Sveglie all’alba

Lunedì Pica si è alzata molto presto, anzi a dire il vero a notte fonda per i suoi standard. Alle 6,40 Papà l’ha dolcemente scossa, lei si è alzata in silenzio e dieci minuti dopo era sulla strada per la messa della settimana precedente la Santa Prima Comunione.

Martedì Pica, alla stessa ora, svegliata dal vetusto, si è girata dall’altra parte ed è stata necessaria una seconda e più vigorosa sveglia.

Mercoledì Pica ha risposto al richiamo russando, poi è barcollata fino al bagno ed è arrivata in chiesa con un occhio ancora chiuso.

Giovedì Pica ha ammesso di non esser pronta per le scuole medie quando la sveglia sarà solo poco dopo (ne avevamo il sospetto Pica) ma stoicamente si è alzata anche se in serata ha accusato i primi sintomi di stanchezza cronica.

Venerdì Pica si è trascinata alla colazione ed ha espresso, a voce alta, quello che papà Ovo si stava chiedendo da una settimana: “Papà, spiegami una cosa. Io lunedì dopo che mi sono alzata così presto ero stanchina, oggi dopo cinque giorni sono stanchissima, distrutta e arrivo a sera che non ne posso più. Domani c’è la Comunione che sarà una bellissima giornata di festa… ma io sarò così stanca che non so se me la godrò. Perché abbiamo fatto tutto questo?”
Papà Ovo ha, esternamente, improvvisato un pippone galattico sulla preparazione spirituale e, internamente, lodato la cucciola per la logica ferrea e stringente.

Poi è arrivato sabato ed il gran giorno è potuto cominciare.

Mentre il cielo virava nella mattinata dal grigio plumbeo al grigioazzurro per finire in uno sfondo azzurro con un sole sgombro da ostacoli facendo gridare al miracolo, Pica prima arrivava puntuale all’appuntamento con la parrrucchiera dove si faceva sistemare i capelli “con le onde…. non con i boccoli” (che a papà ricordava tanto il più celebre “agitato… non sheckerato”), poi si vestiva con il suo bellissimo vestito (scelto dopo attenta analisi ed approfondite primarie) solo sormontato da uno scaldacuori a protezione delle ancora freddine temperature.
La cerimonia veniva seguita dalla comunicanda in un crescendo di eccitazione (“ma è vero che l’ostia sa di cartone?”) e finiva sciogliendosi in un sorriso a doppia circonferenza.
Arrivati a casa poi, dopo la sorpresa dei palloncini colorati preparati da mamma T. e Ovetto A., il menù pentastellato, espressamente richiesto dalla princip… pardon da Pica, era servito e la festa in famiglia poteva proseguire.

Il tutto è poi finito con una giocata a Cluedo e Dixit per evitare l’abbiocco imperante del pomeriggio e la visione di “Pretty Woman” che faceva il paio con l’omonimo spettacolo teatrale visto la settimana prima che ovviamente sfociava nell’infinita discussione “Meglio il film o il teatro?”

Insomma, una gran bella giornata con una Pica superfelice… perché ora è grande… per davvero!

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