Lunedi mattina il Monno e il fido Ovetto A. entrano al campus dell’atletica colmo di aspettative (il primo) e lievemente titubante (il secondo).
La sera precedente gli Ovo genitori avevano catechizzato il Monno spiegandogli che l’Ovetto A. si sarebbe trovato in un paese straniero, senza parlare la lingua molto bene, senza nè mamma nè papà, senza la possibilità di avere il cellulare (bandito per tutti dal campus) e come unico appoggio… il Monno.
Il nostro Ovetto si era immediatamente immedesimato in una sorta di mamma chioccia e ci aveva assicurato che ci avrebbe pensato lui.
Martedì mattina, anche grazie a Pica che frequentava lo stesso campo ma solo di giorno, abbiamo cominciato a ricevere notizie dei nostri eroi.
Niente di ufficiale si badi, ma comunque una sorta di notizie di sottobanco difficilmente verificabili e un poco velate di leggendarietà.
Qualche cosa del tipo..
“Stanno bene, l’Ovetto A. si diverte, sono nella stessa tenda con un altro Ovetto ma dormono poco.”
“E perché dormono poco, Pica?”
“Boh, non lo so. Ieri sono andati in piscina a fare il bagno di mezzanotte e stamattina facevano giri di pista alle quattro del mattino.”
“Ah”
Mercoledì sera per spezzare l’ondata d’indipendenza anarchica e per alleviare la responsabilità degli organizzatori è andata in scena la pizzata ragazzi-genitori; chiaramente organizzata anche per tranquillizzare i genitori ansiogeni in astinenza da figlio (tra cui anche mamma T. che è una mamma italiana più italiana delle mamme italiane).
Il Monno si presentava completamente afono, bruciato dal sole, con una maglietta strappata sul lato ma pulita perché “l’ho cambiata perché sapevo che venivate voi”; ci ha degnato il giusto dove per “giusto” intendo qualche millisecondo più di quanto altri Ovetti hanno fatto con i loro genitori coi quali si sono limitati a dire “ciao” sparendo immediatamente dopo.
L’Ovetto A. invece pare abbia raccontato ogni millisecondo dei tre giorni passati a sua madre, ha fatto una videochiamata al padre in ucraino e ha spiegato cosa sua madre dovesse fare una volta rientrata per non fargli perder punti a Fifa 22 sulla Playstation… a dimostrazione che gli Ucraini sono Occidentali al 100%.
Sarebbe stato bello anche raccontare di giovedì e venerdì MA (c’è sempre un MA) il Monno è crollato il giovedì mattina, è stato ripreso nel pomeriggio, tamponato immediatamente dopo e scoperto, ahinoi, positivo. Ha dormito per circa 24 ore di fila e il Covid ne è responsabile solo a metà. Per l’altra metà la colpa è imputabile alle scarse ore, pardon minuti, di sonno e alle mille attività e giochi e divertimenti dei quasi quattro giorni passati con gli amici.
Mamma T. si è allarmata assai, più di qualsiasi mamma italiana, costringendo l’Ovetto A. a rientrare a casa anche lui: più o meno riluttante il ragazzino è rientrato con un sospetto raffreddore e un latente mal di gola, ma un test negativo.
Ora il Monno è recluso in una stanzetta, solo soletto, ma in frequente collegamento con sorelle e genitori e nel complesso sta benone. Fuori, al contrario, si aggira un Ovetto malaticcio. Che dire?
Noi altri… tutto bene, per ora.