Lunedi 8 settembre ore 9,00 (7 giorni all’ora X)
“Papà”
“Dimmi Ovetta.”
“La settimana prossima, vado a scuola”
“Lo so tesoro, sei contenta?”
“Sìììì…. Sono emozionatissima.”
Domenica 14 settembre ore 9,00 (1 giorno all’ora X)
“Papà…”
“Dimmi Ovetta.”
“Hai visto la mia cartella?”
“Sì,… è molto bella.”
“E hai visto i miei quaderni?”
“Sì… sono molto belli.”
“E hai visto il mio astuccio…NO… non l’hai visto vero? Adesso te lo faccio vedere.”
“(ecco sì… volevo proprio dirti che mi mancava e volevo vederlo).”
Domenica 14 settembre ore 21 (13 ore all’ora X)
“Buona notte Ovetta.”
“Sììììì… mamma…. sono così eccitata che non so se riesco a dormire… guarda… non riesco a stare ferma… guarda… io ci provo e …”
(Due minuti dopo l’Ovetta russava).
Lunedi 15 settembre
Il primo a svegliarsi è il Monno che, capita l’importanza della giornata, non saluta la famiglia con il suo solito “ciao” assonnato bensì con un più adatto “Oggi è la giornata speciale dell’Ovetta”.
Poi, dopo aver accompagnato Pica e Monno ai rispettivi impegni scolastici, un’Ovetta raggiante, uno zaino alto quanto l’Ovetta stessa ma praticamente vuoto, mamma Ova e papà Ovo si incamminano a piedi, finalmente, verso la scuola elementare.
Alle 9,50 mezza popolazione dell’Ovetto-town si raduna davanti al plesso scolastico.
La popolazione è così composta:
1) seienni stra-eccitati tutti dotati di zainone verde/blu con lampi tuoni e saette per i maschietti o rosaflash, rosa confetto, rosa pelle, rosa “sailcavolocosa” per le femminucce.
2) mamme e papà eccitati quanto i cuccioli si scambiano battute quasi come se si fosse in procinto di cominciare la finale di champions league: “Ciao cara, allora? Pronta?” “Sì,… sì… sono carica” “Oh! Carissimo… alla fine ci siamo arrivati eh?” “Sì guarda finalmente… non vedevo l’ora che cominciasse!”
(Va da sè che i genitori più che tranquillizzare i nanetti, li sovra-eccitavano… sempre che ciò fosse possibile).
3) In mezzo, ma in netta minoranza, qualche sparuto Ucas che proprio non ha resistito.
Segue un DRIIIIIIINNNNNNN di scolastica memoria e nell’ordine:
1) presentazione delle maestre e pistolotto (moderato) della preside;
2) appello collettivo…“Ovetta, appena ti chiama tu vai là davanti a quella maestra che poi sarà la tua, capito?” “Ma tu non vieni con me?” “Sì, tranquilla noi tu raggiungiamo appena hanno chiamato tutti i bimbi.” “Ah! (sospiro di sollievo…. Scampata paurissima)”;
3) trasferimento in giardino con benvenuto dei bimbi più grandi;
4) ri-trasferimento in aula dove l’Ovetta entra tra i primi e sceglie il banco…. in fondo; qui papà Ovo rivede per un momento una parte del suo DNA che però il pronto intervento di mamma Ova – secchiona – rintuzza per un più congruo banco di mezzo.
5) lavoretto in comune (genitori/figlio) molto bello, molto coinvolgente e molto ma molto scomodo (provate a disegnare su un banco delle elementari con vostra figlia seduta al suo posto e voi tutti intorno a lei in piedi mentre pestate i calli ai genitori del banco davanti che ricambiano la cortesia).
6) saluto dei genitori che vengono gentilmente messi alla porta, il tutto si noti senza lacrima alcuna da parte di nessun bimbo… magari di qualche mamma sì…
Alle ore 11,30 minuto più, minuto meno, mamma Ova e papà Ovo si trovano per le vie dell’Ovetto town e se non fosse che in fondo è lunedi mattina, avrebbero voglia di prendersi una sbronza per festeggiare l’evento.
Un’ora dopo (sì, perché si comincia moooolto lentamente) sono di nuovo lì a recuperare la pargola insieme praticamente alla stessa mezza popolazione dell’Ovetto-town e si capisce che:
1) gli ovetti famosi per piangere all’asilo…. piangono anche alla scuola elementare;
2) i genitori famosi all’asilo per buttarsi davanti al cancello e creare un tappo da cui poi nemmeno i bimbi passano più…. lo fanno anche alla scuola elementare;
3) i “cooom’èèè andataaaa?” preoccupati e preoccupanti dei genitori, nonostante siano passati solo 90 minuti da quando i bimbi sono stati lasciati nelle “orride sgrinfie delle maestre … non mancano nemmeno alla scuola elementare;
… insomma ci si sente a casa.
Poi arriva l’Ovetta, sorridente e felice.
Per concludere…
1) Per festeggiare l’evento, mamma e papà Ovo hanno invitato l’Ovetta a mangiare al ristorante: “Guarda, puoi scegliere quello che fa le bistecche, il sushi, le pizze, le piadine o quello della grande M; quale vuoi?” “….Mmmm…. facciamo quello con la grande M?” (diciamo che abbiamo cominciato il percorso di cultura generale,… quello per la cultura culinaria è al momento rimandato).
2) Sempre a coronamento della giornata, la cucciola si è poi presentata zaino-vestita alle sue maestre della scuola materna: lei era raggiante, le maestre coi goccioloni agli occhi.
Domenica sera, andando a nanna…
“Papà.”
“Dimmi Monno.”
“Ma la scuola elementare è sempre così?”
“No cucciolo, solo il primo giorno è una grande festa e oggi è stato il primo giorno dell’Ovetta.”
“E c’è sempre il primo giorno?”
“???”
“Anche tra due anni c’è il primo giorno.”
“Ah! Sì, certo Monno. Anche tra due anni ci sarà un primo giorno e sarà il tuo primo giorno e ti faremo la stessa festa.”
“Ah! Ho capito, buona notte.”
Impe
23 Sep 2014Ma che bello il primo giorno!!
E che bella l’Ovetta!!
Anche se per noi è stato il terzo primo giorno, l’emozione era come quella della prima volta!
Che l’avventura abbia inizio!!
Impe