540

Sabato scorso, con estremo orgoglio, mamma T. e figliolo A., i nostri amici ucraini acquisiti, si sono trasferiti nel loro monolocale dove la parola veramente importante è “LORO”.
Dopo una ricerca semestrale e una congiunzione astrale che neanche Nostradamus poteva pensarci, alla fine dell’estate si è concretizzata la possibilità di avere un piccolo posto che coniugasse budget, sicurezza e località.

Per quanto riguarda la sicurezza non che Ovo city sia il Bronx degli anni ’70,… ma vai a capire perché, mamma T. ha più volte chiesto se, a nostra opinione, la casa fosse in un posto “sicuro”.

Per quanto riguarda la località c’era poca scelta: doveva essere Ovo city.
Non tanto perché questa sia bella tanto quanto Venezia o Firenze… perché, diciamolo, qualche differenza c’è; piuttosto perché, in questo periodo di convivenza a casa Ovetti, comunque i due si sono un pochetto integrati nel ridente paesotto e ricominciare da zero sarebbe stato davvero troppo.

Per quanto riguarda infine il budget… beh…. dunque… ecco perché la ricerca è stata “lunghina”.

Comunque sia, alla fine, una decina di giorni fa la stretta di mano finale a cui sono seguiti giorni di pulizia alternati a giorni in cui arrivavano letti, materassi, frigoriferi, tutto acquistato da papà O. in Ucraina che in questo modo partecipava anche lui al grande passo.
Nei giorni seguenti, mamma T. ha cominciato a pulire mentre A. raccoglieva i suoi palloni, poi mamma T. a continuato a pulire mentre A. ha raccolto gli altri palloni e verso la fine della settimana mamma T. ha finalmente finito di pulire ed anche A. ha finalmente raccolto gli ultimi palloni che avevamo in casa.


Sabato poi, dopo 540 giorni, mamma T. e l’ovetto A. ci hanno lasciato per andare a vivere, orgogliosamente “a casa loro”.



Mercoledì sera…
“Mamma ova?”
“Sì, dimmi T.”
“Domani sera venite a cena a casa nostra?”
“Certo!”

Giovedì sera tutti gli Ovetti sono usciti a cena!

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