Tag Archives: neve

Col freno tirato

L’anno scorso toccò all’Ovetta; quest’anno è stato il turno del Monno.

Giovedì scorso, di buon mattino, papà ovo ed il Monno, bardati come per una spedizione polare, sono partiti alla volta degli impianti sciistici.
Il giorno prima, il cucciolo aveva tenuto ad avvisare le maestre e i compagni che “domani non ci possiamo vedere perché vado con il mio papà a sciare perché l’anno scorso ero piccolo e non potevo ma quest’anno sono grande e ci vado solo io con il mio papà senza l’Ovetta che deve andare a scuola e senza Pica che è troppo piccola non come me che invece posso andare a sciare con il mio papà” (la frase deve esser detta tutta in un fiato senza alcun intercalare e senza ausilio di virgola alcuna).

All’andata, i nostri eroi hanno trovato un po’ di traffico; il Monno non si è scomposto avendo ben altro da fare: contare le gallerie; papà Ovo invece era più nervosetto avendo prenotato per un preciso orario la lezione del cucciolo.
Arrivati alla base dell’Ovovia con qualche minuto di ritardo papà Ovo ha reagito con disappunto alla coda presente… il Monno invece ha cominciato a raccontare agli astanti il numero di gallerie appena passate.
Finalmente giunti in quota, con ben quattro minuti di anticipo papà Ovo ha utilizzato i suoi 240 secondi disponibili per: entrare nella scuola sci, pagare la lezione, togliere al piccolo i doposci, infilare gli scarponi (“papà questi mi fanno male”), sfilare gli scarponi, infilare nuovi scarponi (“papà questi vanno bene… come quelli di prima”), …(??? lasciar perder.. non c’è tempo), prendere gli sci adeguati, pagare il noleggio, uscire dal negozio e presentarsi al punto di ritrovo dove un maestro dalla faccia nota stava in attesa.

“Eccolo Monno, il nostro maestro! Sei contento?”
“…si…” (Intimidito)
“Sei pronto a sciare?”
“…no…” (intimidito)
(“Come no! Cosa stai dicendo? Ho appena pagato l’ovovia, la lezione, gli sci, gli scarponi, ho preso un giorno di ferie, sono bardato da sci e non scierò e tu non sei più pronto??? Ma siamo matti????”)
“ehmm…. Come mai no?”
“Mi scappa la pipì.”
“Ah!”
Segue richiesta di attesa al maestro, trasbordo del cucciolo a braccio dietro una montagnetta, svestimento approssimativo, evacuazione del dovuto, ri-vestizione sempre più approssimativa e ritorno al punto d’incontro.

“Ciao bimbo. Come ti chiami?” chiede gentilmente il maestro.
“Monno.” (intimidito)
“Bene Monno, io sono Ermanno.”
Il Monno si illumina in viso, guarda senza più timidezza alcuno l’autoctono e anzi, quasi con un misto di adorazione, domanda: “Ma tu sei il maestro Ermanno che ha insegnato a sciare l’anno scorso a mia sorella???”
Effettivamente con botta di fortuna non richiesta, il maestro Ermanno ha avuto l’onore (o forse l’onere) di insegnare i primi rudimenti sia all’Ovetta che al Monno; tanto è bastato al Monno per renderlo immediatamente simpatico e sparire con lui per i successivi cinquantacinque minuti.

Poi è stato tutto più facile.
Una volta finita la lezione al cucciolo è stato offerto un lauto pasto a base di cotoletta e patatine oppure wurstel e patatine: lui ha optato per cotoletta e wurstel e patatine.
E’ seguita una cioccolata calda (finita in buona parte nelle zone intorno alla bocca).
Si è quindi proseguiti con l’immancabile bobbata.
Infine un’interminabile guerra a palle di neve.
Nel tragitto di ritorno in ovovia, ha informato la coppietta salita con noi che c’erano “13 paletti” (papà Ovo è intervenuto per spiegare ai basiti presenti che il Monno aveva contato i tralicci dell’ovovia) e che lui era stato “con il maestro Ermanno sulla panchina perché sono andato a sciare” (papà ovo è intervenuto una seconda volta per spiegare agli ancora più basiti che non di “panchina” si trattava bensì di “seggiovia”).
Da ultimo l’eroe salendo in auto per il ritorno ha informato il genitore che magari, ma proprio magari, sentendosi un pochetto stanco, avrebbe schiacciato un pisolino.
Dieci secondi dopo, ha cominciato a russare smettendo solo una volta a casa.

Alla sera:
“Allora racconta: ti è piaciuto sciare?”
“Sì.”
“E cosa hai imparato? Ad andare dritto? A fare le curve? Ad andare sulla seggiovia? Ad andare a spazzaneve?”


“A frenare.”

La domanda sarebbe: ma a che punte estreme di velocità potrà mai essere arrivato?

PS: domani si replica.

Il Monno va a sciare

(il Monno pronto per la sua prima sciata)

Posted in Uncategorized Also tagged , |

Un Bob per amico

Martedì scorso. Papà Ovo in trasferta per lavoro.
“Ciao mamma Ova. Tutto bene?”
“Mah! Tanto per cambiare il Monno ha 38°, però pensavo… magari è un azzardo… ma se si riprende… e sottolineo se… questo fine settimana… anche se solo per una giornata…. anche se è una faticaccia… anche se per poche ore… andiamo tutti in montagna in giornata?”
Mercoledì: il Monno improvvisamente si sfebbra.
Giovedì: gli Ovogenitori guardano di sottecchi la prole attendendo la comparsa di una malattia qualsiasi, un virus, un batterio, una peste qualsiasi… nel frattempo controllano il meteo: previsione per sabato nuvoloso con schiarite e possibilità di rovesci. In pratica: boh!
Venerdì: scatta la ricerca spasmodica di vestiario atto alla permanenza sulla neve: un po’ da amici, un po’ acquistato all’ultimo minuto (e intendo proprio ultimo minuto); poi in serata l’annuncio agli Ovetti.
“Allora, bimbi, se domani quando ci svegliamo sarà bello, possiamo andare in gita sulla neve; contenti?”
“SIIIIIIIII !!!!!!”

Sabato mattina – Ore 7.35
Tempo pessimo. Nuvoloso, pioggerella sottile, ci fossero le castagne sarebbe novembre pieno. Gli Ovetti però, eccitati dal fatto che l’intera prole sembra in salute non demordono e decidono di partire senza indugio alcuno.

Ore 8.20
Piccola discussione con Pica. La cucciola pare non aver apprezzato la levataccia e decide di fare resistenza passiva quando è il momento di infilarle la calzamaglia, … e la salopette,… e la maglietta,… e il cappello,… e i guanti,… e la giacca.. no! A dire il vero, quella la mette volentieri perché è la sua solita giacca; per il resto… diciamo che le novità la disturbano un pochetto.

Ore 9.32
Arrivati a 1 km dall’impianto di risalita, un solerte vigile urbano informa che i parcheggi sono pieni e che l’allegra famigliola dovrebbe parcheggiare più lontano, indi aspettare il bus navetta, poscia accodarsi per una lunga ed estenuante coda per raggiungere infine l’ovovia che li avrebbe portati sui monti. Papà Ovo non ci pensa un secondo e sfodera il piano B: memore dell’esperienza dell’anno precedente, indirizza l’autovettura familiare verso altrettanto amena località turistica (ma più sfigata) dove il gruppo parcheggia dieci minuti dopo praticamente sotto la partenza della funivia.

Ore 10.15
Dopo esotico viaggio in funivia, la famiglia Ovetti al gran completo accede al pianoro sito in altura e sbotta in un sonoro “Che bello!” La situazione infatti si presenta come: sole pieno, neve soffice ed abbondante temperatura mite e densità umana più che accettabile.

Ore 11.27
Dopo oltre 1 ora di bob ininterrotto, gli equipaggi sono formati e rodati: da una parte papà Ovo+Monno+Ovetta sperimentano vette di velocità ipersoniche, dall’altra Pica+mamma Ova preferiscono un’andatura più turistica ma con un ritmo assiduo, dato che la piccola non fa tempo ad arrivare che già incalza con un chiarissimo: “Ancoa… Bobo…. Ancoa” ripetuto all’infinito.

Ore 12.36
Causa il formarsi nel doposci del Monno di un grumo equamente formato da calza raggomitolata + calzamaglia raggomitolata + blocco da 5 kg di neve, viene dichiarata la pausa pranzo. Il lauto pasto viene consumato con alcune peculiarità:
1)        Location: ristorante pluristellato con menù tipicamente montagnino (impossibile trovare un piatto veg, mamma Ova si accontenta di un panino al prosciutto che risulta essere l’alternativa più vegetariana che vi sia).
2)        Sezione pipì: il Monno, aiutato da papà, si libera degli innumerevoli strati di abiti scoprendo ad ogni strato alcuni kg di neve ben stipata addosso. Pica e Ovetta optano con l’aiuto di mamma Ova per una ben più sana pipì all’aria aperta.
3)        Pica alterna bocconi enormi ad una richiesta precisa, ficcante e ripetuta sino allo spasimo: “Ancoa Bobo?… gnam gnam… Ancoa Bobo?… gnam gnam… Ancoa Bobo?… gnam gnam… Ancoa Bobo?… gnam gnam… Ancoa Bobo?” ecc…ecc…

Ore 13,41
Stroncati dalla litania Pichesca, si cede ad una sezione pomeridiana di Bobbata. Stranamente il tempo regge e la cucciola decide di poter osare di più: gli equipaggi vengono mischiati (addirittura !!!).

Ore 14,25
Papà Ovo, con il sedere a foggia di seduta di Bob, decide che è giunto il momento di cambiare sport e offre ai bimbi una scelta: “palle di neve o pupazzo di neve?”
L’Ovetta si lancia nella costruzione del pupazzo, aiutata da papà Ovo.
Il Monno si lancia in una guerra totale e spietata a palle di neve contro papà Ovo che assurge a nemico totale e obbiettivo primario (e unico) di improbabili palle di neve.
Pica guarda un po’ qua e un po’ là, poi decide di non poter abbandonare Bobo e costringe mamma Ova a fare una sessione supplementare di Bobbate con l’amico Bobo.

Ore 15,36
“Bimbi, adesso dobbiamo proprio andare a casa.”
“NOOOOOOOO” (in coro)
Dopo prolungata concertazione, l’intera famiglia si avvia verso la funivia per il rientro. Monno e Ovetta si lanciano le ultime palle di neve, Pica intavola un monologo “Bobo mio, Bobo no via, Bobo mio mio, bello Bobo, ancoa Bobo, mio Bobo, Bobo Pica, bello Bobo”.
La restituzione dell’amato Bobo al negozio di noleggio non viene gradita dalla duenne.

Ore 16,04
L’intera famiglia arriva al parcheggio dove sale sulla macchia grigia in un grigio e piovoso pomeriggio.

Ore 16,05
Tutti gli Ovetti crollano in un pianto infinito (da stanchezza) seguito da sinfonia russante.

Alla sera…
“Buona nanna bimbi. E’ stata una bellissima giornata, adesso dormiamo subito d’accordo?”
L’Ovetta: “Va bene mamma”
Il Monno: “Ok! E se andiamo ancora, tiro una palla di neve grossa così a papà!”
Pica: “Mio Bobo… Bello Bobo… Ancoa Bobo… mio Bobo mio…. ……Gasse Bobo (Grazie Bob)… … zzz”

IMG_0997

Posted in Uncategorized Also tagged , |