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Confetti gialli

La prova generale.

Domenica scorsa, dopo ampio discorso ai 3 Ovetti, mamma Ova e papà Ovo hanno invitato gli Ucas a casa loro e poi, dopo baciotti vari, sono usciti di casa lasciando agli Ucas stessi il compito delle procedure pre nanna e dalla nanna stessa.
Il test, l’esperimento, o come lo si voglia chiamare, è andato benissimo.

Da una parte gli Ucas si sono comportati bene (o almeno così ci hanno riferito gli Ovetti il giorno dopo) anche se hanno avuto bisogno di alcuni suggerimenti.
Ad esempio Pica insisteva per avere il suo dentifricio personale,… non come gli altri bimbi, nossignore, lei non si mischia con la plebe ma il dettaglio non era stato fornito ai nonni.

Dall’altra anche i bimbi si sono comportati benone (o almeno così ci hanno riferito i nonni), anche se Pica, appena lasciata nel suo lettuccio, ha esclamato a gran voce “IO VOIO LA MIA MAMMA !!!” che non lasciava presagire nulla di buono; poi ci ha ripensato e ha deciso che non valeva troppo la pena stare a scaldarsi, si è girata e si è mesa a dormire.

Infine per quanto riguarda mamma e papà Ovo il test poteva andare meglio e cioè:
1)        si sono diretti al cinema (quella cosa con le immagini in movimento in una sala tutta buia che puzza di pop corn… papà Ovo ne ha un vago ricordo dai tempi di “Top Gun” o giù di li…) scoprendo che “al giorno d’oggi” i films cominciano alle 21,45 – 21,50. Poi bisogna aggiungerci 20 minuti di pubblicità, poi 2 ore di film… troppa roba: almeno per il test.
2)        si sono quindi diretti verso il centro cittadino brianzolo per antonomasia, incontrando appena arrivati i loro vicini di casa con cui si sono intrattenuti in chiacchera amabilmente: avrebbero potuto fare la stessa cosa sul pianerottolo di casa ma sarebbe stato poco esotico.
La prima.

Portato a termine il test con ampio successo, giovedì scorso è arrivato il momento della grande occasione; pardon, volevo dire della “Grande Occasione” con le maiuscole.
Ri-invitati gli Ucas come baby sitter (…gli altri Ucas… of course…) e ri-tranquillizzati gli Ovetti, mamma e papà Ovo sono usciti per una serata romantica che nell’ordine prevedeva:
1)        coda di 5 km in A4;
2)        parcheggio selvaggio ai bordi estremi di Milano;
3)        temperatura sahariana (37°C) benchè fossero le 7 del pomeriggio (ma mamma Ova ha avuto il coraggio di chiedere se fosse servito il maglioncino !!!)
4)        piccolo giretto in Malaysia, in onore degli amici oramai nel Far east;
5)        secondo piccolo giretto in Cina e ricerca di un “momo” vegetariano come lo ricordavano dai loro viaggi ;
6)        cena spartana (… toast) al più disorganizzato fast food locale: “vorrei un toast solo prosciutto” “eccolo” “no, guardi questo ha anche il formaggio” “Ah, scusi”… “eccolo di nuovo” “No, guardi anche questo ha il formaggio” “Ah!”… “Eccolo ancora: ce l’abbiamo fatta!” “Caspita, però, come siete bravi!”
7)        mancata visita al Kuwait (causa lentezza nel preparare il toast);
8)        improvvisa grattarola generalizzata a mamma Ova (probabilmente causata dal succitato toast);
9)        bellissimo spettacolo in arena all’aperto;
10)     rientro a casa in tutta calma, serenità e tranquillità dopo una serata piacevolissima.

Sì, forse può sembrare non una serata eccezionale e sì, forse il fatto di avere l’Expo a portata di mano ha aiutato non poco; però in fondo per gli Ovo genitori è stata una serata importante per festeggiare il decimo anniversario della creazione della famiglia Ovetti !
Ale Basket-1

(mamma e papà Ovo dieci anni fa)

PS: Alcuni giorni prima, mamma Ova, Ovetta e Monno discutono dell’uscita serale.
“Ma mamma, questa storia che tu e papà vi siete sposati 10 anni fa…”
“…sì?”
“… e che voi avete sempre fatto i grandi viaggi insieme….”
“… sì?”
“… e che avete fatto un sacco di cose importanti in questi 10 anni…”
“…sì?”

“… ma… ecco… anche noi bimbi…”
“…sì?”
“… ecco… anche noi bimbi… siamo una cosa importante anche noi tre?”

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Mezzanotte e dintorni

Dei primi giorni di vacanza si è già parlato nello scorso post (si veda qui) ivi inclusa, come da prognosi-sentenza-iattura della Pedi Nazi poco prima che partisse per le vacanze (lei… ovviamente, non noi): la scarlattina del Monno con conseguente clausura famigliare dal 21 al 25 dicembre, la seconda scarlattina dell’Ovetta con conseguente clausura fino al 28 e quindi con la bronco-tracheo-faringo-saildiavolocosa di Pica con conseguente clausura fino al giorno 2 gennaio.
Quindi stante che di tutto ciò si è già parlato, ciò non di meno la sera del 31 una coppia di amici con figlie ha avuto il coraggio di presentarsi alla nostra porta sfidando virus-batteri e affini.
Gli Ovetti, che non vedevano un essere della loro età da più di 10 giorni, non stavano più nella pelle già nel primo pomeriggio e quando gli ospiti si sono presentati alle 19, loro erano già stanchi.

La situazione è subito risultata chiara: l’Ovetta e la sua amichetta più grande (stessa età, stessa scuola, stessa propensione al pianto) hanno cominciato ad intavolare fittissimi discorsi alternati a risolini da teenagers in cui l’amichetta più piccola (stessa età del Monno) riusciva solo in parte ad inserirsi; Pica smocciolava a destra e a manca, tronfia del suo 37,3°C che le permetteva di essere meno rintronata del giorno prima (39,2°); il Monno, unico maschio, si buttava su una palla e, incurante delle femmine che lo attorniavano, inscenava epiche partite a calcio tra cioccolato e pompelno rosa il cui risultato ci è sfortunatamente sfuggito.

Alle ore 21, incredibilmente per papà Ovo, agli ospiti non era ancora venuto un raffreddore, un mal di gola, che ne so… un attacco di peste… e sempre incredibilmente non era venuto una tonsillite o il fuoco di sant’Antonio nemmeno agli Ovetti.

Alle ore 22 papà M. (l’ospite), padre di due femminucce e quindi segretamente innamorato del Monno, se lo mette sulle gambe e chiede al piccolo di raccontargli il suo album delle figurine: errore!
Al Monno non sembra vero e racconta pagina per pagina l’intero album delle figurine panini “calciatori 2014 / 2015“ comprendente tutte le squadre di serie A, B, C, calcio femminile, promozione, storia dei derby, l’Italia di domani e quant’altro.
Mezz’ora dopo un rintronato papà M. riesce a divincolarsi solo dopo aver dato una fugace occhiata anche all’album delle figurine dell’NBA (a noi non manca nulla)

Alle ore 22,10 Pica smette di smocciolare in giro e si eclissa nel suo lettino: 10 secondi dopo inizia a russare e la si rivedrà l’anno successivo.

Alle ore 23 il Monno sentenzia “non ho sonno, però sento freddo… freddissimo“.
Ad una prima occhiata si tratta di sindrome da D.T.L. (Desidero Tantissimo il Letto) ma visti i pregressi misuriamo la febbre: “36,1“: si conferma la DTL.

Alle ore 23,10 il Monno dopo esssersi steso un attimo prima per terra e poi sul divano, dopo aver provato ad accoccolarsi prima con mamma Ova e poi con papà Ovo, si abbatte infine sullo schienale del divano: in piedi ma con la testa sullo schienale.
Alle ore 23,15 dopo aver salutato le amichette (“papà, devo dire che vado a letto, se no mi cercano… io sono importante“) si addormenta nel letto dei genitori riuscendo a rimanere immobile (!!!) per le successive due ore.

Alle ore 23,30 le cucciole rimaste decidono che i fuochi d’artificio sono imminenti e cominciano a correre da una finestra all’altra. Smetteranno due ore dopo e nel mezzo riusciranno anche a vedere davvero i fuochi e a festeggiare l’anno nuovo.
La serata finisce al’1.20 allorquando l’amica dell’Ovetta chiede se non sia il caso di cominciare una partita a Monopoli e, ricevutone un rifiuto, scoppia in un pianto disperato da DTL conclamata.

Tutti a casa ma serata trionfale.

PS: dato che le vacanze sono quasi finite, che la Pedi nazi è rientrata dalle sue vacanze, che non essendoci neve papà Ovo ha, come al solito, sotterrato i suoi sogni di montagna/neve/sci, dato insomma che è certo che anche quest’anno rimarremo in casa per tutte le vacanze natalizie… Pica, l’Ovetta ed il Monno sono ora in splendida forma e pronti per iniziare la seconda parte dell’anno scolastico.

PS2: ovviamente domani ci aspetta una partita a Monopoli… certe cose non si dimenticano.

Gli Ovetti tutti vi augurano un buon 2015!

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Beati … loro!

Lei ha occhi verdi e un sorriso aperto.
Lui ha un paio di baffi inconfondibili e ispidi e un naso generoso.

Lei è impulsiva e diretta.
Lui è meditativo e attento.

Lei è intuitiva ed estrosa, inventa e improvvisa; difficilmente legge fedelmente un testo, fosse anche biancaneve, perché le parole scritte le stanno strette e la trama comunque modificabile all’occorrenza.
Lui è una piccola enciclopedia, cita i grandi classici a memoria, racconta con dovizia di particolari fatti storici e spiega con accurati argomenti eventi scientifici.

Lei è empatica e spiccia.
Lui è logorroico e appassionato, argomenta ogni più piccolo fatto ed è difficile sfuggire alle sue immancabili digressioni.

Lei chiacchiera per ore al telefono, rendendo felice ogni possibile compagnia telefonica, parla di tutto dal tempo allo shopping, dalla salute al “sai chi ho incontrato?”.
Lui rifugge il più possibile quell’oggetto chiamato telefono e il culmine della sua conversazione tipo si raggiunge dopo un minuto quando, espletate le formalità di rito, può dire “bene, ti passo Lei”.

Lei è pragmatica e organizzatrice, adora programmare appuntamenti e orari, consulta l’agenda, in cui sono custoditi gli eventi dell’intera famiglia, dieci volte al dì per essere sicura che tutto fili liscio.
Lui dimentica sistematicamente occhiali e telefono e quant’altro in giro, nel suo ordine tendenzialmente disordinato.

Lei ricorda a fatica strade e percorsi, al di fuori dei più abituali, preferisce chiedere informazioni “strada facendo”, confidando nella buona volontà di chi la incontra.
Lui ha senso dell’orientamento, gira con le sue immancabili cartine stradali e ignora anche i più ostinati suggerimenti del moderno gps.

Lei è coraggiosa, parte di slancio, incurante di ostacoli o difficoltà.
Lui è paziente e fatalista, lento a mettersi in moto, a tratti persino indolente.

Eppure, a modo loro, si somigliano.

Lei è nonna Patriottica.
Lui è nonno Motore.

Oggi, quaranta anni fa, e fa impressione anche dirlo, si sposavano. Felici.

Oggi, quaranta anni dopo, festeggiano – insieme allo zio A. e mamma Ova, con papà Ovo, Ovetta, Ovetto e Pica-ovetta – un così grande traguardo. Felici.

E non sapendo fare loro un augurio migliore, rubiamo una citazione manzoniana che lo zio R. rivolse loro quel giorno, quaranta anni fa.

“Ricordati, figliuolo, che se la Chiesa ti rende questa compagna, non lo fa per procurarti una consolazione temporale e mondana, la quale, se anche potesse essere intera, e senza mistura d’alcun dispiacere, dovrebbe finire in un gran dolore, al momento di lasciarvi; ma lo fa per avviarvi tutt’e due sulla strada della consolazione che non avrà fine. Amatevi come compagni di viaggio, con questo pensiero d’avere a lasciarvi, e con la speranza di ritrovarvi per sempre. Ringraziate il cielo che v’ha condotti a questo stato, non per mezzo dell’allegrezze turbolente e passeggiere, ma co’ travagli e tra le miserie, per disporvi a una allegrezza raccolta e tranquilla.”

40esimo

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