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Incubi omicidi

Sabato pomeriggio
“Ma sei sicura vero Ovetta?”
“Si papà. Ho letto il libro, non ho avuto paura… quindi voglio vedere il film.”
“mmm…. Ok… dunque ne hanno fatte due versioni (almeno che io sappia). Una storica, un po’ datata e con un cast stellare e una recente un po’ più frizzante, veloce e forse anche potrebbe metterti un po’ paura. Quale vuoi vedere?”
“Io comincerei con la prima,… poi semmai….”
“Ottima scelta. Allora sediamoci sul divano e guardiamoci, io e te soli, <<Assassinio sull’Orient-Express>>”!

Due ore dopo l’Ovetta si alzava soddisfatta per non aver pianto e, eccezion fatta per la scena dell’omicidio quando così, solo per sicurezza, si è girata dall’altra parte tappandosi a viva forza le orecchie, per il resto tutto è filato via liscio.
Tanto che ne è seguito un dibattito su cosa sia piaciuto e cosa invece sia stato trovato troppo differente dall’opera letteraria.

Sabato sera tra le ore 23.34 e le ore 01.12
“Mamma, non riesco a dormire”
“Mamma, sono troppo tesa”
“Mamma, sogno cose bruttissime”
“Mamma, sono in ansia”
“Mamma, non ce la faccio proprio”
“Mamma, mi viene da piangere”
…finchè il vetusto padre, armato di cuscino, percorre il tragitto fino alla camera dei bimbi e sussurra all’indirizzo dell’angosciata figlia: “ok.. non ne possiamo più. Vai di là a dormire attaccata a tua madre, forse così ce la facciamo.”
Segue un TUMP! Che il vetusto nel dormiveglia associa alla cucciola appena caduta dal letto salvo poi rendersi conto che la cucciola era già in direzione della camera matrimoniale e che a cadere era stato il Monno… così…non sapendo cosa fare all’una e trentadue di notte!

Ne è seguita una notte “discreta” per papà Ovo raggomitolato nel letto dell’Ovetta e “terribile” per mamma Ova avvinghiata dalla cucciola senza soluzione di continuità.

Domenica mattina ore 8,45
Papà Ovo rientra trafelato dopo una corsetta di 15 km e trova la famiglia intenta nella colazione mattutina con Pica alle prese con la sua ultima scoperta gastronomica (le fette biscottate con la marmellata), mamma Ova con l’occhio pallato da evidente notte in bianco e il Monno intento a spiegare all’Ovetta dettagliatamente le tecniche per prender sonno in casi difficili: tecniche che andrei qui a puntualizzare…

“Allora Ovetta, se non riesci a prender sonno, devi fare come ti ho detto ieri sera! Devi metterti a fare Yoga! Devi sederti sul letto a gambe incrociate, quindi metti le mani così e fai un cerchio tra indice e pollice di tutte e due le mani e poi spingi indietro il collo e in su la testa, e questo è molto importante, perché così sei scomodo e dopo un po’ ti fa male tutto. Ecco, quando proprio non ne puoi più allora cedi e ti schianti di faccia sul letto e li devi concentrarti tantissimo per cominciare a dormire. Capito?”
“E ma io avevo davanti le immagini dell’omicidio: immagini bruttissime! (che si badi lei si è totalmente inventata perché in quel momento -diciamo- che al massimo stava guardando lo schienale del divano).
“Ma in quel caso allora è semplice – ribadisce lo psicoanalista Monno – devi focalizzare l’immagine di cui hai paura e poi metterci sopra una bella croce ma del colore giusto! Deve essere un colore primario… che ne so per esempio se l’immagine ha del rosso…. Allora la croce deve essere blu. Oppure a volte serve una croce rossa o anche verde ma verde chiaro. Capito?”
“E se non funziona?”
“E Ovetta… in quel caso devi per forza chiamare la mamma; vero Papà? Eh?”


“Papà? Vero?”

“… Vero?”

“Ma di cosa state parlando? Si vede che … la corsa proprio mi ha stancato… non vi seguo!”

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Pathos

Avviso del venerdì: “Si comunica che il prossimo martedì porteremo i bimbi e le bimbe al cineteatro cittadino per assistere alla visione del film Ratatouille. Firmato: le maestre dell’Ovetta.”

Il messaggio è arrivato all’improvviso. Un fulmine a ciel sereno. E le nuvole si sono addensate immediatamente. Mamma Ova e papà Ovo leggono, poi sbiancano. Gli Ucas, avvertiti del disastro imminente pongono l’annosa domanda: “e come farete?”

Già! Perché, per chi non lo sapesse, l’Ovetta nutre per la televisione… una fobia assoluta, per i cartoni animati… una paura terribile, per le storielle… un’avversione totale.
Peppa Pig… ci spaventa. L’ape Maia… ci terrorizza. Pippicalzelunghe… inguardabile.
E si badi, nessun problema con le storielle scritte di questi eroi popolari, nossignori; e tantomeno vi è alcun problema a guardare in Tv una partita di calcio, un telegiornale, una gara di formula 1, le olimpiadi tutte, compreso il curling e il tiro con la carabina 12 metri. Nossignore. Il problema è proprio immergersi in una storia fatta di figure in movimento che abbia un qualsiasi “Pathos”.

Comunque, bando alle ciance, mamma e papà Ovo prendono in mano la situazione e decidono che forse, ma proprio forse, una visione famigliare del cartone animato possa preparare la cucciola ad una futura visione in un cinema buio con schermo enorme e suoni altissimi; … in realtà non ci crediamo nemmeno noi.

Venerdì.
Papà Ovo fa un paio di telefonate e individua una copia in dvd dell’opera in questione.
Sabato.
Il dvd viene consegnato a casa Ovetti; nel frattempo cominciamo a spiegare alla piccola che l’indomani avremmo visto una bellissima storia in tv.
L’Ovetta sentenzia: “Ma io non la voglio vedere!” (partiamo bene)

Domenica.
Vengono cancellati tutti gli appuntamenti e l’intera famiglia si ritrova alle 16.00 davanti alla tv (cosa più unica che rara).
Il film parte e al minuto primo e quarantadue secondi, l’Ovetta scatta dal divano verso il tv coprendosi gli occhi con le mani e urlando a squarciagola “NOOOOOOOO !!!!! HO PAURA !!!!!!!”
Segue un pomeriggio infernale fatto di urla strazianti, di singhiozzati “Mamma, ma io te l’avevo detto che non volevo vederlo, perché mi fai vedere un film che mi fa stare male??”, film spezzato in più punti per spiegare alla cucciola ciò che sta succedendo (e darle il tempo di riprendersi un pochetto) mentre Pica, attonita, smette di guardare la Tv per osservare quella strana figura in lacrime che sembra sua sorella e il Monno che, qua e là, alterna una paura dettata dalla vicinanza morale a sua sorella ad un totale menefreghismo verso il tutto.
Il tutto per tre lunghissime ore….

Lunedì.
Si bissa il tutto, stesse scene e stessi risultati… no, a dire il vero va meglio… almeno non finiamo in un mare di lacrime disperate.

Poi arriva il martedì.
Ebbene, noi al cinema non c’eravamo, però ci sono arrivate due versioni distinte, la prima della diretta interessata, la seconda un paio di giorni dopo dalla maestra.

La versione dell’Ovetta è stata questa, martedì sera, rientrata a casa.
“Mamma! Papà! Sono riuscita a vederlo tutto! E non ho nemmeno pianto!”
“Ma sei stata bravissima!”
“Sì!!! Adesso però non lo vediamo più, vero???”
“No, tranquilla, non lo vediamo più.”
“Mai, mai, mai più, vero?”
“Ok, stai calma, mai più…”

La versione della maestra invece è suonata più o meno così: la piccola si è accomodata in una poltroncina insieme ai suoi amichetti tranquillamente, poi, una volta spente le luci e cominciato il film, la cucciola si è alzata e ha deciso di dirigersi verso l’uscita della sala senza troppo disturbare. La maestra, tanto per non perdersi una bimba in giro, le ha quindi chiesto dove pensasse di andare, allorché la nostra eroina le ha fatto notare come detti spettacoli non fossero di suo gusto e avrebbe preferito lasciare la sala. La maestra ha quindi chiesto se potesse magari assistere alla visione standole vicino. L’Ovetta, sei anni, prima elementare, maestra conosciuta da un mese appena, ha sfoderato il suo essere “bimba” e si è piazzata, non sulla sedia accanto, ma direttamente sulle gambe della maestra. E lì è poi rimasta per le due ore successive con le manine sugli occhi e saltando ogni due per tre, ripetendosi senza soluzione di continuità “finisce bene, finisce bene” ma non piangendo. La maestra abbastanza esterrefatta ed un pochetto scomoda ha abbozzato a mamma Ova raccontando il tutto con un “Beh, ma ce l’ha fatta, ce l’abbiamo fatta, eh?!”

Ora, a ben vedere le due versioni offrono semplicemente due punti di vista diversi di quanto è accaduto la dentro; ma non dubitiamo che entrambe siano veritiere e, per fortuna, non sono previste altre uscite al cinema per tutto l’anno scolastico.

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