Anche per i tre ovetti, le vacanze sono state “dense” di esperienze.
Pronti partenza… e Pica viene bloccata in aereoporto (si veda il post di settimana scorsa).
Nel gran trambusto, il Monno è in preda al panico: “Mamma non possiamo lasciar giù Pica! Dobbiamo portare anche lei!”. Mamma Ova lo rassicura che, effettivamente l’opzione di lasciare la più piccola in aereoporto e riprenderla dopo dieci giorni non le era passata per la testa.
Poi i cuccioli hanno attivato la loro (usuale) modalità “da viaggio”.
Pica ha iniziato a lamentarsi sempre di essere stanca (di solito verso le 9-9,30 del mattino) e di non farcela proprio a camminare, poi gambe in spalla e pedalava tutto il giorno senza problemi; crollo glicemico vero le 18, abbondante cena e la cucciola riprendeva incessantemente fino ad andare a dormire. In breve: una media di 16 km macinati ogni giorno senza problemi… ah si! Alle 9 del mattino dopo ricominciava con la storia del “non ce la faccio” e la ruota ricominciava da capo.
L’Ovetta, al contrario, stava sempre attenta a che non ci facessimo sfuggire nessuna tappa. Se mamma Ova ventilava l’ipotesi di andare a vedere quel museo… bisognava farlo! Magari si potrebbe andare… non si poteva più mancare! Il che è molto bello ed indice di grande gradimento… ma alla lunga mamma e papà erano costretti a scambiarsi ipotesi su dove andare in giornata tramite un codice criptato onde poter scegliere liberamente anche di “saltare” qualche tappa.
Il Monno dal canto suo ci ha imposto le sue “regole”: tutte le visite a carattere “storico-brutto” (trattasi di tutto quanto concernente il periodo della seconda guerra mondiale e/o della guerra fredda) devono essere fatte al mattino, massimo massimo ed in via supereccezionale al primo pomeriggio…. “Questo perché così dopo vediamo qualche cosa di più tranquillo e non penso alle cose brutte quando vado a letto!”
Tutto ciò detto…
A Berlino la coppia Monno-Ovetta in versione “brillante” bussa alla camera sbagliata in hotel. Alla domanda “Who is it?”, i nostri eroi simpaticamente rispondono “Siamo Genoveffi”, quando poi un assoluto sconosciuto si para davanti a loro il Monno scappa terrorizzato e l’Ovetta dice “scusa” (in perfetto italiano) prima di darsela a gambe levate.
Pica invece, scoperto che il muro divideva le due parti della città impedendo di passare, riassumeva il concetto appena appreso nel modo più filosofico possibile: “C’era il muro… alto alto… e non potevi andare di la… e se ci provavi ti sparavano… con le pistole…. quelle vere (!!)…. Eh, mizzega, però! Meno male che siamo nati dalla parte giusta.”
L’Ovetta si impunta per andare a mangiare uno stinco con patate, panna acida e cocacola (papà approva, mamma meno), il Monno resta basito davanti ad una strana roba di plastica chiedendo ripetutamente cosa fosse e a cosa servisse (si trattava di una musicassetta!) e Pica dialoga con una cameriera (tedesca e nemmeno troppo simpatica) spiegandole (?!?) cosa mettere nella sua insalatona (this yes… this no,…. This yes… this no…)
Ad Amsterdam grande stupore in tutti e tre i nanetti per quelle strane persone vestite un po’ da carnevale ma non proprio da carnevale carnevale… “Papà ma quella è mezza nuda!,…. Mamma, ma quello che capelli ha?”…. effettivamente non ci aspettavamo il Gay pride!!
Pica disegna sulla sabbia di una spiaggia nel mare del nord un bellissimo castello “ma non è un castello papà! E’ il muro di Berlino! Vedi? Qui ci sono i muri, qui le barriere, qui le torrette….”
L’Ovetta pianifica le vacanze 2020: “Andiamo negli Usa? Oppure in Asia? Eh? Dai, è il VOSTRO anniversario, NOI dobbiamo fare un bel viaggio” (pare che l’opzione Vostro anniversario-Vostro viaggio non sia contemplata).
Il Monno da fuori di matto quando una cameriera insieme al conto porta anche delle caramelline di ringraziamento: “Pica! Non toccarle! Ad Amsterdam c’è la droga! Non conosciamo quella signora, non puoi mangiare quelle caramelle… ti prego non mangiarle…. Piuttosto le portiamo a casa e le diamo alla nonna!” (tradotto: oh mia sorella adorata non rischiare la tua salute per una stupida caramella, vuoi mai vedere che sia ripiena di ecstasy? Molliamole alla vecchia nonna piuttosto e osserviamo le possibili reazioni…).
A Strasburgo, grande panico tra tutti i bimbi allorquando il cellulare di mamma Ova è rimasto senza batteria subito DOPO aver mandato un sms a papà con il luogo dove tutti si sarebbero dovuti ricongiungere.
“E come facciamo ora? E se papà non ci trova? e se non arriva? e adesso come andiamo in giro?”
“Bimbi,… una volta (udite udite) non esistevano i cellulari e (udite udite) la gente viaggiava ugualmente!”. Stupore assoluto.
L’Ovetta si perde in un negozio di spezie uscendone sognante e “piena” di buoni odori, Pica osserva i giochi di luce notturni sulla facciata della cattedrale con gli occhioni sgranati e la bocca spalancata e il Monno (più pragmaticamente) che cerca di spiegarle dove sono posizionati i proiettori e il modo in cui riescono a proiettare in sincrono sulla facciata della chiesa.Poi tutti in montagna, al mare e, infine, a casa.
… Se non son vacanze queste!
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Le vacanze degli Ovetti… vista dagli Ovetti
Le vacanze degli Ovetti… viste da mamma e papà
Ci eravamo lasciati con papà Ovo totalmente rintronato dopo una diretta Milano Berlino 1136 km tutti d’un fiato.
Ebbene, il giorno dopo il resto della famiglia Ovetti aveva un comodissimo volo prenotato che li avrebbe ricongiunti all’amato padre in tutta comodità.
Qui, l’allegra famiglia ha passato 3 giorni tra visite storiche, wurster, spiegazioni di cosa fosse la guerra fredda, insalatone varie, corse per prendere la metropolitana, racconti di un brutto ceffo di nome Hitler, megacolazioni in albergo e gran camminate.
Papà Ovo è ritornato per un momento, solo per un momento, all’estate del 1989 quando picconava il muro di Berlino ma poi si è ripreso in scioltezza.
Lasciata Berlino eccoci tutti in macchina verso Amsterdam; località dove papà Ovo aveva avuto (inspiegabilmente) qualche problema a prenotare un albergo a prezzi “umani”.
“L’inspiegabilmente” si è spiegatoo appena messo piede in città e appena capito che quello null’altro era se non il fine settimana dedicato al Gay Pride… ad Amsterdam!
I bimbi si sono quindi goduti la Venezia del Nord tra canali e coffee shop, si sono rifugiati in stazione per sfuggire ad un megatemporale e, nel secondo giorno, hanno mischiato sacro e profano senza soluzione di continuità passando dal museo di Van Gogh al Gay Pride sui canali in festa!
I nostri eroi hanno quindi lasciato Amsterdam ma non prima di aver visto i mulini a vento e aver passeggiato sulla sabbia di una ventosissima spiaggia del mare del Nord.
Poi hanno visitato Bruges dove il tempo pare essersi fermato, hanno fatto incetta di cioccolato e hanno dormito in un albergo per la prima e unica volta in formazione mista: il Monno orgogliosamente con il suo papà (che a metà notte soccombeva definitivamente dopo esser stato ripetutamente colpito alle parti basse da un Monno scatenato… mentre dormiva…. Lui!), Ovetta e Pica con la loro mamma ma forse sarebbe meglio dire Ovetta con la sua mamma e Pica SOPRA la sua mamma. Bellissima notte!
Da lì ultima tappa a Strasburgo dove i nostri eroi hanno dormito in una camera ultragrande tutti e cinque insieme e dove hanno visitato il parlamento europeo (… che se non diventano europeisti gli Ovo genitori li disconoscono…)
Poi, piano piano, il gran rientro a casa, un rapido cambio di valigia ed eccoci per un paio di giorni in montagna. Non che ci si possa riposare troppo: quindi grande escursione alla ricerca dei “tre laghetti”.
Dopo oltre tre ore di cammino, avendone trovati solo due di laghetti, i vetusti approcciavano autoctono personaggio alpino per chiedere delucidazioni ottenendone una frase in “montagnino strettissimo” il cui significato null’altro era che: “ohibo! Qui non ci sono stati mai tre laghetti: sono sempre stati due!”
I nostri eroi hanno dichiarato raggiunta la meta e hanno fatto dietrofront.
48 ore dopo (tempo minimo necessario a mamma Ova per ri-ri-cambiare le valigie) tutta la famiglia si tuffava in mare dove avrebbero trascorso le ultime settimane di ferie.
Papà Ovo solo una settimana (ma gli basta e avanza), mamma Ova due (ma avrebbe anche allungato se avesse potuto) e i cuccioli ben tre! (al termine delle quali però le vacanze son davvero state dichiarate concluse).
Ci sono parecchi aneddoti da raccontare … ma li lasciamo a settimana prossima; per ora mi accontento solo di fare un grande plauso a Mamma Ova.. sì perché come detto all’inizio di questo post “il giorno dopo il resto della famiglia Ovetti aveva un comodissimo volo prenotato che li avrebbe ricongiunti all’amato padre in tutta comodità”… già MA, c’è sempre un MA, visto che solo 24 ore prima ci eravamo accorti che la carta d’identità di Pica era scaduta (!)
Ora, potrei girarla e rigirarla, potrei dilungarmi, narrare e farne un romanzo ma quel che è giusto è giusto: Mamma Ova ha affrontato nell’ordine la sicurezza dell’aeroporto, l’addetta agli imbarchi, il responsabile della compagnia aerea e le forze dell’ordine. Li ha affrontati sapendo di aver torto marcio, ma li ha affrontati con quel misto di “muso duro” e sfacciataggine (che a dir il vero poco le si riconoscono). E ha trionfato contro tutto e contro tutti riuscendo ad imbarcare la cucciola accolta dagli applausi degli altri passeggeri che, evidentemente, avevano intuito che ella non fosse una pericolosissima terrorista, quanto casomai una mamma italiana con tre cuccioli al seguito che, con un colpo al cerchio e un colpo alla botte, alla fine la portano a casa (quasi) sempre.
Chapeau mamma Ova
(segue settimana prossima)
Sette ore
Ore 8,02
DRRRRRRIIIIIIIIIINNNNNNNN!!!!!!
(comincia la giornata della lunga trasferta)
Ore 8,33
“Bene bimbi, oggi sarà una giornata lunga e un po’ difficile; abbiamo già caricato la macchina con tutto quello che ci serve e tra un pochetto partiamo per andare al mare. Siete contenti?”
“Siiii !!!! Posso portare la macchina fotografica?” (chiede l’Ovetta)
“Siiii !!!! Posso avere lo yomino?” (chiede Pica)
“Ehm… sì, puoi portare la macchina fotografica e no, non puoi avere lo yomino a colazione altrimenti vomiti in macchina.”
(la risposta viene accolta in maniera differente dalle rispettive interessate).
Ore 9,11
Papà Ovo porta le ultime cose in macchina e rimane perplesso: mezzo bagagliaio risulta vuoto… cosa mai successa negli ultimi 7 anni.
Basito chiede lumi a mamma Ova.
Anche lei non si capacita ma, dopo un secondo controllo, i due devono accettare la situazione: per la prima volta da anni il bagagliaio della loro macchina non assomiglia a quello di una famiglia profuga in cerca di asilo.
Ore 9,24
Con un cielo sereno, la solita calura sahariana e una macchina piena “il giusto”, l’intera famiglia Ovetti s’imbarca e punta la macchina in direzione sud per una 530 KM tuttadiunfiato.
Ore 10,30
Malgrado i timori del primo esodo estivo, i nostri eroi percorrono senza alcun intoppo la tangenziale di milano, il sud della lombardia, passano davanti alla zia B. (il casello di Parma) a cui tributano il classico saluto all’unisono (“Urliamo ciao gridato a squarciagola, così lo sente anche lei”) e proseguono spediti.
Ore 11,01
Tra Parma e Modena grande gioia per l’avvistamento di 6 treni veloci; per la cronaca (e per la precisione Monnesca) si tratta di 4 frecciarossa e 2 italo.
Ore 11,15
“Mi cappa pipì”
Papà Ovo avvista piccola piazzola di sosta, mamma Ova scatta a machina ancora in moto e denuda il culetto della cucciola, papà Ovo piazza il vasino sotto la stessa, la cucciola espleta il bisogno, rapida rivestizione, svuotamento del vasino e ripartenza: il tutto sotto i 4 minuti.
I tecnici Ferrari avrebbero da imparare su come si fa un vero “Pipì-stop”.
Ore 11,21
La fortuna pare abbandonare improvvisamente gli Ovetti.
Bologna è bloccata dal traffico.
Nella seguente ora, viene sciorinato l’intero repertorio di musichette per bambini e il morale all’interno dell’Ovo-macchina rimane alto; fuori è un susseguirsi di macchine che si fermano per far far pipì ai bimbi, per far far quattro passi ai bimbi, per far vomitare i bimbi, ecc…ecc…
Ore 12,30
Come da tradizione eccoci al ristorante della grande M di Faenza.
Come da tradizione i cuccioli sbafano lo sbafabile.
Come da tradizione la pipì piuttosto che al bagno del suddetto ristorante è meglio farla all’alberello posto davanti alla banca antistante il ristorante (quell’alberello l’abbiamo visto crescere negli anni noi, eh già!)
Ore 13,20
Si riparte.
“Bimbi: adesso chi vuole può fare il pisolino. Va bene?”
Il suggerimento cade nel vuoto.
Ore 13,50
Il traffico rimane intenso.
Mamma e papà Ovo con notevole forza di volontà fanno partire il bis di tutte e le 39 canzoncine per bambini… per alcune anche il tris.
I bimbi apprezzano molto…. Loro.
Ore 14,40
“Ecco bambini: ora c’è poco traffico, possiamo andare un poco più veloce.”
“Papà: cappa pipì.”
…
Idem come sopra: tecnici Ferrari… imparate!
Ore 15,31
In macchina si comincia ad accusare la stanchezza.
Il Monno risulta abbacchiato perché sull’A14 non ci sono treni da vedere e rimedia contando le gallerie; un po’ di conti gli risollevano il morale. L’Ovetta ripete come un mantra “mare stiamo arrivando!”… ma lo ripete già da 150 km e risulta ormai poco credibile.
Mamma Ova e papà Ovo sono pronti a tutto pur di evitare un quarto giro di canzoncine.
Pica, stante la situazione poco allegra, decide di chiudere gli occhi e piazza un pisolino colossale con tanto di russatina (il Monno e l’Ovetta si sganasciano dalle risate).
Ore 16,21
Sette ore esatte dopo esser partiti, papà Ovo parcheggia fronte mare e comincia a scaricare i “pochi” bagagli mentre il resto della famiglia prende possesso della camera.
Ore 16,59
Dopo un pressing asfissiante portato da tutti i cuccioli, alla fine mamma e papà cedono e portano i cuccioli in spiaggia praticamente senza soluzione di continuità.
Ore 17,03
Dopo aver caricato le valigie, dopo aver sistemato e chiuso casa, dopo sette ore di macchina,
dopo 540 KM di strada, dopo tutto questo, e soprattutto dopo aver patito un caldo infernale nelle ultime settimane lavorative, ….finalmente mamma Ova e papà Ovo si tolgono i vestiti e rimangono in costume.
…
Tre minuti dopo comincia a piovere: le vacanze degli Ovetti sono iniziate.
Comunque, incuranti di tutto, subito dopo l’intera famiglia era in mare per il grande divertimento di grandi e piccini.
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