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Buon compleanno Monno #13

A te,

a te che hai l’aria svagata e sei distratto e preciso al tempo stesso, a te che spesso sei così preso dai tuoi pensieri che dimentichi il mondo che ti circonda. A te che osservi, scruti, rifletti e scegliere, se puoi farlo con i tuoi parametri, non ti fa paura.

A te che hai una passione o una ossessione per i numeri ed apprezzi tutto ciò che è controllabile scientificamente ; a te che quest’anno hai fatto l’esame di terza media e a gennaio avevi pronto il materiale per la tesina ma eri arrabbiatissimo perché i tuoi insegnanti (direi incredibilmente) ci volevano pensare solo da aprile.

A te che devi fare tutto e con tutti, la scuola, la pizza con gli amici, la corsa con il gruppo di atletica, il film con papà, il test con la mamma e non capisci perché la giornata abbia solo 24 ore. A te che ti sfinisci di attività e non vuoi rinunciare a nulla, a te che quando anche le tue energie inesauribili finiscono ti senti moribondo e ti preoccupi moltissimo perché … “sto perdendo qualche cosa di importante”.

A te che da sempre dormi in modo improbabile e il letto ti sopravvive con una certa fatica, e nessuno vuole dormire accanto te; a te sei sbrindellato e arruffato, a te che sei l’unico che riesce ad indossare una polo al contrario; a te che cambi le calze tutti i giorni ma, nel tragitto fra la tua camera e la lavanderia, le stesse – infide – si perdono e si nascondono in ogni dove, senza che tu ne abbia il minimo controllo.

A te che al concerto di Bruce hai spiegato ad una coppia gay libanese il risultato della semifinale dell’open di tennis di Roma con il tuo inglese improbabile ma comprensibilissimo; poi nel mezzo del concerto non ti sei fatto pregare due volte a salire in spalla ad una coppia toscana appena conosciuta per ballare a ritmo sfrenato e hai concluso gettandoti ad afferrare un plettro lanciato dal palco… ah! Che giornata!

A te che fai vacanze sparse in giro per l’Italia e torni con improbabili amici (ottima l’idea di diventare amico di un ragazzo di boston… fatti invitare!); a te che “… forse al campo wwf c’erano anche delle ragazze, ma non ci ho mai parlato” perché il mondo è ancora diviso di rosa e azzurro e diciamolo il rosa è davvero un colore insignificante. A te che inizi ogni telefonata con “Come va? Io tutto bene”, dopo una giornata di scuola, un’escursione in montagna, una gara di marcia o anche solo l’uscita per comperare il latte.  

A te che tra le chiavi di casa, quelle della bici, il cellulare e la cartella… almeno una cosa devi dimenticartela a casa… pare esserci una regola. A te che, per questo, hai sviluppato tecniche sopraffine come cercatore in casa di oggetti perduti, e persino le tue sorelle cercano il tuo aiuto in caso di smarrimenti improvvisi. 

A te che con Pica assomigliate a Sandra e Raimondo… vi cercate sempre e bisticciate per tutte le cose più futili. E tu le insegni spagnolo e lei accetta di giocare a calcio con te. A te che la guardi da fratello maggiore con una certa condiscendenza e un mal celato paternalismo. A te che condividi frasi e sorrisi con l’Ovetta, sempre più incomprensibili a noi genitori, a te che scherzi con lei e vi prendete in giro con una divertente ironia.  

A te che se qualcuno ha bisogno non ti tiri mai indietro e lo fai con convinzione e dedizione. A te che hai dividi il mondo in buoni e cattivi, in bianco e nero, e la simmetria degli esseri umani e dei loro comportamenti è fondamentale per il tuo buon ordine cosmico. A te che non esiste nessuna zona grigia perché crea solo confusione. 

A te che quest’anno hai dovuto scegliere la scuola e ci hai pensato lungamente, ma solo perché dovevi escludere scientificamente le alternative al liceo che avevi già scelto…e i tuoi vetusti sapevano dal giorno zero.

A te che hai una testa logica e sai sciogliere nodi aggrovigliati facendone linee diritte, come piacciono a te, a te che aspetti ancora ogni tanto le coccole di Mamma Ova o i giochi fisici con Papà Ovo. A te che commenti sempre qualsiasi fatto o avvenimento, perché esprimere il tuo parere è un modo di essere nel mondo. A te che sai essere luminoso, arguto e accogliente. A te che fai sogni grandi e poi plani con leggerezza sulla vita; a te che sei un ottimo compagno di viaggio e vorresti scoprire ogni angolo del pianeta. A te che diventi un teenager e … incrociamo le dita. A te che non hai ancora consapevolezza di tutti i tuoi talenti, ma noi li vediamo e sono tanti; a te che stai prendendo la forma di un meraviglioso ragazzo, a te, sì proprio a te Monno,

buon tredicesimo compleanno Monno.

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Buon compleanno Monno #11

A te che hai studiato tanto quest’estate e ci hai messo tanto impegno e una determinazione che ci ha stupito; a te che ami la matematica e sei intuitivo e trovi soluzioni fantasiose a problemi difficili per la tua età; a te che, la sera prima di un tema a scuola, cerchi mamma Ova per pensare insieme a cosa potresti scrivere e, dopo aver fatto la scaletta con lei, affronti con più sicurezza un compito che è comunque diverso da quello pensato. 

A te che sei stato al primo campus wwf della tua vita e sei tornato felice e sporco come non mai, e anche senza voce; a te che le guide hanno definito “tanto gentile quanto brillante”; a te che non ti sei risparmiato quando c’era da lanciarsi da una cascatella o tuffarti nel laghetto; a te che, per onor del vero, non ti risparmi mai in nessuna attività fisica, sia il volano nel giardino di casa o la corsa con i compagni di atletica, sia la biciclettata al parco o la partita a pallone; a te che ti fidi dell’Ovetta e per affrontare nuove sfide le chiedi i dettagli, ti fai raccontare i particolari, ne ascolti i consigli. 

A te che ricordi date e avvenimenti con una facilità sconcertante e raccogliere tutti questi dati costituisce una parte importante delle tue certezze. 

A te che sei maniacale e controlli cento volte la cartella prima di uscire di casa.

A te che studi le regole dei giochi in scatola e, quando ti appassioni ad uno, vorresti giocare solo a quello e inventi anche le varianti per “renderlo più interessante”. A te che convinci Pica a giocare a calcio in giardino con te, ma non cedi a giocare alla “casetta” in cambio, perché …“quel gioco è davvero noioso”. 

A te che cerchi e trovi la complicità di Papà Ovo, nei passatempi, nei giochi, nelle sfide. E così anche perdere a calcetto non è così male… “perché ero contro papà”. A te che apprezzi l’ironia e la pratichi con misura ed è divertente ascoltarti nei dialoghi con i grandi.  

A te che vorresti un mondo sempre felice e credi nella bontà delle persone. 

A te che raccogli ogni sfida, dalla più insignificante alla più stimolante, e per te sono tutte ugualmente importanti e non riesci a capacitarti del perché per le altre persone non lo siano così tanto. 
A te che vincere è molto più che partecipare e non è vero che il risultato non conta.

A te che indossi magliette al contrario, calze spaiate, calzoni bucati e non ti accorgi di nulla. A te indossi sempre lo stesso paio di scarpe, estate-inverno, caldo o freddo, pioggia o sole, e per precauzione tieni anche le scarpe di due numeri più piccole perché “…non si sa mai”.

A te che scherzi con l’Ovetta, sul suo essere pre-adolescente, e lo fai con quella leggerezza che sdrammatizza e rende lieve anche il malumore di una dodicenne.  A te, quando sei partito per il campus e Pica piangeva, hai abbracciato mamma Ova e le hai detto “non posso vederla stare così male, fai qualcosa!… peccato che poi non è che tu l’abbia poi chiamata così tanto, eh?

A te che non dimentichi mai di dire “ti voglio bene”.  

A te che chiami spesso i nonni e imbastisci lunghi discorsi sportivi, dal calcio al basket, dalla F1 alle olimpiadi, anche con le nonne e a conclusione della telefonata annunci sempre “Sì, i nonni stanno bene” perchè è “stare bene” è un concetto intrinseco senza il quale il tuo mondo vacilla un po’. 

A te che sei disordinato, a te che nascondi nelle tasche dei pantaloni qualsiasi cosa, a te che sei curioso e attento ma anche sfuggente e bislacco, a te che hai spalle larghe ma il volto ancora di un bambino, a te che sei generoso, a te che ami la simmetria e cerchi il perché delle righe storte, a te che sei capace di meravigliarti e fai facce buffe, a te che seguire i tuoi ragionamenti a volte è davvero stancante, a te che abbracci stretto stretto le persone a cui vuoi bene, a te che sei “il Monno più Monno che c’è”,
…sì proprio a te,

 buon undicesimo compleanno Monno

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Il salto del Monno

Un lunedì… a febbraio…
“Mamma, giovedì, sul diario le maestre hanno fissato un colloquio per voi, gnam gnam, mi passi i tortellini?”
“Ok Monno. L’ho segnato anche se è strano; ma sei sicuro? Senza nemmeno conoscere le pagelle del primo quadrimestre?”
“Già… gnam gnam….”
“Monno,…. Non è che per caso le maestre devono dirci qualche cosa di strano su di te?”

(Il Monno ci pensa con fare assorto per un paio di secondi masticando tortellini)

“No papà, davvero. Posso avere il bis?”

Il giorno successivo… sempre a febbraio… mentre papà Ovo passeggia per le vie di Ovo city per caso
“Oh buon giorno Sig.ra maestra! Ci vediamo giovedì, vero?”
“Sì certo. Ci sarete tutti e due?”
“Certamente,… beh… a dire il vero io alle 18.00 come da appuntamento mentre mamma Ova arriverà con un dieci minuti massimo di ritardo, causa impegni lavorativi, ma nel frattempo possiamo cominciare noi.”
“Beh… a dire il vero… preferiremmo avervi tutti e due insieme… ma non sarà un problema; vediamoci direttamente alle 18,10”
“Ah!”

Stesso giorno… sempre a febbraio…. A cena
“Monno… pensaci bene!”
“Davvero papà! Gnam gnam… non lo so!”
“Monno mettiamola così: qualche cosa hai combinato; questa storia del colloquio non mi convince. Cosa hai fatto?”
“Mamma a me non vien in mente nulla; posso avere il bis?”
“Sì… anche perché sarà la tua ultima cena! Se ti sei comportato male e nemmeno te ne sei reso conto… ecco … guarda che poi sarà peggio.”
“Io non ho fatto – Gnam Gnam – niente… posso avere il tris?”

Quel giovedì… sempre a febbraio… alle ore 18.10
“Dunque, abbiamo voluto vedervi insieme perché è un po’ che osserviamo vostro figlio e vorremmo dirvi una cosa…”
“(Ecco… lo sapevo che aveva combinato qualche cosa.. lo strozzo… anzi peggio prima lo strozzo, e poi lo strozzo di nuovo…)”

Mezz’ora dopo gli Ovo genitori rientravano lentamente a casa, ripensando al colloquio appena avuto con l’unica certezza che effettivamente il Monno non aveva combinato nessun pasticcio.

Poi è stato il momento dei pensieri: quelli di mamma e papà Ovo; poi quelli dei genitori e del Monno, infine quelli dei genitori, quelli del Monno e delle sorelle fino a quando il Monno, a cui è stata data l’ultima parola, ha sciolto la riserva: “Sì,… voglio provarci!… ma non voglio che si sappia in giro prima della fine.”

Nei mesi successivi Pica ha assurto al ruolo di motivatrice (“bravo Monno! Dai Monno!”); l’Ovetta a quello di “experto en lengua espagnola”; entrambe si sono sobbarcate gli impegni famigliari del fratello (fare i letti, disfare la lavastoviglie, preparare la tavola); mamma e papà Ovo quello di trainer multidisciplinari.
Dal canto suo il Monno si è diviso tra gli impegni scolastici e quelli supplementari almeno fino alla fine della scuola; poi, mentre tutti gli amici e le sorelle cominciavano con i vari campus, si è gettato in una quattro settimane di full immersion 9-12 / 14-18: sette giorni su sette fatte eccezioni per gli intoccabili impegni dell’atletica, le partite dell’Italia e le gare della F1.

Alla fine, finalmente, sono arrivati i tre giorni in cui tutto questo impegno sarebbe stato messo alla prova dei fatti: il Monno, calzoncini corti, maglietta pulita (ma scarpe bucate), un po’ intimidito ma contento di esserci arrivato, è entrato mano nella mano con papà alle scuole medie dove ad attenderlo c’era la commissione intera convocata giusto per lui: lunedì italiano, martedì matematica, mercoledì inglese e a seguire l’orale di TUTTE le materie di prima media.

“Monno”
“Sì?”
“Ti aspettavi un periodo così difficile?”
“Insomma…”
“Te lo avevamo detto però.”
“Si, è vero, ma farlo è diverso!”
“Hai ragione. Sei contento?”
“Tantissimo!”
“E l’esame te lo aspettavi più facile?”
“No… ma nemmeno più difficile; ma cosa ha detto la preside?”
“Che sei andato bene e hai passato l’esame.”
“Quindi adesso passo dalla quinta elementare direttamente alla seconda media?”
“Sì”
“YEAHHH! Evviva!”

Grazie super maestre! Senza di voi, il Monno non sarebbe arrivato qui.

E bravo Monno, hai affrontato il primo esame “scolastico” della tua vita con grande determinazione e impegno, con tenacia e organizzazione e anche un pizzico di follia. Fai tesoro di questa esperienza. L’Ovo famiglia al completo è fiera di te… più di quanto tu lo sei di te stesso. 

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