Cattaggna

Lunedì mattina
“Monno, cosa stai raccogliendo per la strada?”
“Cattaggna, Monno raccoglie cattaggne e perché cattaggne belle. Mamma, guadda che bella cattaggna”
“Si, vero è molto bella però non metterla in bocca. Se vuoi la portiamo a casa e la mettiamo in un bel contenitore con tutte le altre castagne”.
“Va bè, una la potto in nido a Evver”(va bene, ma almeno un esemplare lo porterei all’asilo nido alla mia maestra preferita Elvia).

Martedì, nel cuore della notte
“AHHHHHH!!!! Aiuto!!!!” “Mmmm che male!”
Papà Ovo si scapicolla in camera cercando nel contempo di svegliarsi.
“Cosa succede Monno?”
“Ho perso il cucicuci e stava arrivando un cane pusso!”
“Tesoro, stai tranquillo, eccoti il cucicuci (dicesi “cucicuci” l’angolino del lenzuolo che gli ovetti tutti stringono in mano onde poter esser protetti dalle sfighe tutte per l’intera notte) e ti assicuro che non c’è nessun cane pussone nei paraggi, torna a dormire.”
“E tu Eia? Che c’è?”
“Ho mal di gola folte, foltissimo!”
Papà Ovo ritorna di sopra nel letto.
“Tutto bene di sotto?” chiede mamma Ova.
“Il Monno a posto, l’Ovetta brucia… deve avere la febbre”

Mercoledì, quasi ora di cena
L’Ovetta è sdraiata in stato comatoso nel suo lettino: “Monno, stai qui a falmi compagnia?”
L’Ovetto ci pensa su: “Monno sta qui con te… un poco… poi va in cusina con mamma perché pappa, ti lassio cattaggna” (Ok, sto qui a farti compagnia un poco visto il tuo stato da moribondo cronico; poi però guarda che ho un appuntamento fisso in cucina con mia madre e la pappa, no dico: vuoi mettere? Comunque tranquilla, ti lascio una delle mie portentose castagne).

Giovedì sera
“Vediamo quanta febbre hai, Ovetta, guarda che tra due minuti arrivano i nonni per festeggiare il compleanno del Nonno Etto”.
L’Ovetta non reagisce.
“ARGGGHHH ! 39,2 !”
DRIIINNN – DRIIINNN
“Ecco che arrivano i nonni. Ovetto, ma dove corri?”
“Pendo cattaggna per dare ai nonni, cattaggna molto bella, c’è cattaggna gossa, cattaggna piccoa, cattaggna schiassata,… tutte cattaggna molto belle, vero?” (caro genitore, corro a prendere una castagna da dare ai nonni, sai, tu che vivi imperterrito nell’ignoranza, ci sono castagne piccole, grosse, schiacciate, di tutti i tipi ed ugualmente belle, davvero!)

Venerdì mattina, poco prima di uscire per portare all’asilo il Monno
“Monno, saluta l’Ovetta e la mamma che adesso vanno dalla pediatra”.
“E pecché?”
“Perché così la Nazi-Pedi visita la tua sorellina e la fa guarire”.

“Petta. Tieni cattaggna così gualisci” (Ok, aspettate un momento, cara sorellina, prendi questa che è una delle mie migliori castagne… guarirai sicuramente).

Sabato mattina, poco dopo colazione
“Ovetto, cosa fai? Perché ti strusci contro il pigiama dalla mamma? Non sarai mica malato anche tu?”
“Monno sta bene, solo tosse, no male a gola come Eia”( Caro genitore, sono in forma, non ho mica il mal di gola come mia sorella – la monatta – al massimo un po’ di tosse).

“Monno vole vedere Pica nella panza “(Vorrei vedere mia sorella minore invece, so che si nasconde nella pancia sotto il pigiama di mamma).

“Tieni Pica! una cattaggna pica come te, tutta per te” e appoggia una castagna sul pancione con fare delicato e sorridente.

L’Ovetto-family sta trascorrendo un fine settimana di reclusione in casa onde poter rimettere in pista la piccola in tempo per lunedì mattina; attualmente debellata la febbre , rimane invece aperto il fronte tosse/raffreddore: ce la possiamo ancora fare.
Per il Monno invece nessun problema, lui passa il fine settimana in salone insieme alle sue amate castagne che offre a piene mani a chiunque… salvo poi riprendersele indietro.

“Cattaggne piccoe, cattagne gosse, cattaggne schiacciate… tutte belle belle cattaggne”.

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