Sottobanco

Un paio di settimane fa Pica ha avuto la sua prima giornata alla scuola elementare.
La giornata può esser vista sotto diversi punti di vista:
Quello della maestra… una sfacchinata per portare un manipolo di nannerottoli dell’asilo fino all’altra parte del paese, e ritorno
Quello dei genitori… “dai che bello Pica, vai a trovare i tuoi fratelli nella loro scuola!”
e quello dell’interessata… “Mamma mia! che paurissima che ho, devo andare alla scuola dei grandi.”

Ma in realtà la giornata è molto più complessa e in serata, con calma, a tavola, mettendo sotto pressione i cuccioli, si è saputo molto di più.

“Monno, sei riuscita a vedere Pica oggi?”

“No, mi passi un panino?”
Breve, asciutto, conciso e lievemente distaccato.

“Ovetta, sei riuscita a vedere Pica oggi?”

“Sì, sono stata furba! Ad un certo punto l’ovetta C. è ritornata dal bagno e ha detto all’ovetto A.: “ho visto tua mamma!” e l’ovetto A. è diventato tutto rosso in faccia. Ora, siccome io so che la mamma dell’ovetto A. è la maestra di Pica, ho chiesto di andare in bagno (infischiandomene della didattica) e sono rimasta là (sempre infischiandomene di quanto succedeva in classe) fino a quando l’ho vista passare mano nella mano alla maestra.”
“E poi?”
“Poi sono tornata in classe e ho detto ad A. che anche io avevo visto sua mamma e lui è diventato ancora rosso come un pomodoro.”
“Ok ma intendevo dire: poi è successo qualche cosa d’altro?”
“No, ogni tanto tornava qualcun altro che aveva visto la mamma di A. e lui tornava ad esser rosso in faccia ma niente altro.”

In serata… poco prima di andare a nanna…
“E a te Pica? E’ piaciuta la giornata e la scuola?”
“Sì (detto sottovoce.. quasi un sussurro…)”
“E cosa ti ricordi?”
“Il sottobanco!”
???
“Mamma adesso so che cos’è un sottobanco!”
“AH! E poi?”
“Sai mamma, ho visto l’Ovetta giocare con le sue amiche e…”
“E… cosa?”
“E mi è sembrata ancora più Grande del solito. L’Ovetta è proprio Grande, sai mamma?”

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