Il Pica colloquio

Lunedì

“Salve Ovo genitori e benvenuti al colloquio di Pica.
Come sapete noi siamo le maestre V. e M.
Vostra figlia è molto brava, e si è ambientata benissimo…”
(in effetti ci sembra incredibile)
“… viene molto volentieri, sorride a tutti e ci salta al collo per baciarci quando ci vede…”
(la cosa ci strabilia. Ci sono amici intimi di famiglia che darebbero un braccio, solo per un suo sorrisino ma lei non darà mai loro questa soddisfazione! Quindi che dire… siamo stupitissimi!)
“in classe diciamo che… si sta ambientando… guarda ed osserva tutto…si sta prendendo con i suoi tempi…”
(Ah! Questa l’abbiamo già sentita ai tempi dell’Ovetta… in pratica è un modo soft per dirci che col cavolo che si avvicina a qualsiasi altro bimbo… se ne sta nel suo brodo e guai a disturbarla.)
“… mentre invece quando si va in salone, dove c’è molta più confusione, … allora… beh… come dire…ecco proprio lì non si stacca da noi neanche con le pinze.”
(sì…confermo… ha preso da sua sorella,… praticamente è una cozza attaccata alle gambe delle maestre.)
“… tanto che ieri nel momento del gioco in salone io sarei dovuta andare in bagno…”
(Oh cielo!)
“… allora le ho spiegato che poteva stare con gli altri bimbi nel frattempo…”
(non ci sarà stata di sicuro.)
“… ma non ci voleva proprio stare…”
(appunto)
“…allora le ho detto che poteva stare con qualche altra maestra di qualche altro fiocco…”
(illusa, nemmeno un’altra maestra l’avrà staccata da te.)
“… ma anche questa opzione non le è piaciuta.”
(appunto!)
“…allora mi ha tranquillamente detto che sarebbe venuta insieme a me in bagno.”


Papà Ovo non ha saputo cosa dire (e non succede spesso); certo avrebbe potuto affermare che sua figlia Pica, tre anni, aveva semplicemente fatto suo uno dei caposaldi femminili (che di solito si consolida più avanti con l’età) e cioè quello di voler andare in bagno in compagnia… però onestamente non se l’è sentita di dirlo alle maestre!

Martedì
“Pica, guarda che se vuoi, in salone puoi giocare anche con le tue amiche.
Lo so che c’è confusione, magari non sempre, però puoi provare.
C’è anche lo scivolo.
Non devi per forza stare attaccata alle maestre, hai capito?
Solo se te la senti, eh?”

“… ah!” (Ohibò genitori, non me lo potevate dire prima? No dico, frequento quell’asilo da due mesi e me lo venite a dire solo adesso?… ma te pensa quanti giochi mi sono persa solo perché questi anziani genitori non sono stati più espliciti fin da subito!)

Mercoledì
“Salve mamma Ova”
“Salve maestra V.”
“Ma cosa avete detto a Pica?”
“??? In che senso?”
“Oggi siamo andati in salone a giocare come al solito.
Ma Pica non è rimasta avvinghiata, ops pardon volevo dire dolcemente aggrappata, a noi anzi è andata in mezzo ai suoi amichetti a giocare tranquillamente!”

A volte bisogna davvero spiegare tutto!

PS: in settimana Pica ha anche dovuto subire un delicatissimo intervento chirurgico senza anestesia (o anestolia che dir si voglia) alcuna che ha avuto lo scopo di estrarre una microscopica scheggia dalla nocca di un ditino della mano destra.
Nei dieci minuti occorsi all’intervento, Pica ha ululato come un’indemoniata, l’Ovetta ha cercato di coccolarla in ogni modo possibile (fungendo da mammina esemplare) e il Monno correva convulsamente per tutta casa senza scopo alcuno (fungendo da maschio in presa a crisi isterica); dieci minuti dopo tutto rientrava nella normalità.

PS2: sarà stato il delicatissimo intervento chirurgico, sarà stata la nuova sensazione di libertà dovuta ai giochi che può fare in salone, sarà stato un mix di tutto ciò, ma in serata Pica ci è caduta malata.

IMG_1416(Pica mostra fiera il divino in via di guarigione)

This Post Has 2 Comments

  1. Sempre piacevole leggere vicende degli Ovetti!!

  2. Coraggiosissima Pica!!!
    Noi l’ebrezza di sentirci dire che un figlio se ne sta accozzato all’insegnante non l’abbiamo mai avuta…..il problema è sempre stato l’opposto, ed è ancora così oggi !!!

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