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Buon compleanno Monno #11

A te che hai studiato tanto quest’estate e ci hai messo tanto impegno e una determinazione che ci ha stupito; a te che ami la matematica e sei intuitivo e trovi soluzioni fantasiose a problemi difficili per la tua età; a te che, la sera prima di un tema a scuola, cerchi mamma Ova per pensare insieme a cosa potresti scrivere e, dopo aver fatto la scaletta con lei, affronti con più sicurezza un compito che è comunque diverso da quello pensato. 

A te che sei stato al primo campus wwf della tua vita e sei tornato felice e sporco come non mai, e anche senza voce; a te che le guide hanno definito “tanto gentile quanto brillante”; a te che non ti sei risparmiato quando c’era da lanciarsi da una cascatella o tuffarti nel laghetto; a te che, per onor del vero, non ti risparmi mai in nessuna attività fisica, sia il volano nel giardino di casa o la corsa con i compagni di atletica, sia la biciclettata al parco o la partita a pallone; a te che ti fidi dell’Ovetta e per affrontare nuove sfide le chiedi i dettagli, ti fai raccontare i particolari, ne ascolti i consigli. 

A te che ricordi date e avvenimenti con una facilità sconcertante e raccogliere tutti questi dati costituisce una parte importante delle tue certezze. 

A te che sei maniacale e controlli cento volte la cartella prima di uscire di casa.

A te che studi le regole dei giochi in scatola e, quando ti appassioni ad uno, vorresti giocare solo a quello e inventi anche le varianti per “renderlo più interessante”. A te che convinci Pica a giocare a calcio in giardino con te, ma non cedi a giocare alla “casetta” in cambio, perché …“quel gioco è davvero noioso”. 

A te che cerchi e trovi la complicità di Papà Ovo, nei passatempi, nei giochi, nelle sfide. E così anche perdere a calcetto non è così male… “perché ero contro papà”. A te che apprezzi l’ironia e la pratichi con misura ed è divertente ascoltarti nei dialoghi con i grandi.  

A te che vorresti un mondo sempre felice e credi nella bontà delle persone. 

A te che raccogli ogni sfida, dalla più insignificante alla più stimolante, e per te sono tutte ugualmente importanti e non riesci a capacitarti del perché per le altre persone non lo siano così tanto. 
A te che vincere è molto più che partecipare e non è vero che il risultato non conta.

A te che indossi magliette al contrario, calze spaiate, calzoni bucati e non ti accorgi di nulla. A te indossi sempre lo stesso paio di scarpe, estate-inverno, caldo o freddo, pioggia o sole, e per precauzione tieni anche le scarpe di due numeri più piccole perché “…non si sa mai”.

A te che scherzi con l’Ovetta, sul suo essere pre-adolescente, e lo fai con quella leggerezza che sdrammatizza e rende lieve anche il malumore di una dodicenne.  A te, quando sei partito per il campus e Pica piangeva, hai abbracciato mamma Ova e le hai detto “non posso vederla stare così male, fai qualcosa!… peccato che poi non è che tu l’abbia poi chiamata così tanto, eh?

A te che non dimentichi mai di dire “ti voglio bene”.  

A te che chiami spesso i nonni e imbastisci lunghi discorsi sportivi, dal calcio al basket, dalla F1 alle olimpiadi, anche con le nonne e a conclusione della telefonata annunci sempre “Sì, i nonni stanno bene” perchè è “stare bene” è un concetto intrinseco senza il quale il tuo mondo vacilla un po’. 

A te che sei disordinato, a te che nascondi nelle tasche dei pantaloni qualsiasi cosa, a te che sei curioso e attento ma anche sfuggente e bislacco, a te che hai spalle larghe ma il volto ancora di un bambino, a te che sei generoso, a te che ami la simmetria e cerchi il perché delle righe storte, a te che sei capace di meravigliarti e fai facce buffe, a te che seguire i tuoi ragionamenti a volte è davvero stancante, a te che abbracci stretto stretto le persone a cui vuoi bene, a te che sei “il Monno più Monno che c’è”,
…sì proprio a te,

 buon undicesimo compleanno Monno

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Il salto del Monno

Un lunedì… a febbraio…
“Mamma, giovedì, sul diario le maestre hanno fissato un colloquio per voi, gnam gnam, mi passi i tortellini?”
“Ok Monno. L’ho segnato anche se è strano; ma sei sicuro? Senza nemmeno conoscere le pagelle del primo quadrimestre?”
“Già… gnam gnam….”
“Monno,…. Non è che per caso le maestre devono dirci qualche cosa di strano su di te?”

(Il Monno ci pensa con fare assorto per un paio di secondi masticando tortellini)

“No papà, davvero. Posso avere il bis?”

Il giorno successivo… sempre a febbraio… mentre papà Ovo passeggia per le vie di Ovo city per caso
“Oh buon giorno Sig.ra maestra! Ci vediamo giovedì, vero?”
“Sì certo. Ci sarete tutti e due?”
“Certamente,… beh… a dire il vero io alle 18.00 come da appuntamento mentre mamma Ova arriverà con un dieci minuti massimo di ritardo, causa impegni lavorativi, ma nel frattempo possiamo cominciare noi.”
“Beh… a dire il vero… preferiremmo avervi tutti e due insieme… ma non sarà un problema; vediamoci direttamente alle 18,10”
“Ah!”

Stesso giorno… sempre a febbraio…. A cena
“Monno… pensaci bene!”
“Davvero papà! Gnam gnam… non lo so!”
“Monno mettiamola così: qualche cosa hai combinato; questa storia del colloquio non mi convince. Cosa hai fatto?”
“Mamma a me non vien in mente nulla; posso avere il bis?”
“Sì… anche perché sarà la tua ultima cena! Se ti sei comportato male e nemmeno te ne sei reso conto… ecco … guarda che poi sarà peggio.”
“Io non ho fatto – Gnam Gnam – niente… posso avere il tris?”

Quel giovedì… sempre a febbraio… alle ore 18.10
“Dunque, abbiamo voluto vedervi insieme perché è un po’ che osserviamo vostro figlio e vorremmo dirvi una cosa…”
“(Ecco… lo sapevo che aveva combinato qualche cosa.. lo strozzo… anzi peggio prima lo strozzo, e poi lo strozzo di nuovo…)”

Mezz’ora dopo gli Ovo genitori rientravano lentamente a casa, ripensando al colloquio appena avuto con l’unica certezza che effettivamente il Monno non aveva combinato nessun pasticcio.

Poi è stato il momento dei pensieri: quelli di mamma e papà Ovo; poi quelli dei genitori e del Monno, infine quelli dei genitori, quelli del Monno e delle sorelle fino a quando il Monno, a cui è stata data l’ultima parola, ha sciolto la riserva: “Sì,… voglio provarci!… ma non voglio che si sappia in giro prima della fine.”

Nei mesi successivi Pica ha assurto al ruolo di motivatrice (“bravo Monno! Dai Monno!”); l’Ovetta a quello di “experto en lengua espagnola”; entrambe si sono sobbarcate gli impegni famigliari del fratello (fare i letti, disfare la lavastoviglie, preparare la tavola); mamma e papà Ovo quello di trainer multidisciplinari.
Dal canto suo il Monno si è diviso tra gli impegni scolastici e quelli supplementari almeno fino alla fine della scuola; poi, mentre tutti gli amici e le sorelle cominciavano con i vari campus, si è gettato in una quattro settimane di full immersion 9-12 / 14-18: sette giorni su sette fatte eccezioni per gli intoccabili impegni dell’atletica, le partite dell’Italia e le gare della F1.

Alla fine, finalmente, sono arrivati i tre giorni in cui tutto questo impegno sarebbe stato messo alla prova dei fatti: il Monno, calzoncini corti, maglietta pulita (ma scarpe bucate), un po’ intimidito ma contento di esserci arrivato, è entrato mano nella mano con papà alle scuole medie dove ad attenderlo c’era la commissione intera convocata giusto per lui: lunedì italiano, martedì matematica, mercoledì inglese e a seguire l’orale di TUTTE le materie di prima media.

“Monno”
“Sì?”
“Ti aspettavi un periodo così difficile?”
“Insomma…”
“Te lo avevamo detto però.”
“Si, è vero, ma farlo è diverso!”
“Hai ragione. Sei contento?”
“Tantissimo!”
“E l’esame te lo aspettavi più facile?”
“No… ma nemmeno più difficile; ma cosa ha detto la preside?”
“Che sei andato bene e hai passato l’esame.”
“Quindi adesso passo dalla quinta elementare direttamente alla seconda media?”
“Sì”
“YEAHHH! Evviva!”

Grazie super maestre! Senza di voi, il Monno non sarebbe arrivato qui.

E bravo Monno, hai affrontato il primo esame “scolastico” della tua vita con grande determinazione e impegno, con tenacia e organizzazione e anche un pizzico di follia. Fai tesoro di questa esperienza. L’Ovo famiglia al completo è fiera di te… più di quanto tu lo sei di te stesso. 

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Stringhe fluo

Qualche settimana fa Mamma Ova aveva dato il via all’operazione  “Monno Prima Comunione” con un passo difficilissimo, anziché cruciale: la scelta dei vestiti.
Di fatto si trattava di vedere la genitrice inseguire, computer alla mano,  il recalcitrante con il dichiarato scopo di scegliere un vestiario on line consono o almeno senza buchi, toppe e simili tanto amati dal pargolo.

L’operazione era riuscita ma comunque i vetusti tenevano un profilo bassissimo vista l’esperienza della Cresima della sorella maggiore ripetutamente posticipata da un anno e tutt’ora con data “da destinarsi”. Anche se, a questo proposito, c’è da rilevare che il tavolo di negoziazione tenuto tra papà Ovo ed il Presidente del Consiglio pare abbia dato esito positivo visto che il “patentino” per muoversi tra regioni è stato fatto con il solo scopo di far sì che la Madrina dell’Ovetta possa finalmente venire in Lombardia e questa benedetta Cresima si possa quindi celebrare.

Lunedì il Monno è finalmente rientrato a scuola.
Martedì un suo compagno rimaneva a casa.
Mercoledì annunciava che in giornata avrebbe fatto il tampone: le quotazioni della Comunione del Monno crollano.
Giovedi nessuna nuova dal compagno…. Aria tetra in casa, non fosse altro per Pica che, dall’alto del suo sommo ottimismo, stava scegliendo il vestito da indossare per la Comunione ed aveva “già” ridotto il suo guardaroba a “soli” sei capi tra cui scegliere!
Venerdi mattina, ben 24 ore prima del tutto, il compagno del Monno annunciava urbit et orbi la sua negatività; le quotazioni riprendevano quota.
Venerdi pomeriggio Papà Ovo accompagnava il Monno e l’Ovetta E. sua coscritta, alla confessione pre cerimonia; stante la difficoltà nel parcheggiare la macchina nel parcheggio sul retro della chiesa, impartiva loro le seguenti indicazioni: “Ok cuccioli, statemi bene a sentire: voi andate insieme in Chiesa e chi finisce prima aspetta l’altro sul sagrato in modo da tornare insieme qui; io nel frattempo avrò trovato parcheggio, ok?”
La coppia di futuri dirigenti tra 30 anni ha annuito ponendo però due semplici domande.. lui: “cos’è il sagrato?”; lei: “dov’è la Chiesa?”
Sono seguite indicazioni più dettagliate; dopodichè seguendo il più classico dei rapporti maschio-femmina lei ha sentenziato “io faccio tutto quello che fa lui e lo seguo, così non ho problemi” (che poteva tradursi con: Oh mio maschio di riferimento… sii la mia guida), poi sono scesi dalla macchina e Papà Ovo li ha osservati mentre allontanandosi lei apostrofava con ampi gesti lui (che poteva tradursi con: ehi ciccio sia chiaro che in realtà tra noi decido io!); dopodiché sono tornati senza aspettarsi come volevasi dimostrare.
Venerdì sera, anche Pica ha sciolto la riserva e ha annunciato quale sarebbe stato il suo vestito; la qual cosa era Molto importante (e la maiuscola non è un refuso).

Sabato, finalmente, senza intoppi, con una giornata dal cielo azzurro e senza una nuvola anche se freddino il Monno, vestito di tutto punto (“ma papà sotto la camicia non ci metto niente? Solo una magliettina leggera leggera?”) ha affrontato il suo primo grande passo “consapevole”.
Poi è stata una bella giornata in famiglia, con il menù scelto da lui, il primo giro in bici per salutare anche se brevissimamente i nonni e un gioco in scatola.

Ecco il Monno sorridente e felice. Vestito di tutto punto, eccezionalmente con le scarpe nuove, ma le stringhe fluo…


PS: Domenica prossima, permessi covid/quarantene permettendo, festa allargata ai nonni, tenuti in panchina a questo giro visto che in settimana si sono semivaccinati in due, oltre a nonno Etto che diventa il primo componente dell’Ovetti Family covid free. EVVIVA!

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