Quando quel vicino di casa mi prestò quel’album, i compact disc esistevano da pochissimo ed erano roba da ricchi.
Io invece avevo da poco tempo un impianto stereo coi controfiocchi, costato ore di attenta analisi, decisioni e ripensamenti (e costato anche un mucchio di soldi a mamma e papà), il mio amplificatore+giradischi+radio fm/am+mangiacassette con dolby B e C era affamato di buona musica.
Presi il disco (il classico 33 giri) e lo sentii, prima il lato A, poi quello B, poi quello A, poi quello B, poi registrai sul mangiacassette il lato A (col dolby B), poi il lato B (col dolby C), poi…. beh sono stato chiaro.
Pochi giorni dopo lo stesso vicino mi disse che quel signore li veniva a suonare a Milano e mi ci portò. Scoprii allora che entrare ad un concerto del genere senza biglietto non era per nulla facile così rimanemmo fuori per tutto il tempo ad ascoltare musica attraverso degli altoparlanti messi apposta fuori dallo stadio per tutti quelli come noi (e non eravamo pochi) finchè, vai a sapere perchè, poco prima della fine del concerto, aprirono i cancelli.
Ci ritrovammo catapultati fin sul secondo anello (il terzo ancora non esisteva) ma la gente era talmente tanta che in pratica arrivai solo fino alle porte delle gradinate: vedevo pochissimo ma sentii, per la prima volta e per di più dal vivo, una canzone, un ritmo e un’energia che non ho più scordato. Correva l’anno 1985, avevo 16 anni.
Nel luglio del 1988, poco più che maggiorenne ed appena diplomato, lo riandai ad ascoltare in un concerto benefico, non a milano, ma questo importava poco; una galoppata di 24 ore mi riportò a casa stanchissimo.
Nel giugno del 1992, l’Associazione di Volontariato ottenne (per culo, solo per culo) il nulla osta per fare servizio d’ordine al concerto del forum di Assago. Il giorno successivo avevo un esame all’università…. Poco importava, mi gustai il concerto da sotto il palco in quel piccolo spazio riservato alla stampa, alle telecamere e, quel giorno, a me!… (e se becco quella ragazza che svenne proprio sull’attacco di “The River” costringendomi ad andarmene proprio in quel momento….)
Il 28 giugno del 2003, un sole torrido mi fa compagnia sul piazzale di San Siro già dalla prima mattinata. Affianco a me, trentenne già da un po’, la mia fidanzata attonita scopre un mio lato un po’ sconosciuto; poi, una volta dentro, partono le noti di Morricone e 18 anni dopo torno finalmente nello stesso stadio con la stessa musica, …poi, a metà serata un diluvio si abbatte sullo stadio ma anche zuppi si torna a casa felici anche stavolta.
Il 25 giugno del 2008, manca poco più di un mese alla nascita dell’ovetta e quindi ci ho pensato un po’… solo un po’; poi parto alla volta di San Siro. Per proteggere la pancia abitata di quella che nel frattempo è diventata mia moglie mi intrufolo nel “pit” e ci porto pure la moglie, la pancia e la futura Ovetta.
Sopra di noi, un ragazzo tetraplegico viene issato a braccia e passa sulle teste di tutti i ragazzi presenti fino a trovare un posto più tranquillo, davanti a noi un trio di signore venete di 50 anni scalpita in attesa; ripenso a quel mio ex vicino di casa: magari è qui; più o meno ora avrà sessant’anni. La musica parte, la band entra, la festa comincia.
Alla fine di quella serata, come sempre, le luci accendono lo stadio, la gente si spella le mani, la band si ritrova sul palco e si gusta gli applausi; poi, quasi come un ultimo regalo, il Boss riprende la chitarra e attacca “Twist & Shout” e io, quarantenne con una moglie ed una bimba che balla nella sua pancia risento quella stessa canzone sentita un quarto di secolo prima, nello stesso posto suonata e cantata dalla stessa band… una vita fa.
Settimana scorsa il Boss ha fatto 60 anni.
Ehi Bruce, se torni in città, stesso stadio e stessa band, …questa volta porto anche l’Ovetta!
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