemmeno l’Ovetta perennemente a caccia di malattie superesotiche: “Guarda Papà, credo di avere qualche cosa qui”… ed indica un pezzo di pelle liscio, roseo, intonso che viene vivisezionato dall’intera famiglia prima che la cucciola si plachi e si convinca che, al più, si tratta di segno di pennarello! Nossignore, tutti in salute i pargoli.

O forse sarà stato perché da qualche settimana è riuscito finalmente ad escogitare un trucco che permettesse all’Ovetta e al Monno, nelle rare occasioni possibili, di alzarsi alle 8 (perché oltre proprio i due non sanno stare a nanna), chiudersi in cucina e giocare tranquilli tranquilli senza disturbare il resto della famiglia… che sembra cosa di poco conto ma se ci pensate bene bene, riuscire ad alzarsi alle 9 una volta diciamo… a stagione… no dico… non è da tutti!

O forse, a ben pensarci, sarà stato per un mix di tutte queste cose ma stamani papà Ovo si è svegliato con calma, ha fatto colazione con quasi tutta la famiglia in tranquillità. Verso le 10,30 è arrivata alla chiamata di Pica dal lettino (“mamma mi sono svegliata” “Alla buonora figliola”… a lei sì piace dormire!), e quindi dopo la colazione della piccola, Papà Ovo si è messo a fare un po’ di lavoretti per casa.
Poi, poco prima di pranzo, gli è capitato di guardare il tavolo in salone, dove mamma Ova stava aiutando l’Ovetta a fare i compiti. E siccome anche il Monno si sentiva in vena di compiti, ma al fiocco rosso non glieli danno (chissà come mai!?) ha deciso di prendersi un quaderno ed inventarsi i suoi compiti. E siccome Pica non è mai la più piccola (giammai!) eccola arrivare anche lei con il suo quaderno per i compiti (?!?).

Beh, era proprio un bel quadretto!
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Vivendo in questa bolla di serenità e tranquillità, ecco arrivare il pranzo, dove ognuno ha mangiato bene, senza capricci e poi via a giocare.

Allora papà e mamma Ovo si sono ritagliati una mezzora per loro, hanno conversato amabilmente, poi in questo ambiente da Mulino Bianco, controllati che i tre nanetti stessero giocando senza problemi, mamma Ova ha fatto un paio di telefonate e papà Ovo è andato alla scrivania per lavorare un pochetto… tranquillo tranquillo…


“MAMMA AIUTO !!!


“???… (ma perché strilla l’Ovetta?)”
“AIUTO!!! IL MONNO SI STA MANGIANDO UN GIOCATTOLO !!!!”

Segue corsa in cameretta, dove l’ipocondriaca, ma sempre attenta, Ovetta segnala a gesti il gioco pericoloso del fratello.
Il Monno tossisce e poi scoppia a piangere.
Pica si domanda come mai suo fratello avesse così fame da mangiare un giochino.

Giusto perché in una così placida domenica, mancava una bella scarica di adrenalina, no!?

Gli ovetti stanno bene;… gli Ovo genitori meno.

(Pica concentratissima sui compiti)

 

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