Dieci giorni fa (più o meno)….
“Ciao Pica”
“Ciao Papà”
“Oggi tutto bene a scuola?”
“Siì abbiamo fatto le prove della recita di fine anno e… (segue racconto dettagliato)”
“Ok, a parte la recita, per il resto tutto ok?”
“Sì papà, sai che durante le prove della recita…. (segue racconto dettagliato)”
“Va bene, va bene. Hai per caso compiti per domani?”
“No, niente compiti, però durante la prova della recita… (segue racconto dettagliato)”
…e così via per tutti i giorni seguenti…
…. Fino a giovedì.
Perché giovedì, per Pica, è stato un grande giorno.
Si è vestita tutta di bianco, ha preso parte alla sua recita di fine anno, una recita seria, tratta da un testo impegnato ed impegnativo di Calvino, l’ha fatto mescolando l’eccitazione di presentare a mamma e papà un lavoro così difficile alla gioia di aver fatto qualche cosa insieme ai suoi compagni di classe ed alle sue maestre. L’ha fatto come una “grande” che salutava la sua scuola, le sue insegnanti, le sue amiche, quello che è stato il suo mondo negli ultimi cinque anni.
Poi è stata una festa, piccola, raccolta ma fatta di soli sorrisi. Le hanno donato un certificato di promozione, le hanno fatto indossare il “tocco”, ci sono state strette di mano professionali con le “insegnanti” e abbracci con le “maestre”: niente facce lunghe, solo gioia e sorrisi.
Certo, Pica rivedrà tutti tra pochi giorni per la classica pizzata, ma anche lei sa che sta cambiando tutto, questo non è solo un fine d’anno scolastico. A settembre l’aspettano le medie ed in cuor suo è contenta, eccitata ed un poco, giustamente, anche spaventata.
Ma questa volta è tanto, tanto diverso anche per mamma e papà Ovo.
Correva l’anno 2014 quando per la prima volta mamma e papà, allora insieme all’Ovetta percorrevano quella breve camminata che separava casa Ovetti dalla scuola elementare. Da allora è diventata una costante della nostra vita. Andata e ritorno, al mattino e andata e ritorno al pomeriggio. Un conto spanno-metrico dice che l’abbiamo percorsa più di 7.000 volte.
Lì i nostri cuccioli sono diventati ragazzi e, dopo nove anni, il minimo è dirle “grazie” e “grazie” a tutte le persone che lo hanno permesso.
Giovedì si è chiusa un’era.
Si è chiusa un’era