(segue da settimana scorsa)
25.10 – ore 03.22
Ed eccoci qui nella sala parto betulla… o era ginestra… o rododendro…. Vabbè.
C’è mamma Ova che spinge (no, aspetta, l’ostetrica ha detto che non devi, si, va bene cara, si, va bene, come vuoi), ci sono io che mangio caramelle ogni tanto, c’è un’ aiutante giovane, c’è l’ostetrica che ne sa più del dottore e ovviamente non c’è il dottore: direi tutto nella norma.
Il sottoscritto viene posizionato su uno sgabello scomodissimo e di Fantozziana memoria ad osservare su un tracciato di carta l’incremento delle curve delle contrazioni; tra l’altro ho anche la lucidità sufficiente per notare che all’aumentare delle contrazioni aumenta anche il numero di caramelle ingoiate.
Poi, proprio mentre mamma Ova si cimenta nelle sue spinte migliori, proprio mentre papà Ovo scarta caramelle a più non posso, proprio mentre l’ostetrica urla “spingi!!!”, proprio mentre la testolina fa capolino, ecco il luminare entrare in sala con aria trasandata: “allora? Come siamo messi? Manca tanto?”
Papà Ovo con fare tantrico si trattiene dal dare un pugno anche questa volta, si gira dall’altra parte e fissa un orologio da parete che scocca le sue informazioni: 25 ottobre 2012; ore 04:13
Un secondo dopo, un vagito bellissimo riempie la stanza.
Nelle due ore successive riesco a chiamare gli Ucas per dare la bella notizia: i primi ovviamente non si possono spostare da casa Ovetti, i secondi probabilmente erano già in macchina alla fine della telefonata ma ovviamente non afferrano le fondamentali linee guida per non perdersi tra i petali vari.
Poi riesco a compilare tutti i moduli che mi vengono portati davanti firmando cose di cui spero di non pentirmi in seguito; preso dall’ansia di firmare tutto il firmabile riesco a sbagliare su uno di questi moduli il nome della neo-Ovetta mettendo il nome della primogenita e riesco anche (quasi) a disintossicarmi dalle caramelle.
Poi, all’alba, mamma Ova viene trasferita in reparto e visto che gli Ucas sono ormai ufficialmente dispersi da più di un’ora tra i vari petali e di loro ormai si sono perse le tracce, decido di uscire, abbandonarli a loro stessi nella speranza che riescano a ritrovarsi per l’ora delle visite ufficiali del tardo pomeriggio.
Mi concedo il lusso di una colazione al bar, compro una copia del Corriere che rimarrà intonsa per anni e finalmente rientro in casa per rispondere alla raffica di domande degli altri Ucas.
25.10 – ore 07.47
Gli Ucas sono appena usciti, mi spoglio, mi lavo faccia e mani, mi metto una tuta pulita, dalle tasche mi cade una caramella allo zucchero e liquirizia alla cui vista un conato sale improvviso.
Mi rilavo i denti.
Poi mi stendo sul letto, afferro il cellulare e mando una raffica di sms.
Ecco, ora spengo il cellulare e finalmente mi sdraio sul letto, metto on line l’annuncio della nascita della Pica-Ovetta e la testa sfiora il cuscino proprio quando gli occhi stanno quasi per chiudersi.
Ed ecco che proprio in quel momento, dal piano di sotto, si sente all’unisono: “Papàààà? Papààààà? E’ ora di svegliarsi?” “Papààààà, scappa pipìììì”
Bene, anche questa notte non ho chiuso occhio, non so come arriverò a sera ed il bello è che Pica, finora, proprio non ha colpa alcuna; però oggi sarà proprio una giornata da vivere, …ancora un pochino di più.
Mi alzo, riesco a scendere le scale senza cadere malgrado gli occhi proprio non abbiano voglia di aprirsi.
Apro la porta della cameretta e sorrido: “Eccomi qua bimbi, ed ho anche una bellissima sorpresa per voi!”
mapa
16 Nov 2012Il trio più bello del mondo
Maria Luce
30 Nov 2012bellissimi mamma Ova, bellissimi! 🙂