Di feste e di corse

Parte 1… sabato ore 18,30

DRRIIIIIINNNNNN
Quando il citofono è suonato per la prima volta in casa Ovetti è scattato il preparatissimo piano “Survivor”.
1) Il Monno si è messo le scarpe e ha chiesto a papà Ovo ti portarlo fuori di casa prima che la situazione diventasse, per lui, impossibile; e infatti papà Ovo l’ha portato a casa di un vicino dove il Monno in settimana si era premurato di chiedere asilo politico fino alle 22… almeno.
2) Pica ha trasferito qualche giochino con cui poter sopravvivere una serata in camera di mamma e papà dopodiché ha cominciato a pendolare dalla camera dei genitori al citofono per vedere chi stava arrivando, in preda ad una malcelata trepidazione e curiosità.
3) Mamma Ova ha invece fatto gli onori di casa….
…. Per dodici diconsi dodici volte tante erano le ospiti di casa Ovetti: 
dodici adolescenti femmine tutte compagne di classe (covid limited).
E’ così iniziata la festicciola organizzata dall’Ovetta a base di pizza, dolciumi vari, urletti, spettegolezzi e musica …tunz …tunz o smooth melodic.
Bisogna dire che le tredici ragazzine si sono comunque  ben comportate e ammettere che comunque, essendo in tredici, non si poteva pretendere un silenzio da concerto di musica classica. Papà Ovo, peraltro redarguito preventivamente da gran parte della famiglia affinché non facesse/dicesse qualsiasi cosa che potesse anche in minimo modo mettere potenzialmente in imbarazzo l’Ovetta, ha comunque notato almeno tre comportamenti che si devono obbligatoriamente andare a notare:
a) almeno ogni 5 minuti tre ragazze devono andare insieme al bagno. Papà Ovo, finito il tutto, ha controllato in maniera critica i suoi bagni eppure, ai suoi occhi, sembrano solo bagni anche se, evidentemente, le teenagers ci vedevano ben altro per volerci passare così tanto tempo.
b) almeno una ragazza deve, obbligatoriamente, trovare un motivo per piangere e la motivazione è una delle seguenti (lascio a voi oh arguti lettori pensare a quale possa essere): la fame nel mondo, oppure il fallimento di Cop26, oppure il fatto che T. abbia detto a C. che l’amava mentre C. era fidanzata con V. che invece mi aveva detto che avrebbe voluto mettersi con D. che peraltro non la guarda di striscio…
c) il cellulare va controllato ogni 3, massimo 4 minuti. E infatti ieri una ragazza è rimasta senza Giga ed ha dovuto chiedere la password del wifi di casa ottenuta la quale ha subito controllato i messaggi esclamando “oh no! Mi aveva scritto 22 minuti fa!!!”;… non crediamo si trattasse di un suggerimento per un’operazione a cuore aperto…
Alle ore 23,30 la mandria di, ops pardon, le compagne dell’Ovetta sono transumate fuori lasciando comunque l’Ovetta felicissima per la festa pienamente riuscita.

Parte 2… domenica ore 8,30

DRRIIIIIINNNNNN
Quando la sveglia è suonata in casa Ovetti è scattato il preparatissimo piano “Survivor 2”.
Dopo veloce e abbondante colazione infatti
1) L’Ovetta, graziata dal fatto di poter rimanere a casa, ha ricevuto una lista di piccoli lavoretti da fare in casa; ovviamente, visto la festa della sera prima, ha accettato di buon grado (sia di rimanere a casa, sia la lista dei lavoretti).
2) Il Monno ha stranamente vissuto la vigilia dell’evento in modo tranquillo, senza metter il broncio.
3) Pica invece ha preso il suo posto facendosi venire dubbi, paure ed incertezze o, come meglio dice lei, “Mamma c’ho l’ansia!”.. che detto da una novenne…
Poi l’allegra comitiva è partita per l’unica tappa delle annuali gare campestre; prima gara degli ultimi due anni che, come da miglior tradizione, si svolgeva sotto la pioggia fitta in un campo reso un mix di acquitrino/palta da una pioggia ininterrotta di oltre 12 ore.
A complicare il tutto ovviamente non potevano mancare i lavori con tanto di chiusura al traffico della principale via di accesso al luogo della gara e l’ovvio (date le circostanze) chilometrica coda per il Green pass (sempre sotto la pioggia ovviamente).
Tralasciando il fatto che il Monno sia caduto e stoicamente abbia fatto una bellissima gara di rincorsa, tralasciando il fatto che Pica sia tornata la bimba allegra di sempre un secondo dopo la fine della gara perché “Mamma non c’ho più l’ansia” e tralasciando il fatto che comunque hanno ottenuto entrambe ottimi piazzamenti, papà Ovo non ha potuto non notare i seguenti aspetti:
a) che mamma Ova è stoica dentro e, malgrado cominci a soffrire il freddo nel momento in cui debba uscire dalle lenzuola, lei c’è; nonostante ci impieghi tutto il pomeriggio per riprendere sensibilità all’alluce, lei c’è; nonostante abbia poi una montagna di palta mista a calze/pantaloncini/maglietta/felpa/fango sparsi per tutto il pavimento della lavanderia, lei c’è.
b) che correre è in qualche modo una droga. Mi spiego: cosa spinga a correre sotto l’acqua e nel fango mille e mille ragazzini è misterioso, ma evidentemente c’è ed è pure forte perchè sia il Monno che Pica che tutti i loro amici sono tornati grondanti al gazebo della società sportiva ma sorridenti come non mai al grido di “oh sì… mi sono proprio goduto la corsa!”  
c) che, per risolvere il problema della siccità nel mondo, la soluzione più facile, economica e divertente è semplicemente quella di organizzare una bella corsa campestre perché, laddove ce ne una… piove, sempre e comunque.
Alle ore 13,00 la famiglia si riuniva di nuovo a casa dove finalmente papà Ovo cominciava ad ammiccare con sguardo lussurioso verso l’oggetto che sarebbe stato il suo obbiettivo per tutto il pomeriggio seguente: il divano!

Dopo un fine settimana come questo ci si può sentire stanchi, con le orecchie fumanti, le mutande bagnate (e anche tutti gli strati sopra le mutande), la palta ovunque, una casa esplosa e sì…. Infatti noi ci sentiamo proprio così …. ma che bello poter tornare ancora a vivere queste cose…

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