Lucciole canterine

All’inizio dell’anno scolastico le maestre dell’Ovetta ci avevano annunciato l’intenzione di far assistere all’intera classe (a dire il vero a tutte le seconde elementari del plesso) una rappresentazione di un’opera lirica appositamente sceneggiata per bimbi.

La scelta era caduta su un “matinéé” al teatro degli Arcimboldi prevista per giovedì scorso: in cartellone “Turandot” di Puccini.
Per prepararsi all’evento l’Ovetta, e immaginiamo ogni altro ovetto del plesso scolastico, ha studiato l’opera e in particolare:

1) i bimbi hanno imparato alcune arie dell’opera in modo che poi possano cantarle insieme ai cantanti stessi.
Bellissima idea: l’Ovetta nei mesi scorsi si aggirava per casa cantando arie pucciniane seguita dal fido Monno che, ovviamente, non poteva essere da meno sebbene nessuno gliele avesse insegnate.
2) i bimbi, con l’aiuto di mamma e papà, costruiranno una bellissima lucciola usando una bottiglia di plastica, dello scotch, un po’ di carta crespa e di cartoncino colorato e metteranno all’interno una lampadina a pila che illumineranno al momento appropriato facendo un effetto scenico fantastico in tutto il teatro.
Altrettanta bellissima idea: papà Ovo ha girato tutti i cartolai della brianza per trovare la carta crespa del colore giusto, mamma Ova ha costruito con mezzi di fortuna una lucciola mettendo all’interno una pila che papà Ovo non usava dai tempi dei viaggi transoceanici (e di cui è gelosissimo). La cucciola, per poter accendere la pila, doveva praticamente slogarsi il braccio e se poi non avesse riportato a casa la stessa, sarebbe incorsa nelle ire del genitore.
3) qualora poi i genitori volessero assistere all’opera, vi era la possibilità di tornare il sabato successivo per assistere insieme ai bimbi ad una replica del tutto.
Ennesima bella idea che si poteva tradurre in realtà ma gli Ucas scattano in pole… mamma e papà Ovo accettano di buon grado, il Monno si aggancia alla comitiva.

Mercoledì, vigilia dell’evento.
“Mamma!”
“Dimmi Ovetta”
“Ho scoperto che al principe tagliano la testa!”
“Hai letto la storia, solo se il principe non risolve i tre enigmi.”
“Io non ci vado a teatro!…. ma gli tagliano la testa per davvero????”
…. Sebbene mamma Ova abbia spiegato l’ovvio, l’Ovetta è comunque rimasta con un dubbio abbastanza importante.

Ciò detto, giovedì l’Ovetta è partita per il teatro e al suo ritorno si è evinto che “la Turandot mi è piaciuta così così… perché tagliano la testa per davvero.”
(Stupore del Monno che avrebbe voluto avere dettagli truculenti).
“Però la nostra lucciola si è accesa benissimo… e molte altre invece non si accendevano.”
(per forza visto che all’interno alloggiava “la Ferrari delle lampadine” peraltro fortunatamente rientrata all’ovile).
“Ho cantato sempre e molto bene ma quello che dicevano i cantanti non si capiva per niente.”
“Ovetta… ma sei sicura di volerci tornare sabato?”
“IO CI VADO!” esclama il Monno
“Sì… accompagno il Monno”, ne esce l’Ovetta con classe.

Sabato sera quindi, Monno, Ovetta e Ucas sono usciti per una serata a teatro.
Pica, quasi non credendo a se stessa, ha invece goduto di una serata da “figlia unica” con cena in pizzeria dove la piccola ha:
1) prima assaltato (spazzolandola) una pizza baby prosciutto e wurstel,
2) poi ha assaggiato un po’ di schiuma di birra di papà (trovandola “buona, grazie, posso avere anche io la birra, papà?”)
3) infine ha sbafato tutte le olive della pizza di mamma.
Al rientro, si è messa il pigiama, si è lavata i denti, ha fatto le preghierine con mamma e papà e si è coricata dando bacini a tutti serena e felice….
…. Salvo poi scoppiare a piangere due minuti dopo con un tenerissimo: “UEEEE… MA QUI NON C’È NESSUNO !!! UEEEEEE!!!!”

Un’ora dopo, scampanellando infischiandosene della sorellina dormiente, rientravano anche i due eroi che, in cinque minuti cinque riassumevano i fatti salienti della serata:
1)        “Abbiamo mangiato la pizza e l’hanno mangiata anche i nonni” (a quanto pare vi era anche la possibilità che gli anziani saltassero cena ma non è stato così).
2)        All’Ovetta non ha più fatto paura la “Turandot”, ha cantato quando doveva cantare e ha spiegato al Monno quello che non capiva… però i cantanti non si capivano lo stesso come giovedì (segno che una replica può aiutare… ma non per tutto).
3)        Anche il Monno non ha avuto paura… cioè… solo un pochino… all’inizio: ma quel pezzo lì faceva davvero paura. (Oh…. Se faceva davvero paura… c’era poco da fare…).

E quando stamattina papà Ovo è sceso in cucina, ha trovato Monno e Ovetta che spiegavano un’opera pucciniana ad una bimba di tre anni che ascoltava attentissima con un biscotto al cioccolato in bocca… quando si dice la “C”ultura!

1605Ovettaateatro

(l’ovetta e la lucciola)

This Post Has 2 Comments

  1. Come avrei voluto assistere alla spiegazione!!! E vedere la faccia della treenne…

  2. La c’ultura passa anche dalle lucciole!!! Bravissimi

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