Il coach

DRIINNN…
“Pronto papà Ovo?”
“Sì”
“Senti domani mi dovresti aiutare con i piccoli atleti; mi mancano gli aiutanti ufficiali, posso contare su di te?”
“Tranquilla… ci sarò.”

Quest’anno papà Ovo è stato ripetutamente utilizzato come aiuto allenatore tanto che ora, vantando una certa esperienza, può trarre un parziale ma sicuramente non esaustivo sommario.

1)        All’arrivo al campo sportivo i pargoli (che si badi hanno dai 5 agli 8 anni e sono di ambosessi) si polarizzano automaticamente vicino all’allenatrice manco fossero dei pulcini intorno a mamma chioccia… qui papà Ovo non ha nessunissimo compito.
2)        Si passa quindi alla conta (di solito il numero degli effettivi “balla” intorno alla dozzina) e, bardati manco si debba partite per il polo nord i piccoli cominciano a seguire l’allenatrice (di seguito “mammachioccia”)… qui papà Ovo ha il compito di “scopa” nel senso che si piazza dietro al gruppo e sistematicamente rimette in direzione chi si perde, strappa dai genitori chi non riesce autonomamente a liberarsi dai propri augusti e scappellotta i soliti due che aspettano la domenica mattina per menarsi come camalli ubriachi.
3)        Mammachioccia ripercorre tutto il campo gara spiegando ai bimbi dove dovranno partire, dove dovranno girare e dove dovranno arrivare… qui papà Ovo di solito si apparta con un paio di bimbi che, storicamente, si fermano un centinaio di metri prima dell’arrivo e si assicura che questi abbiano capito DAVVERO fin dove devono correre: “Fin lì! Hai capito? Non come domenica scorsa,… ok?”
4)        A questo punto Mammachioccia comincia a far correre i cuccioli… si direbbe che qui papà Ovo non abbia nulla da fare… e invece si mette a cercare quello che è arrivato in ritardo (perché uno che arriva in ritardo c’è sempre) il che non è banalissimo visto che nel campo ci sono qualche migliaio di persone.
5)        Appena papà Ovo e il ritardatario rientrano nei ranghi, il nostro amato aiuto allenatore si dedica agli inconsolabili: a seconda delle giornate si tratta di Pica (o della sua amichetta) che piegano la testa da una parte e piagnucolano perchè avrebbero deciso di non correre oppure di un bimbo a caso che, cadendo, si è sbucciato un ginocchio (a volte persino con perdita ematica!). Papà Ovo riesce quasi sempre a far rientrare la situazione ma in quei rari casi in cui non ci riesce…
6)        …Papà Ovo riaccompagna il “Non me la sento di correre” al proprio genitore che, di solito, la prende benissimo “COME???? MI SONO ALZATO ALLE SETTE DI DOMENICA, HO FATTO 30 KM, 20 MINUTI PER PARCHEGGIARE, STO IN UN CAMPO AL GELO DA 40 MINIUTI E TU NON CORRI??????”
7)        Ora è il turno degli ultimi esercizi tecnici; mammachioccia spiega e i pargoli applicano il tutto correndo tra lei e papà Ovo che li raggruppa, li rilancia verso mammachioccia e riscappellotta i due camalli di cui sopra.
Qui si potrebbe analizzare i diversi comportamenti degli atleti: qualcuno corre come non ci fosse un domani (ma non è la gara questa!), qualcuno se ne infischia e continua a parlare con l’amichetta (ovvero Pica), qualcuno sgambetta quello davanti (il camallo numero 1), qualcuno è concentrato e segue pedissequamente le indicazioni dell’allenatrice (il Monno), qualcuno tira i calci nel sedere a quello davanti (il camallo 2), qualcuno sta attento a non spettinarsi troppo, ecc…ecc…
8)        Mancano 10 minuti e ci si dirige ai cancelli di pre-partenza dove i cuccioli vengono divisi per età e per sesso. Mentre mammachioccia (autorizzata dal grado di capoallenatore) entra nel primo cancello, Papà Ovo diventa il nuovo polo aggregatore della ormai “sporca” (di palta) dozzina e s’incunea in una calca sempre più asfissiante letteralmente “abbracciando” tutti i pargoli per tenerli fisicamente a contatto. Perderli qui sarebbe il disastro! Nota di menzione per l’Ovetta B. che, dall’alto dei suoi 7 anni, impaurita dalla calca, ogni domenica splanca gli occhi e dice “Ho un po’ paura” ma poi non si tira indietro, si mette sulla linea di partenza, si tappa le orecchie con le dita (perché ha paura del colpo di pistola) e dopo esser sobbalzata al BANG, quando ormai tutte le altre son partite… parte anche lei!
9)        Scocca l’ora X. Papà Ovo in ordine di età crescente e sempre prima le femminucce e poi i maschietti pone ad ognuno la seguente domanda: “Senti… vuoi correre così (bardato manco un eschimese in un inverno freddissimo) oppure vuoi darmi qualche cosa?
Poi, dopo che l’atleta si è finalmente svestito, lo indirizza verso il cancello dove mammachioccia lo attende e si ricomincia con il gruppo successivo.
10)      Quando finalmente l’ultimo cucciolo è partito, papà Ovo ritorna verso il punto di raccolta dove di solito scarica: 4 paia di guanti, 12 felpe, 7 maglioni, 4 cappellini, 8 pacchetti di fazzoletti e 2 brioche (una mezza mangiata).

Incidentalmente si potrebbe anche dire che tutto ciò non gli permette di vedere mai la gara di Pica (se non le rare volte che partenza e traguardo sono veramente vicini) mentre quella del Monno riesce a vederla solo perché si mette a correre come un pazzo appena scaricati gli abbigliamenti in surplus dei giovani atleti.
Però si diverte come un matto!

DRIINNN…
“Pronto papà Ovo?”
“Sì.”
“Senti domenica prossima forse non riesce a venire il fotografo ufficiale, non è che magari porti tu la reflex e ti metti a fare le foto a tutti i nostri atleti? Cominciano verso le sette e per le tredici dovrebbero aver finito.”
“Ehmmm… credo che cadrò…. Temo che avrò perdite ematiche e non ce la farò…. Che dire… peccato!” 


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