Rio – Brianza

Il carnevale brianzolo forse non è famoso come quello di Rio (ho detto forse), e nemmeno come quello Viareggino o Veneziano (e già è strano anche questo), ma è ugualmente ecclettico.
Egli, il carnevale brianzolo, non si distingue per i balli sfrenati di Copacabana, né per i carri allegorici e nemmeno per le maschere raffinate e barocche; egli (sempre il carnevale brianzolo) si contraddistingue per qualche cosa di molto più pragmatico (essendo in Brianza appunto): le date.

E infatti quando tutto il mondo festeggia il martedì grasso, noi si sta appena prendendo lo slancio per i giorni seguenti.

Quest’anno il carnevale ha portato giovedì e venerdì di festa (per chi va a scuola,… per chi va al lavoro niente ma siamo pur sempre in Brianza) e a casa Ovetti si è quindi pregustato la 4 giorni di festa e rilassamento prolungato.

La festa c’è stata, il rilassamento… vedete voi.

Giovedì
in mattinata papà Ovo prepara i bagagli e l’attrezzatura sportiva per i giorni seguenti; mamma Ova lavora come un giorno qualsiasi tra Ovo-house e Milano e solo Pica se la gode della grandissimo dormendo fino a …. Boh, orario non pervenuto.
Alle 17,00 quando finalmente l’ultima riunione finisce, Pica, il Monno e papà Ovo scattano in direzione montagna dove troveranno una casa semi calda (12°C) ma accettabile per i tre, a seguire cena al ristorante e visione di un grande classico cinematografico suggerito (… imposto) dal vetusto.
A casa le “donne grandi” optano per una piada e per un filmetto romantico in totale relax (per la serie fin qui era facile).

Venerdì
I tre montanari sono sulle piste di prima mattina e lì rimarranno fino alle 15.
Solo il vetusto avrà una pausa 11-12 visto che aveva preso sì ferie, ma una riunioncina non vuoi mettercela comunque?
Dopo aver finto di studiare, nel pomeriggio, in una casa fin troppo calda (21°C) si bissa la giornata precedente con pizza e cinemino. 
A casa la situazione parte tranquilla ma esponenzialmente esplode visto che l’Ovetta ha l’ormai ultra famosa festa del diciottesimo.  Vestito nero, scarpe nere, regalo, tutto pronto senza nemmeno passare da Amazon (si veda il post della settimana scorsa) e un’elettrizzata Ovetta parte!
Mamma Ova troverà, a fatica, il modo di rimanere sveglia fino alle due di notte per il rientro; l’ultima volta che mamma Ova era stata sveglia fino alle due era…. era…

Sabato 
Di nuovo sulle piste di prima mattina, poi nel pomeriggio due ore di strada e la famiglia si riunisce al gran completo.
Intanto mamma Ova ha sperimentato, con successo, le “chiacchiere senza glutine home-made” e l’Ovetta ha sperimentato con altrettanto successo la stanchezza post-festa. 
Ma siccome c’è un’amica in crisi e non la si può lasciare sola, la sera la si passa con lei e papà Ovo scalda il taxi (si veda poi) per portarla e riportarla.

Domenica
In mattinata papà Ovo lascia l’onore (o era onere?) di portare il taxi per il cross a mamma Ova; il vetusto si regala una partitella tra amici, fatto salvo che il socio si presenta con venti minuti di ritardo e il vetusto non la prende benissimo.
Nel pomeriggio invece festa con tutti gli Ucas e per finire serata… miraggio … un divano!

Non so voi, papà Ovo si è stancato solo a scriverlo questo post.

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