Questa settimana e con l’approssimarsi della chiusura della scuola, intendo il periodo scolastico… non l’edificio scolastico che quello è chiuso da troppo tempo, gli Ovetti sono stati sottoposti ad un notevole tour de force di interrogazioni/prove/compiti in classe/test… ecc..ecc..
I bimbi hanno ovviamente risposto in maniera differente.
Il Monno si è impossessato in maniera totale del computer di suo padre il quale trema ogni volta che lo stesso scende le scale senza calze, guardando all’indietro con in mano tre bicchieri da una parte e il computer, appunto, dall’altra. Il giovane ha ormai imparato a fare il gioco delle tre carte nascondendo dalle 9 alle 16 il computer perché …. Ora ho lezione, ora ho il test, ora ho la chat, ora ho il compito, ora ho sonno, ora ho una ricerca, ora … ora, secondo i più, largheggia un po’ e perde tanto tempo come sua innata caratteristica. In ogni caso, l’unica possibilità di entrare in possesso dell’oggetto informatico è quando si reca in bagno: lì per ora non lo porta.
In compenso ha passato indenne l’ultima ora di lezione del suo amatissimo maestro di religione (detto anche “Il maestro Con-gioia”); probabilmente amatissimo in quanto “Maschio” (si noti la maiuscola) in un mondo, quello Monnesco, dove le femmine (si noti la minuscola) la fanno da padrona.
Ebbene “Con-gioia” ha salutato tutti e il Monno pare abbia incassato bene il colpo; da notare i compiti che il maestro “Con-gioia” ha lasciato per l’estate:
1) osserva un’alba e un tramonto
2) ringrazia mamma e papà per averti messo al mondo
3) pensa a quanto sei fortunato
4) gioca tanto.
L’Ovetta ha invece risposto vittoriosamente colpo su colpo agli attacchi arrivati da più fronti:
interrogazione di geografia, compiti di inglese, esercitazione di storia, interrogazione di ginnastica (già!), compito di tecnologia, poesia di italiano. Il percorso dell’Ovetta è stato un susseguirsi di belle valutazioni, anche a fronte di tante ore di lavoro. Certo, poi quando tutto il mondo della scuola oramai festeggia la fine delle lezioni (o similari), quando tutti oramai hanno staccato la spina, quando lo studente tipo è in completo relax, l’Ovetta si dedica come una matta allo studio per l’ultima verifica fissata – crederci sembra impossibile – per due giorni prima della fine della scuola. Ora papà Ovo, che, a onor del vero si riconosce poco nell’Ovetta studentessa, vorrebbe pure dirle che stante la scuola finita… stante che ha già ottimi voti in quella materia… stante che è la sua materia preferita… magari…. Però pare che didatticamente non sia bello raccomandare alla propria figlia di mollare un po’ la presa, e non sia mai che un giorno debba pentirsi di averglielo detto… e quindi l’Ovetta continua a studiare.
Ma il massimo della tensione, il picco della concentrazione, l’ora X della settimana è stato raggiunto mercoledì scorso alle ore 14.00 quando era prevista l’interrogazione di Pica.
La nostra migliore studentessa di seconda elementare si era ovviamente preparata nei giorni scorsi in maniera seria e disciplinata tanto da chiedere per la mattinata di mercoledì una dispensa dal fare i compiti “così ripasso tutto tutto che oggi ho l’interrogazione”.
Poi ha anche chiesto di poter anticipare il lauto pasto alle 12 “perché sai, (casomai non lo sapessi) io ho l’interrogazione e non possiamo fare tardi (quindi non mi venite a dire che dobbiamo aspettare qualcuno a pranzo che poi m’innervosisco).”
Poco dopo, pensandoci bene, ha anche obiettato che, stante l’importanza dell’evento, le sistemazioni dovessero essere riviste “Papà, direi che oggi pomeriggio vado io nello studio così mi posso concentrare bene …. Sai ho l’interrogazione”: l’Ovetta è stata fatta sloggiare con decreto imperiale e con effetto immediato.
Infine, sempre pensandoci bene, ha anche osservato che “papà… forse questa volta devo avere il computer più bello… così non si rompe di sicuro”… papà ovo ha quindi aspettato che il Monno andasse in bagno per requisire il computer ed affidarlo alle sagge mani della settenne.
Alle 13,00 la cucciola era davanti alla porta dello studio con il computer in mano: i genitori le hanno però fatto notare che era un po’ presto e, di cinque minuti in cinque minuti, sono riusciti a portarla fino alle 13,50 quando, collegato il tutto, la bimba si è issata sulla sedia, ha salutato le maestre, poi si è girata verso i genitori e li ha gentilmente pregati di andarsene… “Sapete adesso ho l’interrogazione”.