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Cupido

Una sera di questa estate…. in pizzeria…. dopo aver ordinato le pizze…. con delle belle coca-cola ghiacciate davanti…. e la fame che piano piano sale…

“Ovetta, dai dicci chi è fidanzato con chi nella tua classe, tanto ormai non sono più tuoi compagni.”
“No mamma, davvero non c’erano fidanzati in classe.”
“E allora dicci se c’erano dei fidanzati fuori dalla classe.”
“Ehmm…. No…. neppure quello.”
“Eh ma che classe noiosa! Ma almeno c’erano dei tentativi? Qualcuno a cui piaceva qualcun’altra? O qualcuna a cui piaceva qualcun altro ma a lui non piaceva lei?”
“Beh… si… c’era A. a cui piaceva D. (ma a lui non piaceva lei) e poi c’era G. a cui piaceva V. e anche a lei piaceva lui e sono stati insieme per un po’ ma poi a V. ha deciso che era finita e adesso a G. piace T., capito papà?”
“Eh… più o meno. E a te?”
“A me? No! Nessuno!”

COUGH!!! COUGH !!! AHHH!!! COUGH !!!!


Improvvisamente cala il silenzio e tutti, proprio tutti, si girano lentamente verso il Monno che, rosso come un pomodoro troppo maturo, continua a tossire in maniera inconsulta appoggiando il bicchiere di coca-cola sul tavolo.
“Tu nei sai qualche cosa Monno?”


In meno di mezzo secondo, avvengono le seguenti cose:
1) L’Ovetta vira al viola e gli occhi gli escono dalle orbite.
2) Il Monno riesce finalmente a smettere di tossire e apre la bocca senza emettere alcun suono.
3) L’Ovetta strilla perentoria “STAI ZITTO!!!!”
4) Il Monno si tappa la bocca con tutte e due le mani e così rimane evitando di guardare in faccia sia la madre che il padre (fosse passato in quel momento il pizzaiolo con la sua pizza probabilmente avrebbe ignorato anche lui… il che è veramente tanta tanta roba).
5) Pica tutta allegra esclama “ah! Ah! Adesso lo sanno anche mamma e papà!”

Poi è stata una serata diversa dal solito al termine della quale si è evinto la seguente cosa:
1) L’Ovetta ha avuto uno spasimante segreto per vari mesi. L’amore non era però corrisposto ma un fittissimo carteggio di missive redatte a mano ha viaggiato per vari mesi fino a che il malcapitato ha desistito rifugiandosi peraltro tra le braccia di D.
2) la classe dell’Ovetta era completamente a conoscenza del tutto tanto che, quando il nostro cuore solitario ha deciso di abbandonare la conquista della sua diletta Ovetta, nella classe della stessa si sono avanzate varie candidature per prenderne il posto.
3) Pica era a conoscenza del tutto e ha mantenuto un segreto tombale: una 007 perfetta (peraltro il 7 sta per la sua età).
4) Mamma Ova subodorava qualche cosa ma tuttora non si sa bene cosa esattamente fosse a sua conoscenza.
5) Il Monno ha per mesi portato le lettere dell’innamorato all’Ovetta, ha sollecitato le risposte quando la recalcitrante Ovetta tentennava, ha portato le risposte all’innamorato subendo peraltro i pressanti interrogatori (Ma mi ama? Ma davvero “no”? Ma sei sicuro?), ha letto di nascosto tutte le lettere (Mamma le avevo lì… gli ho dato una sbirciatina), sa perfettamente quante ne ha consegnate, quante sono state buttate, quante sono state tenute, quanti errori grammaticali c’erano e potrebbe tranquillamente farvi un riassunto del tutto.
E papà Ovo?
Papà Ovo era l’unico ad esserne tenuto rigorosamente all’oscuro.
Lui non se l’è presa e ha immediatamente cambiato il testamento diseredando l’intera famiglia.

PS: ovviamente questo post si autodistruggerà entro 5 secondi, noi non ci siamo mai visti nè incontrati e non so di cosa stiate parlando. Chiaro eh!

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Sulle ali della libertà

Due settimane fa, un martedì mattina, mamma Ovo, papà Ovo e l’Ovetta sono usciti di casa tranquillamente.
Insieme, i due genitori decisamente eccitati e la cucciola “superficialmente tranquilla”, hanno percorso il chilometro e mezzo che separa casa Ovetti dalla nuova scuola dell’Ovetta.

Eh già! Perché la cucciola (ma forse questo termine non si può più usare) è ora alle scuole medie!

La giornata in se è passata senza scossoni: l’Ovetta nell’attesa che aprissero i cancelli, si è rifugiata nel gruppo della sua vecchia classe elementare, tutti i 150 bambini con genitori al seguito sono quindi stati ricevuti nell’aula mensa (adibita per una cinquantina di persone circa ma non stiamo a guardare tutti i dettagli), sono stati smistati nelle varie classi dopo il pistolotto della preside (nemmeno tanto male a dire il vero) e una volta in classe hanno tutti cercato conforto in qualche viso famigliare (leggasi compagni delle elementari casualmente finiti nella stessa classe).
Qui una professoressa, dai modi gentili e garbati, ha spiegato loro cosa fare e cosa non fare …. Ma in realtà si vedeva benissimo che stava guardando i bimbi, ma stava parlando ai genitori e avrebbe tanto voluto dire “E CHE DIAVOLO NON MANDATELI A LETTO ALLE 23 CHE POI IL GIORNO DOPO SONO RINTRONATI, E TOGLIETEGLI QUEL ACCIDENTI DI CELLULARE DALLE MANI, ECC…ECC…” ma tutto in tono soft, molto tranquillo.

Nel pomeriggio, poi, una fiumana di telefonate sono arrivate all’Ovetta e lei ha risposto a tutti quasi stupita che questa novità avesse sortito una qualche attesa nelle persone a lei vicine.
Insomma tutto bene.

Sono passate due settimane, ecco un breve e non esaustivo elenco di quello che anche noi Ovo-genitori stiamo imparando:
1)        L’Ovetta si sveglia alle 6,50 ed ha improvvisamente capito quale lusso sia il potersi svegliare dopo le 8,30 il sabato: erano anni che cercavamo invano di spiegarglielo!
2)        Esce di casa in bicicletta alle 7,25 per trovarsi a metà strada con altre amichette: qui pare partano grandissime chiacchierate che, in mezz’ora, le portano giuste giuste in aula (tempo stimato senza chiacchiere… forse 10 minuti).
3)        La metà, meno uno, dei professori sono “simpatici e ci faranno lavorare tanto”.
4)        Quell’uno che manca alla metà di cui sopra è severissimo, antipaticissimo e terribile: visto la materia di cui si occupa francamente non siamo molto preoccupati, a meno di non ambire a qualche medaglia olimpica.
5)        L’altra metà degli insegnanti risulta al momento assente !!!
6)        Il rientro da scuola, sempre a dorso del velocipide e con le fidate amiche, pare essere molto più travagliato dell’andata: una delle fanciulle ha bucato già una volta ed ad un’altra è scesa la catena… non c’è male in soli 10 giorni!
7)        Circa la metà dei ragazzi NON ha un cellulare: ma …. allora….. “SI….PUÓ…FARE !!!” E qui Mamma Ova sorride assai.
8)        La “ragazza” arriva al venerdì pomeriggio in stato catatonico, uno straccio, un’ameba assoluta per sua stessa ammissione: pregasi notare che, al momento, vi sia pochino da studiare e i corsi “accessori” non sono ancora entrati nel vivo.
9)        La ventata di “libertà” le ha portato in dote un mazzo di chiavi (ma noi siamo tranquilli… sì… sì… certo….), la necessità ogni tanto di mangiare a casa da sola e, volendo, la possibilità anche di andare “in centro” per un gelato con le amiche. 

Domenica scorsa…
“Papà posso andare a mangiare un gelato con E. e C.?”
“Certo, guarda però che noi adesso usciamo.”
“Ok, allora io vado.”
“Ehmmm… Ovetta….”
“Sì papà?”
“Hai preso le chiavi?” 
“… Ops!”
“Ecco appunto.”
“Eh che non ci penso! Ok, adesso vado papà.”
“Ehmmm….”
“Che c’è????”
“Hai preso i soldi per comprarti il gelato?”
“…Ops!”

Margini di miglioramento ne abbiamo.

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Camping

Avviso alla popolazione dell’Ovetti – town:
“Tutti i bimbi che volessero partecipare ad una settimana di campeggio con il Don dell’Oratorio sono pregati di presentarsi in segreteria e di iscriversi per tempo. I bimbi verranno suddivisi per età a partire da quelli appena promossi in quinta elementare.”

Alcuni mesi fa, l’annuncio qui sopra riportato ha gettato lo scompiglio in casa Ovetti visto che, per la prima volta, l’Ovetta poteva esser candidata all’eroica e temutissima missione di passare ben una settimana lontano dalla famiglia… intendo da qualsiasi componente famigliare… no dico, avete capito?.. nemmeno un genitore! Nessun fratello! Neppure un nonno a caso!!! PAURA!!!!! 

Sono seguiti mesi di oscure riflessioni e, alla fine, l’Ovetta, gettando il cuore oltre l’ostacolo affermava con trepidante sicumera che “Si! Andrò in campeggio!” salvo poi aggiungere “Ma solo se viene anche la mia compagna A. e solo se mi garantirete che potrò stare in tenda con lei, promettete, promettete, promettete.”

Nei mesi successivi, e più si avvicinava la fatidica data della partenza, due sono stati gli eventi degni di nota.
Da un lato, l’Ovetta ampliava sempre più la lista delle amiche che voleva assoultamente (A-S-S-O-L-U-T-A-M-E-N-T-E) in tenda con lei… il che un po’rassicurava gli Ovo genitori visto che, non avendo alcun controllo sullo smistamento delle ragazze, le possibilità che almeno qualcuna rimanesse con l’Ovetta diventava sempre più probabile.
Dall’altra, il Monno riceveva la feral notizia che la settimana del campeggio includeva la data del suo compleanno (del Monno si intende): “Peccato, l’Ovetta non potrà andarci. D’altra parte non può perdersi il mio compleanno”… “Ehmm…. Veramente Monno…..” “UEEEEE!!!!! Sono arrabbiatissimo!!! Non può andare via ! Come faccio a festeggiare senza di lei !??! UEEEEEEEE!!!!”

Così, tra alti e bassi, tra la spiegazione di come si utilizzi un sacco a pelo e le classiche raccomandazioni (telefona!… ma quando vuoi), tra il Monno sempre più arrabbiato e Pica che cercava di consolarlo (“Resto io con te, non ti preoccupare Monno”), siamo arrivati alla mattina della data fatidica allorquando un nugolo di bimbi a metà strada tra l’ipereccitato e l’impaurito, accompagnati da un nugolo di mamme all’apparenza tranquille (“Oh che bello un po’ di pace…. Sì però chi manda le foto?… e se non chiamamo?…. no dico qualcuno ha i numeri di telefono dei responsabili?….) si sono ritrovati alla partenza e…. pronti? Via!… il pullman si rompe.
Vabbè, poco importa, mezz’ora dopo: pronti?… Via! Si parte!!! 
“Ciao a tutti genitori! Vi portiamo via i bimbi! E in viaggio ci guardiamo un bel film!” 


Un film?… l’Ovetta?… nooooooo

Cose che si sono imparate dalla prima settimana di campeggio dell’Ovetta.
1)            che puoi organizzare quanto vuoi ma tanto poi ….. e infatti l’Ovetta alla fine è finita in tenda con tutte le sue amiche TRANNE l’Ovetta A.
2)            che papà ovo era il tenutario ufficiale delle comunicazioni che arrivavano da Bionaz sede del campeggio, e così si è dovuto iscrivere, in una botta di gioventù, a Telegram (se non sapete cos’è…. Siete vecchi!)
3)            che le mamme delle compagne hanno fiducia zero nelle capacità di papà Ovo e infatti mandavano tutte le foto a mamma Ova (malfidenti!)
4)            che l’Ovetta ha chiamato tutti i giorni per dar notizie di sé, anche se con telefonate brevi e concise perché “devo andare a giocare!” (con grande invidia di alcuni amici abbandonati per l’intera settimana dalle rispettive ovette). “Ovetta, davvero, chiama quando vuoi, ok?” “No mamma Ova, quando papà va in giro per lavoro lui chiama tutte le sere e allora chiamo anche io tutte le sere.”
5)            che si è divertita… e questa è la cosa più importante e quando è tornata.. Beh…. Sembrava un pochetto, solo un pochetto, più grande.

Una sera della settimana dopo… rientrando a  casa…. 
“Papà…”
“Dimmi Ovetta.”
“Guarda il cielo, mi è venuto in mente una cosa bellissima che ho fatto in campeggio…”
“Sarebbe?”
“Era notte e non riuscivo a dormire…”
“Mmm…”
“E anche l’Ovetta C. era sveglia, saranno state le due o le tre di notte…”
“Sì…”
“Allora abbiamo aperto la tenda e ci siamo messe con la testa fuori e siamo state lì a guardare il cielo, era pieno di stelle…era tutto silenziosissimo…. era bellissimo!”

Sì, Ovetta sei davvero un pochetto più grande.

 

 

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