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Fase 3

Questa domenica casa Ovetti ha riaperto le porte agli Ucas.

Dopo oltre 100 giorni Pica & Co. Hanno potuto riabbracciare i nonni,… nel senso fisico del termine questa volta!
Per l’occasione, mamma Ova e papà Ovo hanno imbastito una tavolata gluten free con amenità varie, dove però spiccavano con alcune delle leccornie imparate durante questo luuuuuungo periodo di clausura ed in particolare:

.           Ravioli gluten free…. e qui mamma e papà Ovo hanno rivisto tutte le ore della giornata precedente necessarie alla preparazione dei 308 ravioli necessari (eh sì… i due non sono particolarmente veloci)
.           Bignè al cioccolato gluten free… e qui il Monno si è cimentato in una particolarissima tecnica che gli permette di afferrare un terzo bignè nel momento stesso in cui si lancia il secondo verso le fauci spalancate e mentre il primo viene inghiottito… il tutto a ciclo continuo ovviamente.
.           Meringhe (gluten free ma qui non c’è un grande sforzo)… E qui plauso all’Ovetta che si è cimentata per la prima volta destreggiandosi tra la separazione degli albumi dai tuorli, l’inglobamento dello zucchero e la creazione delle stesse… sono venute buone anche se la loro forma è, per così dire… ecclettica.

Stante la giornata ultrapiovosa e la voglia di rimanere insieme, i tre Ovetti hanno quindi lanciato l’idea di un gioco in scatola da fare tutti quanti: “Si gioca a Ticket To Ride!”
Essendo però i nonni completamente all’oscuro del suddetto gioco ecco la mossa vincente: “ogni bimbo gioca insieme ad un nonno!”
Ecco quindi che: 
.           Pica prendeva in custodia nonno Motore, il quale non riusciva ad imporsi praticamente mai lasciando alla settenne l’onere della tattica con una mossa francamente destinata alla sconfitta.
.           l’Ovetta prendeva in custodia nonna Patriottica la quale cheta cheta cercava di far valere le proprie ragioni mentre l’Ovetta continuava dritta per la sua strada… ma ogni tanto le dava ragione; buona tattica che le ha portate ad un soffio della vittoria.
.           il Monno prendeva in custodia nonna Clava: ne scaturiva una discussione infinita tra le due teste dure, ops pardon…. Volevo dire tra due dei più fini intelletti di casa; un continuo bisticcio che riusciva ad intontire gli avversari quanto bastava per aggiudicarsi la vittoria.
Chiudevano la coppia papà Ovo-nonno Etto (nonno tra l’altro dotato di “culo stratosferico” che veniva meno a pochi passi dal traguardo) e in solitaria mamma Ova (lasciata da sola dopo un intero lockdown almeno in un gioco in scatola… può stare da sola).Insomma, una bellissima domenica che ha anche avuto il pregio di avvicinare senza troppi patemi  gli Ovetti all’ultimo giorno di questo stranissimo anno scolastico: ultimo giorno che, appunto, sarà domani!

Ah già! Dimenticavo: ha avuto anche il pregio di avvicinare pure papà Ovo a qualche cosa di nuovo, che poi nuovo non è ma che nuovo comunque sarà… martedì papà Ovo sarà per lavoro in trasferta, rientrerà a casa in serata e mercoledì bisserà: cento giorni fa sarebbero stati due normalissimi giorni di lavoro… ma sono passati molto più di cento giorni.

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Beati … loro!

Lei ha occhi verdi e un sorriso aperto.
Lui ha un paio di baffi inconfondibili e ispidi e un naso generoso.

Lei è impulsiva e diretta.
Lui è meditativo e attento.

Lei è intuitiva ed estrosa, inventa e improvvisa; difficilmente legge fedelmente un testo, fosse anche biancaneve, perché le parole scritte le stanno strette e la trama comunque modificabile all’occorrenza.
Lui è una piccola enciclopedia, cita i grandi classici a memoria, racconta con dovizia di particolari fatti storici e spiega con accurati argomenti eventi scientifici.

Lei è empatica e spiccia.
Lui è logorroico e appassionato, argomenta ogni più piccolo fatto ed è difficile sfuggire alle sue immancabili digressioni.

Lei chiacchiera per ore al telefono, rendendo felice ogni possibile compagnia telefonica, parla di tutto dal tempo allo shopping, dalla salute al “sai chi ho incontrato?”.
Lui rifugge il più possibile quell’oggetto chiamato telefono e il culmine della sua conversazione tipo si raggiunge dopo un minuto quando, espletate le formalità di rito, può dire “bene, ti passo Lei”.

Lei è pragmatica e organizzatrice, adora programmare appuntamenti e orari, consulta l’agenda, in cui sono custoditi gli eventi dell’intera famiglia, dieci volte al dì per essere sicura che tutto fili liscio.
Lui dimentica sistematicamente occhiali e telefono e quant’altro in giro, nel suo ordine tendenzialmente disordinato.

Lei ricorda a fatica strade e percorsi, al di fuori dei più abituali, preferisce chiedere informazioni “strada facendo”, confidando nella buona volontà di chi la incontra.
Lui ha senso dell’orientamento, gira con le sue immancabili cartine stradali e ignora anche i più ostinati suggerimenti del moderno gps.

Lei è coraggiosa, parte di slancio, incurante di ostacoli o difficoltà.
Lui è paziente e fatalista, lento a mettersi in moto, a tratti persino indolente.

Eppure, a modo loro, si somigliano.

Lei è nonna Patriottica.
Lui è nonno Motore.

Oggi, quaranta anni fa, e fa impressione anche dirlo, si sposavano. Felici.

Oggi, quaranta anni dopo, festeggiano – insieme allo zio A. e mamma Ova, con papà Ovo, Ovetta, Ovetto e Pica-ovetta – un così grande traguardo. Felici.

E non sapendo fare loro un augurio migliore, rubiamo una citazione manzoniana che lo zio R. rivolse loro quel giorno, quaranta anni fa.

“Ricordati, figliuolo, che se la Chiesa ti rende questa compagna, non lo fa per procurarti una consolazione temporale e mondana, la quale, se anche potesse essere intera, e senza mistura d’alcun dispiacere, dovrebbe finire in un gran dolore, al momento di lasciarvi; ma lo fa per avviarvi tutt’e due sulla strada della consolazione che non avrà fine. Amatevi come compagni di viaggio, con questo pensiero d’avere a lasciarvi, e con la speranza di ritrovarvi per sempre. Ringraziate il cielo che v’ha condotti a questo stato, non per mezzo dell’allegrezze turbolente e passeggiere, ma co’ travagli e tra le miserie, per disporvi a una allegrezza raccolta e tranquilla.”

40esimo

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Il battesimo dell’Ovetto: un’epopea familiare #1

Per il mondo: cielo grigio e bigio, temperatura fresca ma non fredda.
Per l’Ovetto: 2 mestolini d’acqua santa sul capoccione, 2 gocce d’olio sul petto, una stola bianca da ciucciare ed un cero da fissare: giornata importante.

  • La mattina comincia in salita: alle 7,00 puntuale come un cronometro svizzero, mamma e papà vengono svegliati dall’Ovetta: “Papà? Qui! Eia nanna pu! Oggi festa Monno! Mamma, papà? Qui!”  (papà? Vieni qui? Vorrei ricordarti che oggi è la festa di mio fratello! Suvvia genitori, non siate pigri, dai che si comincia!).
  • Alle 8,30 l’Ovetto esce dal suo lettino stropicciandosi il faccione; mentre intorno a lui gli Ovo genitori corrono già di qua e di la, lui beatamente fa streaching panza all’aria.
  • Alle 9 doppio bagnetto al piano di sopra con mamma Ova a dirigere il tutto e rassettamento generale dell’Ovetto house con papà Ovo ai comandi.
  • Alle 10 papà Ovo porta l’ultima parte del vettovagliamento che servirà a sfamare le cavallette che si presenteranno al post-battesimo. Sul posto sono già presenti (da ore) Ucas nonna Patriottica e Ucas nonna Clava che corrono di qua e di la dandosi ordini a vicenda; papà Ovo con molto acume tattico decide di rimanere il meno possibile, scarica il vettovagliamento e sparisce.
  • Alle 11 qualche telefonata di rinuncia all’evento fa tirare un sospiro di sollievo agli Ovo-geniori: pare infatti che l’influenza scagazzaona nelle sue varie forme abbia colpito la Brianza negli ultimi giorni e quindi il numero degli invitati alla festa comincia a diventare quasi – e sottolineo quasi – gestibile.
  • Alle 12 pappa; l’Ovetto percepisce che c’è qualche cosa nell’aria, non  comprende bene cosa e, nel dubbio, chiede il bis di tutto quello che capita a tiro di bocca (…vedi mai che poi non si mangi più per tutta la vita!!!)
  • Alle 13 gonfio come un otre gonfia il Monno socchiude gli occhi e crolla in un sonno letargico.
  • Alle 14 anche l’Ovetta acconsente ad un breve pisolino sincerandosi però di non perdersi nulla: “Dopo festa monno? Eh? Eh? Eh?” (Uè, genitori, non facciamo scherzi, dopo c’è la festa, vero?).
    Nel frattempo gli Ovo genitori caricano la macchina di tutto quanto potrebbe esser necessario alla trasferta (la solita mezza casa)
  • Alle 15 scocca la vera ora x:
    15,02 vestizione di mamma e papà ovo
    15,17 si sveglia l’Ovetta (I tentativo)
    15,22 si sveglia l’Ovetta (II tentativo)
    15,26 si prende di forza l’Ovetta dal lettino e la si veste per la festa (l’Ovetta non gradisce la sveglia “improvvisa” e piange come una fontana)
    15,34 si sveglia il Monno e lo si veste con i pantaloni, la maglietta, il gilerino ed il cappellino prodotti da nonna Clava
  • Alle 15,35 ci si accorge, senza alcun ombra di dubbio che malgrado nonna Clava abbia provato il vestitino varie volte, malgrado abbia saccheggiato il guardaroba dell’Ovetto perché “meglio confrontarlo con una maglietta e un pantalone che usa”, malgrado l’opera abbia richiesto un lavoro di varie settimane, più o meno da capodanno, il vestitino è: Bello, senz’ombra di dubbio, e di almeno 2 taglie di troppo, anche questo senz’ombra di dubbio.
  • Alle 15,45 in perfetto orario, mamma Ova (già stanca), papà Ovo (già stanco), l’Ovetta (ancora con strascichi di pianto) ed il festeggiato Ovetto (con i pantaloni che gli cadono ripetutamente lasciando ignudi i cosciotti ben torniti) escono di casa: il battesimo deve ancora cominciare.

(segue)

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