Le vacanze degli Ovetti… viste da mamma e papà

Ci eravamo lasciati con papà Ovo totalmente rintronato dopo una diretta Milano Berlino 1136 km tutti d’un fiato.
Ebbene, il giorno dopo il resto della famiglia Ovetti aveva un comodissimo volo prenotato che li avrebbe ricongiunti all’amato padre in tutta comodità.
Qui, l’allegra famiglia ha passato 3 giorni tra visite storiche, wurster, spiegazioni di cosa fosse la guerra fredda, insalatone varie, corse per prendere la metropolitana, racconti di un brutto ceffo di nome Hitler, megacolazioni in albergo e gran camminate.
Papà Ovo è ritornato per un momento, solo per un momento, all’estate del 1989 quando picconava il muro di Berlino ma poi si è ripreso in scioltezza.

Lasciata Berlino eccoci tutti in macchina verso Amsterdam; località dove papà Ovo aveva avuto (inspiegabilmente) qualche problema a prenotare un albergo a prezzi “umani”.
“L’inspiegabilmente” si è spiegatoo appena messo piede in città e appena capito che quello null’altro era se non il fine settimana dedicato al Gay Pride… ad Amsterdam!
I bimbi si sono quindi goduti la Venezia del Nord tra canali e coffee shop, si sono rifugiati in stazione per sfuggire ad un megatemporale e, nel secondo giorno, hanno mischiato sacro e profano senza soluzione di continuità passando dal museo di Van Gogh al Gay Pride sui canali in festa!

I nostri eroi hanno quindi lasciato Amsterdam ma non prima di aver visto i mulini a vento e aver passeggiato sulla sabbia di una ventosissima spiaggia del mare del Nord.
Poi hanno visitato Bruges dove il tempo pare essersi fermato, hanno fatto incetta di cioccolato e hanno dormito in un albergo per la prima e unica volta in formazione mista: il Monno orgogliosamente con il suo papà (che a metà notte soccombeva definitivamente dopo esser stato ripetutamente colpito alle parti basse da un Monno scatenato… mentre dormiva…. Lui!), Ovetta e Pica con la loro mamma ma forse sarebbe meglio dire Ovetta con la sua mamma e Pica SOPRA la sua mamma. Bellissima notte!

Da lì ultima tappa a Strasburgo dove i nostri eroi hanno dormito in una camera ultragrande tutti e cinque insieme e dove hanno visitato il parlamento europeo (… che se non diventano europeisti gli Ovo genitori li disconoscono…)

Poi, piano piano, il gran rientro a casa, un rapido cambio di valigia ed eccoci per un paio di giorni in montagna. Non che ci si possa riposare troppo: quindi grande escursione alla ricerca dei “tre laghetti”.
Dopo oltre tre ore di cammino, avendone trovati solo due di laghetti, i vetusti approcciavano autoctono personaggio alpino per chiedere delucidazioni ottenendone una frase in “montagnino strettissimo” il cui significato null’altro era che: “ohibo! Qui non ci sono stati mai tre laghetti: sono sempre stati due!”
I nostri eroi hanno dichiarato raggiunta la meta e hanno fatto dietrofront.

48 ore dopo (tempo minimo necessario a mamma Ova per ri-ri-cambiare le valigie) tutta la famiglia si tuffava in mare dove avrebbero trascorso le ultime settimane di ferie.
Papà Ovo solo una settimana (ma gli basta e avanza), mamma Ova due (ma avrebbe anche allungato se avesse potuto) e i cuccioli ben tre! (al termine delle quali però le vacanze son davvero state dichiarate concluse). 

Ci sono parecchi aneddoti da raccontare … ma li lasciamo a settimana prossima; per ora mi accontento solo di fare un grande plauso a Mamma Ova.. sì perché come detto all’inizio di questo post “il giorno dopo il resto della famiglia Ovetti aveva un comodissimo volo prenotato che li avrebbe ricongiunti all’amato padre in tutta comodità”… già MA, c’è sempre un MA, visto che solo 24 ore prima ci eravamo accorti che la carta d’identità di Pica era scaduta (!)
Ora, potrei girarla e rigirarla, potrei dilungarmi, narrare e farne un romanzo ma quel che è giusto è giusto: Mamma Ova ha affrontato nell’ordine la sicurezza dell’aeroporto, l’addetta agli imbarchi, il responsabile della compagnia aerea e le forze dell’ordine. Li ha affrontati sapendo di aver torto marcio, ma li ha affrontati con quel misto di “muso duro” e sfacciataggine (che a dir il vero poco le si riconoscono). E ha trionfato contro tutto e contro tutti riuscendo ad imbarcare la cucciola accolta dagli applausi degli altri passeggeri che, evidentemente, avevano intuito che ella non fosse una pericolosissima terrorista, quanto casomai una mamma italiana con tre cuccioli al seguito che, con un colpo al cerchio e un colpo alla botte, alla fine la portano a casa (quasi) sempre.

Chapeau mamma Ova
                                                                                   (segue settimana prossima)

This Post Has One Comment

  1. E pensare che io sono andata in un posto e lì sono rimasta per 3 settimane. Solo a leggerti ti perdo di vista XD

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