Discorsi da lockdown

Pica
“Papà oggi ho preso 10!”
“Brava Pica! E sei stata l’unica ad essere interrogata?”
“No, ha interrogato anche altre 2 persone e poi abbiamo fatto anche il compito in classe”
“Ah, bene. E come sono andate le altre due persone?”
“Benino. Io però ho preso 10 (nel casso ti fosse sfuggito da prima)!”
“Sì,…. Avevo capito. E il compito in classe era difficile?
“No. L’ho fatto tutto ma invece l’ovetta X. ha pianto”
“Oh! E come mai?”
“Perché la maestra le ha detto che aveva sbagliato tutto!”
“Ah! (però… comprensiva la maestra), vabbe, tu l’hai aiutata?”
“Sì certo. L’ho consolata”
“Brava! E come hai fatto?”
“Sono andata la vicino e le ho detto che non doveva piangere. Che almeno ci aveva provato. Che forse, anzi probabilmente avrebbe preso 5 ma che comunque aveva fatto il suo meglio.”


Traduzione: Pica è andata dalla sua amica X. che era appena stata asfaltata dalla maestra e per incoraggiarla le ha detto che non avrebbe dovuto comunque prendersela troppo per l’imminente gravissima insufficienza – che sarebbe sicuramente arrivata – ma che avrebbe invece più che altro dovuto accontentarsi di avere dato il massimo possibile… sebbene comunque questo massimo fosse comunque ben poca cosa.

… beh…. Pica… magari su come rincuorare un’amica puoi fare meglio. 

Ovetta.
“Ovetta… tutto bene?”
“Sì papà, però adesso stavo facendo lezione on line”
“Sì, certo, esco subito…”
Papà Ovo questa settimana ha lavorato da casa qualche giorno.
Avendo la fortuna di avere una casa grande, onde evitare di disturbarsi a vicenda, papà ovo occupa il salotto e l’Ovetta lo studio al primo piano.
Ogni tanto però papà Ovo sente dei rumori strani… come degli squittii… alcune frequenze difficilmente udibili da comuni mortali… eppure…
Dopo l’ennesimo “strano” rumorino il vetusto ha quindi varcato la porta da dove giurava (!) provenissero tali rumorini.
Ma lì vi era soltanto l’Ovetta impegnata in lezioni, nessun roditore o animaletto selvatico.
Quando però anche mamma Ova ha percepito gli stessi suoni, i due vecchi si sono spalmati con le orecchie attaccate alla porta dello studio.
La versione ufficiale (così come da spiegazione Ovettese) indica come causa degli squittii molesti “il tono di voce di una compagna di scuola che ha un cattivo microfono”… mah!
La versione non ufficiale (così come viene tramandata da persone sicuramente poco a modo) parla di versetti, squittii, urletti, etc… etc… di preadolescente stufa della didattica a distanza.

Monno.
Di lui c’è poco da dire.
Il Monno a scuola non socializza molto.
Poiché gli hanno tolto anche l’atletica, gli hanno tolto anche gli amici… quelli veri.
Lui quindi bighellona per quasi tutta la settimana, poi alle 11,30 di ogni sabato si attacca a skype, chiude la porta dello studio e chiacchiera coi suoi amici (quelli veri… quelli dell’atletica) per due ore fino a quando il vetusto lo richiama all’ordine per il pranzo.
Lui arriva con un sorriso a 32 denti e per una settimana è a posto.
“Monno, toglimi una curiosità: ma di cosa avete parlato per due ore di filato?”
“Ma… niente… cose così… un po’ qui, un po’ la… posso avere il tris di polpette?”

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