Sogni d’oro

Da quando la Pedi-Nazi ci aveva ordinato di far dormire il piccolo Ovetto in “un ambiente umido, anzi umidissimo, quasi una serra” ormai qualche mese fa, il cucciolo ha passato le sue notti in lavanderia (si veda qui) peraltro trovandosi parecchio a suo agio.

Ora che il dormire in una palude non sembra essere più un must, gli Ovo genitori hanno pensato bene fosse giunto il momento di traslocare il lettino del Monno nella cameretta dell’Ovetta facendola diventare ufficialmente “la cameretta dei bimbi”.

Se questo può sembrare un trasloco banale si pensi ai seguenti aspetti:

  1. L’Ovetta di notte urla, parla, canta,… tutto senza svegliarsi.
  2.  L’Ovetto si incastra tra le sbarre del lettino, a quel punto si sveglia, s’incazza e pretende di essere scastrato molto velocemente onde poter riprendere beatamente a dormire nel giro di pochi secondi.
  3.  Nessuno sa quanto possano darsi fastidio i reciproci modi, altamente personali, di dormire.

Il trasloco è avvenuto ieri.

“Ovetta, da stanotte il Monno dormirà col suo lettino qui vicino a te e al tuo lettino, sei contenta?”
“Siiiii !!!”
“Mi raccomando però, domattina quando ti svegli non urlare (come tuo solito) a Mamma e Papà di correre a prenderti, ok?”
“…”
“Chiamaci sottovoce, capito?”
“Si”

Molto bene, si comincia.

Ore 21,00
Tenendo fede alle “procedure”, Mamma Ova si siede sulla Poang classica e comincia a dare il lattozzo all’Ovetta; papà Ovo esce con l’Ovetto in braccio e chiude dietro di se la porta… non s’avvede che la manina del Monno è rimasta in mezzo; un urlo squarcia il silenzio: non siamo partiti benissimo.
Segue pianto colossale mentre Mamma Ova addormenta la cucciola ed esce dalla cameretta.

Ore 21,24
Anche l’Ovetto ha ricevuto la sua dose di latte e mamma Ova con il Monno in braccio rientra in cameretta per adagiare il pargolo nel suo vecchio giaciglio posto in nuova posizione.
“Mamma?” dice l’Ovetta semiaddormentata.
“Si?”
“Pecchè qui?”
“Devo mettere a nanna l’Ovetto, dormi”
“AH, già! (Ohibò, sebbene lo sapessi benissimo mi ero per un attimo dimenticata)”

Ore 23,12
All’Ovetta viene la tosse… l’Ovetto non fa una piega.

Ore 01,45
L’Ovetta canta nel sonno la sua canzoncina preferita…l’Ovetto non fa una piega.

Ore 03,51
L’Ovetta urla “MIO FLATELLO!!!” e poi ricomincia a dormire beatamente… l’Ovetto non fa una piega.

Ore 05,22
L’Ovetta chiama Mamma e Papà varie volte (sempre continuando a dormire) ma, constatato l’insuccesso, riprende a russare… l’Ovetto non fa una piega.

Ore 07,31
L’Ovetta bofonchia qualche cosa di totalmente incomprensibile girandosi e rigirandosi nel letto, poi torna a russare beata…l’Ovetto non fa una piega.

Ore 08,11
Un sussurro, lievissimo, quasi ad aver paura di far rumore “mamma… mamma…”: l’Ovetta è sveglia.

E noi?
Beh, tanto per cominciare abbiamo sentito TUTTO quanto descritto fin qui.
Alle 8,01 ci siamo scapicollati in cameretta dove l’Ovetta tronfia e soddisfatta
mamma, Eia pallato piano, Monno dolme” (Caro genitore, come avrai potuto notare ti ho chiamato sottovove onde evitare che mio Fratello si potesse svegliare: sono in gamba, vero?)
Infine pochi minuti dopo siamo andati a svegliare anche l’Ovetto che, silenzioso come suo solito, ci ha squadrato a dire: “Ehi! Sia chiaro! Io con tutto il casino che c’è stato stanotte non c’entro nulla!”

Da ieri notte i due Ovetti dormono “beatamente” nella loro cameretta; all’apparenza…“Tutto Bello!”

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