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Il Battesimo di Pica: l’Evento #2

(segue)

6)        L’Ovetta resta affascinata dalla celebrazione e guarda tutto e tutti con sguardo rapito e sognante… o forse le abbiamo dato troppa tachipirina.
7)        Quando Don P. bagna la fronte della piccola, lei ricambia con un gran sorriso, l’Ovetta sprizza felicità, il Monno chiede: “ma adesso le fa la dozza (doccia)?”
8)        Verso metà della celebrazione, la piccola mostra segni di nervosismo; papà Ovo la prende in braccio. Immediatamente parte un flash che abbaglia la piccola da distanza ravvicinata. Alla prima distrazione gli Ucas hanno colpito inesorabilmente; la piccola strabuzza gli occhi e decide di voltarsi dall’altra parte.
9)        Don P. vorrebbe benedire la piccola sul petto, papà Ovo vorrebbe avere un paio di forbici per aprire un varco nel vestitino che si presenta ben accollato; la soluzione è degna di un compromesso storico: papà Ovo mette in evidenza quell’accenno di collo di cui è dotata la piccola, in cambio Don P. opterà per una benedizione sulla parte alta del petto della cucciola… molto alta… il collo insomma.
10)     A cerimonia conclusa, l’Ovetto A. sino a quel momento costretto nelle retrovie, riesce a divincolarsi dal controllo dei genitori e decide di mettersi a ballare sulle note di un rock tutto suo proprio a fianco di Don P.; forse un pochetto irriverente ma decisamente divertente.

Ore 17,30
Pica è battezzata; l’Ovetta regge, il Monno ha fame, tutti gli altri son contenti.
Si parte per il rinfresco (sperando che i Parmigiani non si perdano anche stavolta).

Tardo pomeriggio
Qui gli Ovo genitori hanno perso il controllo della situazione.
Hanno cercato di scambiare quattro chiacchere con tutti; ma temono di non esserci riusciti.
Hanno cercato di ringraziare tutti, ma anche qui forse hanno fallito.
Hanno cercato di tenere lontano il Monno dal buffet… e qui hanno fallito di sicuro.
Hanno cercato di avere un occhio di riguardo per l’Ovetta… e qui ci sono riusciti ed infatti di nascosto da tutti la cucciola si è beccata una seconda dose da cavallo di tachipirina.
Ma soprattutto hanno cercato di far passar bene la giornata alla festeggiata non avvezza alle grandi adunate; ma la cucciola forse non aveva bisogno troppo delle loro premure  e se l’è cavata egregiamente.
Poi, al calar della sera, dopo che le cavallette… pardon volevo dire gli ospiti, hanno rastrellato tutto il banchetto, dopo un numero imprecisato di caffè (ognuno dotato di proprio cucchiaino… questa la capiscono in pochi ;-), dopo le ultime corse dei bimbi in giardino e dopo nemmeno un litigio, una zuffa, una scazzottata, una banale caduta di alcun bimbo, ecco, dopo tutto questo, piano piano la gente è cominciata a tornare a casa.

Noi siamo stati contenti, la “Ucas parties organization” è stata promossa a pieni voti.

Sera
La temperatura è fresca, non fredda.
Regna una calma assoluta, sebbene di qua e di la tutti gli Ucas, lo zio A, e mamma Ova stiano ancora andando avanti ed indietro per mettere a posto le cose.
Monno ed Ovetta si affacciano dalla macchina ferma sul prato e fingono di partire per posti lontani, ridono di gusto, felici come non mai dopo ore ed ore passate a giocare con i loro amici.
Io, nel mio piccolo, porto ad uno ad uno i regali ricevuti dentro la macchina fin quando la stessa è stracolma.

Ad uno ad uno?

Sì, perché in braccio ho anche Pica che dorme, beata, accovacciata su se stessa.
Ha dormito, ha fatto la cacca, ha ciucciato una tetta, ha sorriso ad una montagna di facce che le si gettavano addosso, ha fatto gli occhioni ai mille flash, è stata presa in braccio da tutti ed adesso si è riaddormentata, sfinita, tra due braccia amiche.
Ora la poso e immortalo il momento.

 Brava Pica.

Piena notte
“Ovetta, tieni, bevi questa tachipirina.”
La cucciola non apre gli occhi ma si alza e beve.
“Papà?”
“Dimmi tesoro.”
“Ma domani alla scuola posso andaRe col vestito bello che ho poRtato al battesimo?”
“Magari domani non vai a scuola, però quando ci torni lo puoi mettere, va bene?”
“peRché non vado? Ho tanta febbRe?”
“Direi di sì, adesso fai la nanna.”
“Buona nanna papà.”
“Buona nanna tesoro.”

… 39,7°C

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Il Battesimo di Pica: l’Evento #1

La temperatura è fresca, non fredda.
Regna una calma assoluta, sebbene di qua e di la tutti gli Ucas, lo zio A, e mamma Ova stiano ancora andando avanti ed indietro per mettere a posto le cose.
Monno ed Ovetta si affacciano dalla macchina ferma sul prato e fingono di partire per posti lontani, ridono di gusto, felici come non mai dopo ore ed ore passate a giocare con i loro amici.
Io, nel mio piccolo, porto ad uno ad uno i regali ricevuti dentro la macchina fin quando la stessa è stracolma.

Ad uno ad uno?

Si, perché in braccio ho anche Pica che dorme, beata, accovacciata su se stessa.
Un mondo di calma…
… dopo la tempesta.

Mattina
“Monno, mi spiace ma proprio oggi non puoi venire a nuoto”
“Perché ze la festa di Pica?”
“Si, esatto, siamo un po’ di fretta, però per farci perdonare ti portiamo al ristorante”
Il Monno stringe i pugnetti (segno massimo di giubilo) “Pozzo manzare l’ambuggher e anche le patatine?”
“Si, puoi mangiare sia l’hamburgher che le patatine”
“Allora tonnate pesto che ho za fame”
Segue mattinata in piscina per la sola Ovetta e pranzo al mecdonald di zona con gli amichetti del nuoto.
L’Ovetta mangia pochino (strano, dopo il nuoto di solito s’abbufa), il Monno opta per un Happymeal completo… più pezzetti del panino di papà,… più pezzetti dei panini degli altri,… più …“NO, Monno! Le patatine che trovi per terra NON le puoi magiare!!!”
“…Uffa”
Pica dorme, tranquilla ed ignara.

Primo pomeriggio
La situazione meteo è eccellente. Con una dose smisurata di culo (quando ci vuole ci vuole), la giornata si presenta limpida e tersa; anzi a dire il vero è pure calda, così calda che anche l’Ovetta ha caldo… troppo caldo…. E infatti il termometro segna 38°C.
“Ma posso veniRe lo stesso, veRo?”
“Certo, però non dire a nessuno che hai la febbre, sarà il nostro piccolo segreto e già che ci siamo bevi un po’ questa razione doppia concentrata di tachipirina”.
Mamma Ova e papà Ovo, nell’impossibilità di elaborare un piano antifebbre, decidono seduta stante di dopare a dismisura la cucciola onde poterle permettere  di partecipare all’Evento; ovviamente lo stato della cucciola deve esser tenuto celato agli Ucas che potrebbero far installare un ospedale da campo a supporto della malata.

Ore 16,00
La famiglia Ovetti al completo arriva sul piazzale della Chiesa.
Come in un vecchio western di Leone, papà Ovo parcheggia all’angolo della piazza lasciando il nugolo di parenti ed amici all’altro lato.
A questo punto ci sono due possibilità: o si sveglia la festeggiata e si va incontro agli invitati, oppure si dà in pasto agli invitati solo una parte della famiglia e si preserva la festeggiata.
Papà Ovo, prende la situazione in pugno… e rimane in macchina con la piccola, sacrificando il resto della famiglia che viene buttato in direzione degli invitati e ne viene subito fagocitato.

Ore 16,15
A quindici minuti dall’ora X, ecco entrare nell’arena la festeggiata che viene subito accerchiata dalla folla festante.
Un muro umano dotato di macchina fotografica e telefoni cellulari si para davanti alla piccola seduta in passeggino che sgrana gli occhi incredula da tanto baccano ma, con ferreo aplomb, non dice nulla e permette qualsiasi cosa.
Gli Ovo genitori notano che sono tutti arrivati; perfino i parenti di Parma (si saprà solo in seguito che comunque per non perdere le abitudini si sono anche persi e fortunosamente ritrovati).
Poi però guardano bene e si accorgono che non proprio tutti sono arrivati: mancano i padrini.
Il primo arriva con ben 12 minuti di anticipo schernendosi dietro un poco credibile “c’era un traffico pazzesco”; il secondo arriva 5 minuti dopo con un molto più credibile “c’era un traffico pazzesco… a casa mia, per cercare di uscire in orario… avendo tre donne in casa.”
“Don…don…don…” suonano le campane, si entra.

Ore 16,30
Gli Ovetti tutti entrano in ordine sparso, la piccola viene presa in braccio e subito ci si accorge, da un aroma appena accennato ma ben pungente, che ha appena fatto la cacca.
Tempismo impeccabile.
Nella prima parte della celebrazione avvengono le seguenti cose:
1)        Il Monno regge la prima mezz’ora, poi comincia ad assumere le pose più pittoresche (…sdraiato sulla panca, …appeso sull’inginocchiatoio) fino ad un molto onesto “ma quand’è che si fa l’altra festa? Quella dove si mangia?”
2)        I Padrini (perché anche in questo caso come per l’Ovetta ed il Monno sempre di due padrini maschi si parla) fanno a gara fanciullescamente per spiegare alla piccola che “sono io il Padrino più importante, mica quello la”, poi più virilmente discutono tra loro su chi deve firmare sotto la voce “madrina” alla fine della cerimonia.
3)        Il fotografo ufficiale, verso metà della celebrazione, è stato richiamato all’ordine dal figlio che ha deciso di riempire, anche lui, un patello. Il servizio fotografico dell’evento potrebbe risentirne.
4)        Il vestito di Pica (uscito dalle sferruzzanti mani di Nonna Clava come i vestiti dei battesimi precedenti)… questa volta va bene!!! Non è servito avvolgere il pargolo come un arrosto in forno (vedi Ovetta), né sono cascati indegnamente i pantaloni di 7 taglie più grandi (vedi Monno). No no, questa volta va bene davvero.
5)        Alla comunione il Monno chiede “Pozzo avere anche io il biscotto da Don P.?”

segue

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7 giorni

Mancano sette giorni sette all’evento; pardon volevasi dire l’Evento con la “E” maiuscola.
Domenica prossima mamma Ova, papà Ovo, l’Ovetta  e il Monno percorreranno prima in giù e poi, per non farsi mancare nulla, in su la tangenziale est tutta per il battesimo e susseguente rinfresco di Pica.
Non si può sapere cosa avverrà quel di, certo a voler cogliere piccoli segnali che si sono ripetuti negli ultimi giorni c’è più di un motivo per preoccuparsi…

1)        Situazione trasporti: Chiocciolone, l’autograndedelladitta, un paio di settimane fa ha avuto un incontro troppo ravvicinato con uno scooter.
“Egregia compagnia di leasing, posso far riparare la macchina?” “No.” “Perché?” “Perché è in scadenza e le verrà assegnata presto una nuova autovettura” “Ah! E quando sarebbe presto?” “Il 30 marzo.” “Ehm… sarebbe passato…” “Vero.” “Quindi?” “Vuol dire che siamo in ritardo.” “Quindi nel frattempo posso far riparare l’attuale autovettura?” “No.”
Chiocciolone, auto ufficiale addetta al trasporto della festeggiata, arriverà in loco mostrando il suo profilo migliore: il destro, pregasi tutti gli invitati di non guardare il lato sinistro.
2)        Situazione meteo: qui stiamo battendo tutti i record.
Negli ultimi 21 giorni ha piovuto 22 volte; per la prossima settimana è prevista acqua, attualmente per domenica è previsto “nuvoloso alternato a schiarite con probabili precipitazioni” ; se non grandina o nevica potremmo ritenerci soddisfatti.
3)        Situazione “locations”: qui dovrebbero esserci poche sorprese; sia la chiesa che il luogo del rinfresco hanno retto già al battesimo del Monno; possono farcela anche questa volta.
4)        Situazione “dress code”: il vestitino della prima Ovetta riuscì a rimanere addosso alla piccola solo perché si usò il  cordino che le stringeva la vita per cingere la piccola più e più volte finche la stessa si trovò arrotolata nel vestitino come un arrosto prima di entrare in forno.
Il vestito del Monno invece fu più sfortunato in quanto privo del cordino; ed infatti cadde rovinosamente mentre il prete benediva il piccolo lasciandolo in mutande e patello davanti al prelato.
Cosa possa succedere domenica non si sa; nonna Clava è sicura che tutto andrà benone (come lo era le altre volte), noi tutti siamo con lei.
Papà Ovo ha anche finto di non sentire che “il bianco del vestitino non è della stessa tonalità del bianco della calzamaglia; quindi potremmo intingere la calzamaglia nel tè onde poter ottenere la stessa tonalità del bianco del vestitino”.
Papà Ovo ha sollevato un sopracciglio, poi ha pensato bene di fingere di non aver sentito siffatta delirante affermazione ed è quindi certo che la situazione sia sotto controllo.
5)        Situazione rinfresco: qui innegabilmente si concentrano le maggiori preoccupazioni. A dire il vero non tanto per i generi alimentari quanto per il numero di invitati.
Per quanto riguarda i generi alimentari ed i vettovagliamenti, papà Ovo ha intercettato una mail riservatissima da nonna Clava a nonna Patriottica: in tale mail si elencavano tutti i cibi divisi per torte dolci, torte salate, patatine ed affini, panini ed affini, acque e bibite, vini e liquori etc…etc…; tutte le unità di misura erano espresse in tonnellate… il cibo non dovrebbe mancare.
Quello che più ha preoccupato papà Ovo è stato nella seconda parte della mail, allorquando si elencavano il numero di piatti, bicchieri, tazzine, cucchiai, posate etc..etc.. anch’essi espressi in tonnellate! (con l’eccezione dei cucchiai per il caffè che sono solo 40 non si sa bene perché).
Ora, papà Ovo si è improvvisamente ricordato di aver dato si mandato alle Ucas della gestione dell’Evento in toto, ma di non aver mai chiesto poi una stima del numero di persone presenti… errore grave, … ma ormai è tardi.
6)        Situazione Ovetta ed Ovetto: loro sono tranquilli e serafici.
“Monno, magari domenica prossima non possiamo venire in piscina.” “Eppecchè?” “Perché siamo un po’ di fretta per il battesimo, però ti porto a mangiare al ristorante dove puoi scegliere tra il polletto o l’hamburger, va bene?” “Pozzo manzare il pollo e anche l’ambuggher.” “Va bene, puoi mangiare tuttie  due; allora siamo d’accordo?” “Zi penzamo, zi penzamo.”
7)        (ultima e più importante) Situazione festeggiata: lei adora dormire tutto il pomeriggio, lei non ama la confusione (a parte quella fatta dai suoi fratelli). Credo sia impossibile conciliare questi desiderata con ciò che l’aspetterà domenica prossima; inutile nemmeno tentarci.

Ora, che dire? Domenica prossima l’intera famiglia Ovetti composta da Ovetta, Monno, zio A., nonni Motore ed Etto, nonne Clava e Patriottica, mamma Ova e papà Ovo, sarà felice di battezzare l’ultima arrivata Pica; a seguire megarinfresco.

Per chi non fosse invitato… Si consiglia di evitare per tutta la giornata la tangenziale est causa intenso traffico.
Per chi fosse invitato…. Si consiglia di portarsi il cucchiaino da caffè.

Coraggio Pica, coraggio.

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